Alfredo Cospito, militante anarchico prigioniero già da 10 anni in Alta Sicurezza è stato trasferito in regime di 41bis. Il motivo è uno solo: distruggerlo isolandolo il più possibile, proprio per la sua determinazione a mantenere un rapporto vivo, politico con il movimento rivoluzionario. Distruggere i/le militanti più determinati, come già tentano con tre brigatisti/e da molti anni (mentre la compagna Diana Blefari è stata “suicidata”), e minacciare brutalmente i movimenti di lotta attuali.
Lo Stato, la classe dominante, usano l’arma degli “stati d’emergenza” (oggi pandemia e guerre) per aumentare ed estendere repressione antiproletaria. Dalle leggi e carceri speciali degli anni 70 non sono più tornati indietro, anzi! Il regime 41bis è stato inizialmente giustificato con la lotta alla mafia, in realtà è uno strumento apicale di governo del sistema carcerario, che grava e informa, a cascata, tutto il resto. E grava sul più generale sistema di controllo e repressione delle regioni del sud, dove l’illegalità economica è spesso l’unica possibilità di vita. La vera mafia non sta certo in carcere, ma nei consigli d’amministrazione capitalistici e nelle strutture statali, nella più oscena impunità.
Questo rovesciamento di verità riguarda anche l’argomento terrorismo. La storia ha dimostrato, e dimostra, che le stragi, il terrorismo sono praticati dagli Stati, è nella loro logica di dominio, sociale e coloniale. I movimenti rivoluzionari proletari, invece, praticano la lotta armata contro le istituzioni dominanti e le elites dello sfruttamento. Così è nel caso degli anarchici oggi al centro di questo accanimento repressivo. Vengono accusati di “strage politica” per delle azioni di danneggiamento di strutture statali, senza il minimo ferimento. Condannati per ciò dallo Stato che le stragi le ha fatte davvero, causando la maggior parte di morti e feriti degli “anni di piombo”(stazione di Bologna, ecc) e, naturalmente, nella completa impunità dei suoi sgherri e generali.
In questi anni assistiamo ad una deriva autoritaria violenta: addirittura il sindacalismo di base e lo sciopero vengono criminalizzati! Un autentico stato di segregazione è stato istituito per migranti e rifugiati. Fino alle stragi in mare, ai lager libico-italiani, al massacro di 14 detenuti in rivolta nel marzo 2020. Sono aspetti diversi di una stessa violenza repressiva contro il proletariato e come proletariato internazionale dobbiamo reagire.
La solidarietà è la prima cosa! Unirsi, fare fronte comune contro tutte queste aggressioni: “tocca uno, tocca tutti!”
Partecipiamo alle prossime iniziative, di una lunga campagna, a sostegno di Alfredo Cospito e altri/e prigionieri/e, contro il 41bis!
15 ottobre 2022
Soccorso Rosso Internazionale – rhi-sri.org