Attacco contro la Segreteria svizzera per l’economia (SECO) con fuochi e razzi – Fermare l’Accordo di libero commercio con lo Stato torturatore turco!

da:  aufbau.org

Questa notte abbiamo attaccato la SECO di Berna e il suo dipartimento per gli accordi di libero commercio con razzi e fuochi. Vogliamo esporre due delle mille ragioni per incendiare la SECO.

Secondo quanto dichiarato dal ministro dell’Economia turco, il nuovo accordo per il libero commercio  fra Turchia e EFTA (Associazione europea di libero scambio, n.d.t.) sarà firmato durante il WEF di quest’anno a Davos. Dopo le trattative finali, a Ginevra nel novembre 2017 sotto la direzione di Johann Schneider-Ammann, i governanti ora sembrano concordare sul comune interesse delle élite di entrambi i Paesi.

Non a caso questo contratto sarà firmato a Davos. È qui che la classe degli sfruttatori si ritrova all’inizio dell’anno in un clima rilassato. WEF è un esempio importante di come funziona l’imperialismo svizzero: offrono un luogo di ritiro apparentemente pacifico per le diverse frazioni di capitale che si contrappongono, praticano poi dietro le quinte la diplomazia e usano questa posizione prestigiosa per accumulare denaro facendo accordi con tutti. Lo chiamano “neutralità” e “diritti umani”. Il WEF è di per sé un importante elemento di questo modello d’affari, ma la riunione informale dei ministri del WTO (Organizzazione mondiale del commercio, n.d.t.) che ogni volta la SECO orienta ai margini del WEF è un elemento particolarmente rilevante di questo modello.

È importante affermare che ogni riunione dei dominanti e ogni contratto fra sfruttatori significano solo una tregua nella loro concorrenza per ottenere posizioni di favore sul mercato, nell’ambito del loro interesse comune come classe di sfruttatori nei confronti dei popoli.

Un consiglio dei ministri che agisca nell’ “interesse della Svizzera” non deve esserci a queste riunioni. L’interesse da esso rappresentato è quello del capitale svizzero.

Il termine “accordo per il libero commercio” va inteso letteralmente: tali accordi accrescono la libertà di quelli, da entrambe le parti, che hanno qualcosa da commerciare, mentre si rafforza la dipendenza di coloro che producono le merci commerciate. Nel caso dell’accordo con la Turchia questo vuol dire concretamente: Novartis vuole usare ancor  più la sua sede in Turchia (15.000 lavoratori/trici) per estorcere migliori agevolazioni fiscali, mentre minaccia d’abbandonare. Oppure il costruttore di macchinari per l’edilizia, Ammann (sì, la società del capo della trattativa Schneider-Ammann e la sua famiglia) già molto presente sul mercato turco, vuole conseguire profitti con la ricostruzione delle città kurde bombardate, ma in ogni occasione minaccia ai dipendenti in Svizzera tagli finanziari dovuti a “fattori economici”.

Assumere una posizione rivoluzionaria rispetto all’imperialismo svizzero può solo significare compromettere la posizione della Svizzera nelle trattative a riunioni come il WEF.

Vuol dire:

Nessun retroterra pacifico agli sfruttatori e guerrafondai!

Sabotare l’accordo di libero commercio con la Turchia!

 

Per una prospettiva rivoluzionaria!

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