Solidarietà al movimento rivoluzionario in India!

da aufbau.org

Da tempo appoggiamo con diverse campagne informative, azioni ed eventi le aspirazioni rivoluzionarie in India. A questo proposito abbiamo raccolto un po’ di materiale al quale vale la pena di dare un’occhiata!  Per quale ragione sosteniamo le lotte in India lo spieghiamo bene in seguito qui sotto.

Perché proprio l’India?

Per quale motivo nel nostro lavoro solidale abbiamo posto l’attenzione esattamente sull’India?  Le ragioni sono diverse.

Prima di tutto, anche le aziende svizzere partecipano allo sfruttamento in questo Paese – l’India dal punto di vista del capitale nazionale e internazionale è divenuto un baluardo della speranza in tempi d’incertezza. Con tassi di crescita elevati, risorse minerarie a bizzeffe e un quasi inesauribile serbatoio di forza lavoro a basso costo, che può essere ancor meglio sfruttata nelle cosiddette aree di economia speciale, l’India è un eldorado per le multinazionali.

Così, ad esempio, il complesso industriale Rieter negli ultimi anni ha messo al sicuro la sua produzione sempre più verso India e Cina. Già le bandiere cinesi e indiane sono issate sopra la fabbrica di Winterthur. Dal 2008 Rieter ha posto ad orario ridotto e licenziato migliaia di lavoratori/trici per “competitività”. Vale a dire conseguire ancora maggiori fette di profitto tramite la forza lavoro indiana estremamente a basso costo. Agli interessi dei pezzi grossi in termini di profitti in miliardi quindi si contrappongono quelli di lavoratori/trici qui e in India e Cina in modo inconciliabile. Le officine Pilatus di Stans vogliono vendere al governo indiano i propri aerei che possono essere da subito impiegati contro i/le nostri/e compagni/e in lotta.

Il secondo motivo, la guerra intensa condotta dal governo indiano contro gli adivasi, cioè i popoli originari, e il movimento maoista. Decine di migliaia di poliziotti, militari e unità speciali hanno il compito di sgomberare ampie province nel cuore dell’India, affinché le imprese possano portare avanti lo sfruttamento di materie prime divenute sempre più rare e importanti al mondo. Contro questa guerra, la cosiddetta Operazione Green Hunt, si conduce una campagna internazionale cui noi partecipiamo nell’ambito della solidarietà internazionale.

Il terzo motivo, la questione ecologica. La deforestazione, l’avvelenamento dell’acqua, la distruzione delle montagne non sono solo una catastrofe per la gente in India, ma anche per il clima globale. Le foreste nel cuore dell’India rappresentano ancora   qualcosa dell’ultimo ecosistema intatto nel mondo.

SOPRATTUTTO, tuttavia, ci dedichiamo all’India, perché là con successo lotta uno dei più grandi movimenti rivoluzionari. Il Partito comunista dell’India (maoista) ci mostra, con il suo processo autocritico di apprendimento e costruzione, in relazione al mutare delle condizioni, la strategia differenziata, una prospettiva rivoluzionaria. Con ciò non intendiamo che anche qui dovremmo adottare la strategia della guerra prolungata nella metropoli. Evidentemente dobbiamo sviluppare anche altre strategie per la nostra situazione ben diversa. Quello che ci dimostrano d’importante è riconoscere con l’autocritica gli errori e cambiare e, in una situazione oggettiva in continua evoluzione, attraverso un’analisi scientifica scoprire le nostre possibilità soggettive. Inoltre, ci dimostrano come si possano realizzare embrioni di una società senza classi organizzando le masse in comitati, o consigli.

Altri testi e contatti:

Arundhati Roy: Camminando con i compagni: con i guerriglieri nella giungla dell’India centrale, editrice Zambon, 2011

Urban Perspective – documento del Partito comunista dell’India (maoista), dibattito internazionale, maggio 2010, con una prefazione degli/delle editori/trici

Nell’India contadina ora troviamo il movimento rivoluzionario maggiore al mondo che, partendo da una concezione maoista, cerca di rovesciare le condizioni di sfruttamento dominanti. Questa concezione della guerra di lunga durata deriva certamente dal fatto che il radicamento nelle aree urbane sarà possibile solo nell’ultima fase rivoluzionaria. Le condizioni economiche e sociali modificatesi in India, dove una rapida crescita industriale ha prodotto un’enorme classe operaia nelle città, richiedono tuttavia una strategia adeguata. Attualmente il Partito comunista dell’India (maoista) ha esteso la guerra di lunga durata secondo un concetto globale di lotta che include anche i centri urbani. Obiettivo è quello di costruire un movimento rivoluzionario urbano e lì in particolare l’organizzazione di una classe operaia da cui reclutare forze dirigenti.

Queste lotte contro imperialismo, privatizzazione, per i diritti democratici e molto altro sostengono la lotta contadina e sono importanti per la costituzione di un fronte unitario di lavoratori/trici, contadini e piccola borghesia. Il documento cerca di mostrare, analizzando la situazione di classe mutata, il significato del lavoro urbano. Contiene risposte differenziate politiche e organizzative, come: metodi e linee guida del lavoro di partito, un approccio strategico a lungo termine, obiettivi, forme di organizzazione e di resistenza, costruzione di organizzazioni clandestine di partito, mobilitazione delle masse tramite una varietà di differenti possibilità organizzative come organizzazioni di massa clandestine e palesi, gruppi nei sindacati, unità d’azione permanente e su tematiche.

Ma anche l’analisi della controrivoluzione, compiti militari, gruppi di autodifesa, milizie urbane, appoggio all’Esercito popolare della guerriglia, azioni di guerriglia urbana. Sono definiti i compiti immediati. Il Partito conta su vaste esperienze a seguito della sua lotta di decenni – anche nelle città. Si riflette sugli errori e si combattono, in particolare quelli relativi all’eccessiva concentrazione sulla guerriglia urbana e la scarsità d’intervento per mobilitare e organizzare le masse. Perciò ha subito forti contraccolpi. Il documento dimostra che una situazione differenziata richiede una strategia rivoluzionaria e tattica differenziate e che la guerra popolare richiede anche nelle città un approccio di lungo termine. Un punto è chiaro: l’integrazione della lotta urbana nella guerra popolare di lunga durata è un compito difficile e sarà decisivo per la lotta del movimento maoista in India.

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Contatti:

https://revolutionaryfrontlines.wordpress.com/

http://www.bannedthought.net/India/CPI-Maoist-Docs/

http://www.icawpi.org/

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