Da: secoursrouge.org
Maggio 2023
Lunedì 8 maggio, i prigionieri palestinesi Ahmad Sa’adat, Ahed Abu Ghoulmeh e Walid Hanatsheh sono stati posti in isolamento e con possibile interrogatorio in un luogo sconosciuto. Sono funzionari di spicco del Fronte popolare per la liberazione della Palestina e le loro celle sono state invase dalle forze di repressione israeliane, così come le sezioni 5 e 7 della prigione di Ramon. Immediatamente dopo l’annuncio di questi trasferimenti, i prigionieri del FPLP nelle carceri dell’occupazione hanno iniziato a battere sulle finestre e sulle sbarre delle celle, rifiutandosi di alzarsi o uscire per l’appello o la verifica dei numeri, procedure che si svolgono più volte durante la giornata, ha riferito il Centro Handala per detenuti ed ex detenuti.
^^^^^^
Da: palestinevaincra.com
Parigi In occasione della Giornata Internazionale di sostegno ai prigionieri palestinesi, il 17 Aprile, è stato realizzato un attacchinaggio nelle strade di Parigi per chiedere il rilascio dei/delle 4900 prigionieri/e palestinesi ingiustamente detenuti dall’occupazione israeliana. In particolare, ribadiamo il nostro impegno a proseguire la mobilitazione per la liberazione immediata di Georges Abdallah. Comunista libanese, è imprigionato in Francia dal 1984 per il suo impegno antimperialista. Tolosa All’indomani della Giornata Internazionale per la liberazione dei prigionieri palestinesi, numerose persone a Tolosa richiedono la liberazione immediata dei/delle 4900 prigionieri/e e bambini ingiustamente detenuti dall’occupazione israeliana. Bruxelles (Belgio) Sabato 17 aprile 2023, centinaia di persone si sono radunate davanti alla Gare Centrale di Bruxelles in occasione della Giornata Internazionale per la liberazione dei prigionieri palestinesi, su appello di numerose organizzazioni. In tale occasione, Samidoun Bruxelles era presente a fianco di Classe contre Classe, il Front d’Action Révolutionnaire, la Plateforme Charleroi Palestine e pure Bruxelles Panthères per affermare un chiaro sostegno alla resistenza palestinese in ogni sua forma, difendere la liberazione della Palestina dal mare al Giordano e richiedere la liberazione immediata dei 4900 prigionieri palestinesi ingiustamente detenuti dall’occupazione israeliana. Tramite numerosi striscioni e cartelli si è chiesto soprattutto la liberazione dei prigioniere palestinesi, nonché di Walid Daqqah, Khader Adnan, Georges Abdallah, Ahmad Sa’adat, ma anche di sviluppare la campagna internazionale per il boicottaggio d’Israele. A Bruxelles, come altrove, facciamo crescere il nostro movimento internazionalista contro l’imperialismo e il sionismo! Berlino (Germania) Il 13 aprile 2023, la polizia di Berlino ha vietato due manifestazioni intese a celebrare La Giornata dei/delle prigionieri/e palestinesi, in particolare la manifestazione del 16 aprile organizzata da Samidoun Deutschland. Questa decisione segue una campagna diffamatoria contro una manifestazione organizzata da Masar Badil e Samidoun a sostegno di Al Aqsa e l’intera Palestina, che ha visto la partecipazione di oltre 1000 persone nelle strade della capitale tedesca l’8 aprile scorso.Già nel 2022, le autorità tedesche hanno proibito le commemorazioni per la Nakba, decisione largamente condannata in Germania e in tutto il mondo. Il membro della direzione del movimento Masar Badil, Zaid Abdal Nasser ha dichiarato: “Non abbandoneremo la causa dei prigionieri, non ci sottometteremo più alla repressione e alla decisione d’annullare i cortei per la Giornata dei/delle prigionieri/e in Germania e contrasteremo questa decisione con ogni mezzo legale e campagne popolari e politiche intense”. “D’altra parte, il militante palestinese ha “invitato” a respingere la decisione tedesca ed esprimere con forza il sostegno al movimento dei/delle prigionieri/e che esprime rivendicazioni di tutto il nostro popolo e la sua lotta. Noi consideriamo il movimento dei/delle prigionieri/e il nucleo solido del movimento di liberazione nazionale e la prima linea di difesa del popolo palestinese e della sua giusta causa”. La Coordinatrice Internazionale di Samidoun, Charlotte Kates ha ricordato che: “Ci è giunta la decisione della polizia tedesca che vieta i cortei e le attività per commemorare la Giornata del prigioniero palestinese a Berlino. Quest’azione è pericolosa e razzista e va condannata. Le giustificazioni della decisione sono solo pretesti, bugie e argomenti poco solidi da parte della polizia tedesca, non solo riguardo alla nostra manifestazione, ma rispetto a quanto avviene alla moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme e in tutta la Palestina occupata”. Come sottolinea Samidoun nella dichiarazione, tornando alle ragioni di questo divieto, questa decisione deve essere pure considerata un attacco all’insieme dei/delle 4900 prigionieri/e palestinesi ingiustamente detenuti dall’occupazione israeliana e contro il movimento di solidarietà internazionale che va crescendo per la loro liberazione immediata. La rete internazionale di sostegno ai/alle prigionieri/e palestinesi conclude con la riaffermazione che “la nostra lotta di liberazione è anticoloniale e antirazzista, e la nostra battaglia non verrà ridotta al silenzio da campagne di diffamazione o dalla repressione dello Stato. Non resteremo a mani conserte, mentre il nostro popolo è obbiettivo della criminalizzazione e della repressione. È adesso che è più urgente farlo! Dobbiamo continuare a organizzare e intensificare ogni nostro sforzo per liberare tutti i prigionieri e le prigioniere palestinesi, per sostenere il popolo palestinese e la sua coraggiosa resistenza, per la liberazione della Palestina dal mare al Giordano”. Il Collectif Palestina Vaincra denuncia questo nuovo divieto di manifestazione per la Palestina nella capitale tedesca. Questi attacchi contro la libertà d’espressione, di organizzazione e di manifestare da parte dei/delle palestinesi e del loro sostegno, devono essere compresi come attacco all’insieme dei nostri diritti democratici, rimessi in discussione oggi. Da Tolosa a Berlino, passando per Parigi e Bruxelles, dobbiamo affrontare la criminalizzazione del movimento di solidarietà con la Palestina in Europa e denunciare la radicalizzazione autoritaria dei governi europei.^^^^^^
3 aprile 2023 |
Da Vancouver a Gaza, una serie di iniziative si sono svolte per chiedere la liberazione di Georges Abdallah
Dal 25 marzo al 2 aprile 2023, la Campagne Unitaire pour la libération de Georges Abdallah ha avviato una Settimana Internazionale di mobilitazione in occasione del suo 72° compleanno. Georges ha trascorso oltre 38 anni della sua vita nelle carceri francesi. La campagna è stata sostenuta da molte organizzazioni, tra cui il Collectif Palestine Vaincra e la rete internazionale Samidoun. In questo contesto sono state organizzate diverse iniziative in diverse città della Francia, ma anche in Palestina, Libano, Belgio, Catalogna, Brasile e Canada. Militante comunista libanese e combattente della resistenza palestinese imprigionato in Francia dal 1984, Georges Abdallah è diventato un simbolo delle lotte contro l’imperialismo, il sionismo e i regimi arabi reazionari. Riportiamo di seguito un elenco, non completo, di queste mobilitazioni.
Francia
Toulouse
Nell’ambito della Semaine internationale d’actions pour la libération de Georges Abdallah vi ricordiamo di aderire alla Campagne libanaise pour la libération de Georges Abdallah per festeggiare il suo 72° compleanno, partecipando a un twitterstorm per ricordare…
Lannemézan
Nel pomeriggio di domenica 2 aprile il Collectif 65 per la liberazione di Georges Abdallah ha organizzato una manifestazione davanti al carcere di Lannemezan, dove è detenuto il comunista libanese. In tale occasione erano presenti militanti solidali di Bordeaux, Pau, Tolosa, Auch e Tarbes.
Tarbes
Come di consueto, il Collectif 65 pour la libération de Georges Abdallah ha tenuto un presidio durante la manifestazione intersindacale contro la riforma delle pensioni del 28 marzo.
Parigi/regione parigina
Come sottolineato in un comunicato stampa , la Campagne Unitaire ha organizzato diverse attività nell’ambito di questa mobilitazione: attacchinaggio, tavoli informativi, cortei, un incontro pubblico e una manifestazione.
Inoltre, varie organizzazioni erano presenti durante la Fiera Anticoloniale a Montreuil il 25 e 26 aprile e hanno sottolineato l’importanza della solidarietà con Georges Abdallah.
Sabato 1° aprile la Lega della Gioventù Rivoluzionaria ha organizzato una nuova proiezione del film-documentario “Fedayin, la lotta di Georges Abdallah” che ripercorre la storia del rivoluzionario libanese. Pochi giorni prima ha riferito dell’esposizione di uno striscione davanti alla prefettura di Champigny-sur-Marne.
In occasione del 72° compleanno di Georges Abdallah, una manifestazione organizzata dalla Campagne Unitaire è partita da Place des Fêtes al grido di “Abbasso la vendetta di Stato! Libertà per Georges Abdallah! per denunciare l’accanimento politico-giudiziario nei confronti del militante comunista arabo. Erano presenti diverse organizzazioni del movimento di solidarietà palestinese ( CAPJPO-Europalestine , Samidoun , Collective Boycott Apartheid Israel , ecc.), così come diversi delegati di partiti e gruppi politici ( Secours Rouge Arabe , ANC , PRCF/JRCF , LJR , JR ,La Piattaforma Mondiale Antimperialista , ecc.).
Grenoble
A Grenoble, il collettivo Libérons Georges Abdallah 38 ha organizzato un’azione il 2 aprile per chiedere l’immediata liberazione del militante ingiustamente imprigionato. Inoltre, la LJR ha tracciato diverse scritte, fra cui “La Palestina vincerà, liberiamo Georges Abdallah” visibile nel quartiere Grenoble di Villeneuve.
Marsiglia
E’ stato realizzato un attacchinaggio a Marsiglia nell’ambito della Settimana d’azione internazionale.
Lione
A Lione, il Collectif 69 a sostegno del popolo palestinese ha partecipato alla mobilitazione attraverso diverse pubblicazioni sulle reti. Inoltre, la LJR ha realizzato scritte nei quartieri di Lione.
Annecy
Il Collectif 74 per la liberazione di Georges Abdallah ha partecipato alla manifestazione contro la riforma delle pensioni del 28 marzo, poi il 31 marzo ha organizzato una manifestazione davanti alla prefettura.
Clermont-Ferrand
Nelle corsie del congresso della CGT, i sindacalisti affermano la loro solidarietà al militante internazionalista imprigionato da oltre 38 anni in Francia. In molte occasioni la confederazione sindacale ha affermato il proprio sostegno per la liberazione di Georges Abdallah.
Nantes
La LJR ha organizzato diversi attacchinaggi in città per sostenere Georges Abdallah e sottolineare la necessità di sviluppare la campagna per il suo rilascio.
Bordeaux
Membri di Libérons Georges 33 erano presenti durante la manifestazione contro la riforma delle pensioni il 28 marzo. In tale occasione, l’attivista del PCF e consigliere comunale Vincent Maurin ha sottolineato il suo sostegno alla campagna per la sua liberazione.
Sainte Soline
Durante il fine settimana di mobilitazione a Sainte-Soline il 25 e 26 marzo contro i mega-bacini, i sostenitori di Georges Abdallah si sono mobilitati per chiedere l’immediata liberazione del compagno imprigionato in Francia dal 1984.
Division
In questo comune dell’Hauts-de-France, il gruppo Division for You è stato ricevuto da Ludovic Idzack, sindaco di Calonne, per sostenere Georges Abdallah.
Palestina
Gaza
Domenica 2 aprile la Galleria Jamal ha organizzato a Gaza City la proiezione del film-documentario “Fedayin, la lotta di Georges Abdallah”. E’ stata l’occasione per molte persone di scoprire la storia di questo militante libanese che ha dedicato la sua vita alla Palestina.
Al Ramleh
Fuori dal carcere di Al Ramleh, a nord di Gerusalemme, 48 diverse organizzazioni palestinesi hanno tenuto una manifestazione a sostegno del rilascio dei prigionieri palestinesi, in particolare del prigionierio in sciopero della fame, Khader Adnan, e il prigioniero malato Walid Daqqah. Diversi manifesti hanno pure riportato il sostegno per il rilascio di Georges Abdallah.
Sakhnin
Nella Palestina occupata del ’48, nella città di Sakhnin, sono affissi manifesti di solidarietà a Georges Abdallah in occasione delle commemorazioni della Giornata della Terra.
Libano
I promotori della Campagna libanese per il rilascio di Georges Abdallah hanno preso l’iniziativa di organizzare un twitterstorm sabato 1 aprile nell’ambito della settimana della mobilitazione. Sul quotidiano Al Akhbar , è pubblicata una dichiarazione che sottolinea “l’interferenza francese e americana in ogni dettaglio della sovranità libanese, dall’elezione di un presidente all’esplorazione petrolifera; conferma la subordinazione dei politici libanesi a queste forze e il loro controllo sulle loro decisioni” . In questa occasione l’hashtag #FreeGeorgesAbdallah ha raggiunto centinaia di migliaia di persone. Inoltre, la scandalosa detenzione di Georges Abdallah è finita in prima pagina sul media libanese Al Qaous.
CanadaVancouver
Sabato 1° aprile a Vancouver, la Canada Palestine Association e il BDS Vancouver hanno organizzato una protesta chiedendo il boicottaggio dei vini “israeliani” come parte delle commemorazioni del Land Day. Questa iniziativa è stata sostenuta da diversi gruppi (tra cui ILPS, Samidoun e Masar Badil ) e ha chiesto la mobilitazione per il rilascio dei prigionieri palestinesi, tra cui Georges Abdallah.
Stato spagnolo
Barcellona
Giovedì 30 marzo, Samidoun e diverse organizzazioni hanno organizzato una manifestazione per commemorare la Giornata della Terra. Anche in questa occasione è stato presente il sostegno a Georges Abdallah!
Murcia
Sabato 1° aprile, Palestina Libre (un’organizzazione membro di Samidoun) ha organizzato una manifestazione per la Giornata della Terra. In questo contesto, il sostegno a Georges Abdallah si è affermato in particolare tramite la vendita dell’edizione in lingua castigliana del libro “L’Affaire Georges Ibrahim Abdallah” di Saïd Bouamama.
Belgio
Charleroi
Membro della rete Samidoun , la Piattaforma Charleroi-Palestine hanno tenuto sabato 1° aprile un banchetto in Place Verte per sostenere Georges Abdallah e Walid Daqqah.
Università statale brasiliana di Campinas
Nell’ambito di una mobilitazione contro lo svolgimento del “Festival delle università israeliane” in questo campus brasiliano, varie persone si sono mobilitate il 3 aprile su appello di Masar Badil, Samidoun o del Centro politico-culturale palestinese Al Janiah. Durante questa manifestazione sono stati esposti manifesti per il rilascio di vari prigionieri palestinesi e di Georges Abdallah.
Questo panorama di azioni e iniziative per la liberazione di Georges Abdallah testimonia la significativa diversità di sostegno al militante comunista libanese nel mondo. Più che mai, dobbiamo sviluppare questa campagna per ottenere il suo rilascio e il suo ritorno nel suo Paese, il Libano. Questo scandalo di Stato deve finire!
Collectif Palestina Vaincra.
E-mail: Collectivepalestinevaincra@gmail.com
^^^^^^
Da: liberonsgeorges.samizdat.net
Aprile 2023
Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione della Giornata Internazionale dei prigionieri palestinesi (17 Aprile)
Cari compagni, care compagne, cari amici, care amiche
Appena due settimane fa, numerose iniziative sono state organizzate in Palestina e in vari Paesi limitrofi e altrove, per celebrare la “Giornata della Terra”. Contemporaneamente sono state sviluppate altre attività per animare la “Giornata Internazionale del Prigioniero Rivoluzionario”. Oggi, eccoci di nuovo qui riuniti, come altri fanno altrove, per celebrare la “Giornata del prigioniero palestinese” ed esprimere così la nostra incrollabile solidarietà ai/alle combattenti della Resistenza nelle carceri sioniste e più in particolare per sostenere le varie iniziative di lotta in atto in questi giorni, per strappare dalle grinfie dei carcerieri criminali il compagno Walid Dakka, il cui stato di salute è ormai allarmante.
Compagni e Amici, come sapete era previsto che all’inizio del mese di Ramadan, “la Direzione Unificata del Movimento dei Prigionieri nelle Carceri Sioniste” avrebbe chiamato a uno sciopero della fame a tempo indeterminato, in risposta alle misure fasciste decretate dal ministro della sicurezza israeliano, il suprematista Itamar Ben Gvir, contro i nostri compagni incarcerati… Tutto era ben preparato affinché questa fosse la battaglia di tutti i/le prigionieri/e nelle carceri sioniste e che si estendesse e si unisse ai/alle compagni/e nei vari campi impegnati nello scontro a Nablus, a Jenin, a Gerico, ad Ashkelon, ad Al-Quds, a Gaza e ad Oum Al-Faham. La mobilitazione e l’entusiasmo delle masse popolari in risposta a questa prospettiva sono state tali che all’ultimo momento, un giorno prima dell’inizio del Ramadan, il governo sionista ha dovuto ritirare queste misure fasciste e quindi la “Direzione unificata del movimento dei prigionieri” ha sospeso l’appello allo sciopero. Compagni e amici, è solo un rinvio; sappiamo tutti che è solo in funzione di un certo equilibrio di potere che il governo israeliano ha dovuto accettare le richieste dei compagni e ritirare le sue misure fasciste. Sicuramente tornerà presto alla carica. Queste migliaia di prigionieri e prigioniere detenuti da tanti anni, – per alcuni da diversi decenni – rappresentano oggi più che mai la Resistenza del popolo palestinese nella pluralità delle sue espressioni. E questo governo sionista più di ogni altro prima, non può far altro che intensificare la repressione e cercare di allargare ancor più il campo di distruzione di tutto ciò che è palestinese e soprattutto di ciò che aggrega la volontà collettiva della Resistenza globale. Comunque nella sua corsa precipitosa non può avere altra scelta… Certo, va dritto a sbattere contro il muro e lo sanno anche molti dei suoi più zelanti protettori e complici; ma loro a loro volta non hanno altra scelta e vanno dritti a sbattere contro il muro.
Sapete compagni, oggigiorno viviamo tutti sotto l’egemonia del capitale globalizzato. Nessun Paese può sfuggire completamente al meccanismo distruttivo di questa egemonia. È questo “capitalismo globalizzato”, cioè il capitalismo realmente esistente, ad essere in crisi. Ed è proprio contro questo capitalismo che i comunisti e tutti i protagonisti rivoluzionari dovranno vincere, per sconfiggere la barbarie… Per la sopravvivenza dell’umanità, per la sopravvivenza del nostro pianeta, occorre saper sbarazzarsi del capitalismo e la sua barbarie e più rapidamente.
Compagni e Amici, la crisi multidimensionale che sta scuotendo i pilastri del sistema e acuendo sempre più le contraddizioni inter-imperialiste, sta accelerando ovunque in questi giorni i vari processi di fascistizzazione… ecco perché l’entità sionista, questa organica estensione dell’imperialismo occidentale, è uno dei luoghi in cui questa fascistizzazione è in piena mostra in questi giorni. Naturalmente, come ovunque, i protagonisti della lotta rivoluzionaria, specialmente quelli che rappresentano con la loro mera esistenza la volontà collettiva della Resistenza, sono preferibilmente l’oggetto delle politiche di annientamento che i fascisti di ogni genere si affrettano ad attuare.
Da oltre un secolo, il popolo palestinese si batte contro il progetto di colonizzazione imperial-sionista in Palestina. È nel quadro complessivo di questa Resistenza storica che si può cogliere meglio l’articolazione dinamica dei vari fattori che strutturano “la volontà collettiva di Resistenza” e il posto particolare occupato da “IL PRIGIONIERO” nella memoria collettiva palestinese.
Forse sarà utile ricordare brevemente che la creazione di “Arab Investigation Centres” risale al 1920, quando le autorità britanniche interrogavano i prigionieri arabi nella Palestina mandataria usando metodi di tortura come il waterboarding. La creazione di questi centri si inserisce nel contesto della grande violenza della repressione britannica durante le rivolte in Palestina dal 1920 al 1939. È da allora l’attuazione della politica di repressione generalizzata, che decretava in particolare il coprifuoco “detentivo amministrativo”, la punizione collettiva, la distruzione di case. Nel contesto di questa politica criminale di repressione totale, hanno creato questi “Centri Investigativi Arabi” dove le autorità britanniche si sono abbandonate ai peggiori eccessi, usando metodi di tortura come il già citato waterboarding. Per spezzare la volontà dei prigionieri della Resistenza…
In tutta questa epopea storica e fino ai giorni nostri, il “prigioniero Resistente” accanto al “Martire” è la figura condivisa dalla maggior parte delle famiglie palestinesi.… Ieri erano più di 12.500 i prigionieri, a seguito della “Grande Rivolta Palestinese” e oggi sono ancora più di 5.000 altri combattenti della Resistenza prigionieri… Con questo spirito, Compagni, nel 1974, “La Conferenza Nazionale Palestinese”, ha proclamato il 17 aprile “Giornata del prigioniero palestinese”. Ciò non solo per denunciare, in questa occasione, la barbarie dell’occupante sionista, né solo per onorare i/le compagni della Resistenza prigionieri ricordando alle masse popolari i loro sacrifici e la loro incrollabile volontà di opporsi alla soldataglia sionista. La celebrazione di questa “Giornata del prigioniero palestinese” è intesa soprattutto ad affermare forte e chiaro la ferma determinazione a strappare i nostri compagni dalle grinfie dei loro carcerieri criminali. In effetti, ripetutamente le avanguardie della lotta rivoluzionaria palestinese hanno assunto questo compito con grande coraggio e abnegazione, costringendo il nemico a liberare migliaia di compagni prigionieri senza alcuna contropartita da parte loro.
Certamente, oggi come ieri, la liberazione dei prigionieri rivoluzionari è un dovere prioritario; è sempre stato un momento di grande effervescenza popolare ed è servito nel modo più significativo a influire sulla rivoluzione palestinese e arricchire la lotta, sia a livello regionale che a livello internazionale.
Siamo Compagni all’altezza di questo dovere! E se necessario, ricordiamo a tutti/tutte ad alta voce che questo è il dovere più sacro e che ogni rivoluzionario deve essere sempre pronto ad adempierlo!
Siamo degni dell’epopea delle torce della libertà, questi indomabili Eroi della Resistenza prigionieri nelle carceri sioniste! Liberiamoli!
Che fioriscano mille iniziative di solidarietà a favore della Palestina e della sua promettente Intifada!
Solidarietà, ogni solidarietà con i combattenti della Resistenza nelle carceri sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Filippine e altrove nel mondo!
Che fioriscano mille iniziative di solidarietà a favore del nostro compagno Walid Dakka!
Solidarietà, ogni solidarietà ai compagni rivoluzionari nelle carceri in Grecia!
Solidarietà, tutta la solidarietà ai proletari in sciopero in questo Paese!
Onore ai Martiri e alle masse popolari in lotta!
Il capitalismo è solo barbarie, onore a tutti coloro che vi si oppongono nella diversità delle loro espressioni!
Insieme compagni, e solo insieme vinceremo!
A tutti voi, Compagni e Amici, il mio più caloroso saluto rivoluzionario.
Il vostro compagno Georges Abdallah
17 aprile 2023
^^^^^^
Da: secoursrouge.org
25 dicembre 2022
Dal 14 al 24 gennaio 2023: Settimana internazionale di mobilitazione per liberare Ahmad Sa’adat e tutti i prigionieri palestinesi
Deportazione conflittuale, negligenza medica, detenzione amministrativa e imprigionamento dei martiri.
“La lotta palestinese per la liberazione nazionale fa parte del movimento internazionale dei popoli per la liberazione nazionale, la giustizia internazionale razziale ed economica e la fine dell’occupazione, del colonialismo e dell’imperialismo”. – Ahmad Sa’adat
APPROVARE E SCARICARE MATERIALI https://samidoun.net/freesaadat
In occasione del 14° anniversario della condanna israeliana della liberazione nazionale palestinese e del leader internazionale di sinistra, Ahmad Sa’adat, nonché del 14° anniversario dal brutale attacco israeliano a Gaza, “Operazione Piombo Fuso”, la Rete di solidarietà ai prigionieri palestinesi chiede a tutti coloro che sostengono la Palestina e la giustizia per il popolo palestinese di aderire a una settimana di mobilitazione dal 14 e il 24 gennaio 2023 per liberare Ahmad Sa’adat e tutti i prigionieri palestinesi.
Ahmad Sa’adat, i suoi compagni e i loro compagni prigionieri palestinesi sono leader della resistenza in prima linea per la giustizia e la liberazione, continuano gli scioperi della fame e combattono incessantemente con un’incrollabile volontà di libertà.
Ahmad Sa’adat è il segretario generale incarcerato del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, leader del movimento di liberazione nazionale palestinese e simbolo dei movimenti rivoluzionari e di sinistra internazionali.
Mentre organizziamo questa settimana di mobilitazione, il movimento dei prigionieri palestinesi sta affrontando diverse priorità: sfidare l’incuria medica che ha portato alla morte in dicembre del leader di lunga data della resistenza palestinese Nasser Abu Hmaid; opposizione alla deportazione forzata, soprattutto dopo lo sgombero forzato e la privazione dell’identità di Gerusalemme all’avvocato palestinese Salah Hamouri; la lotta contro la detenzione amministrativa, la detenzione arbitraria senza accusa né processo; il rilascio dei corpi dei martiri, tra cui Abu Hmeid e altri 11 palestinesi, i cui corpi sono stati trattenuti dopo la loro morte.
https://www.facebook.com/SamidounPrisonerSolidarity
^^^^^^
Da: secoursrouge.org
23 ottobre 2022
Il collettivo per la liberazione di Georges Ibrahim Abdallah ha organizzato, come ogni anno, una manifestazione davanti al carcere di Lannemezan in occasione dell’anniversario del suo arresto, nell’ottobre 1984. Oggi, Georges Ibrahim Abdallah ha 71 anni ed era liberabile già 20 anni fa… Sabato 22 ottobre, oltre 1000 persone hanno manifestato davanti al carcere di Lannemezan dove Georges è detenuto. Grazie alla mobilitazione di molte organizzazioni provenienti da diverse città, è stata una bella marcia a sostegno di questo militante comunista libanese incarcerato in Francia dal 1984 per il suo impegno decisamente antimperialista. Arrivando davanti ai cancelli della prigione di Lannemezan, la folla ha scandito “Georges Abdallah, i tuoi compagni sono qui” e acceso fuochi d’artificio per farsi vedere e sentire anche dentro il centro penitenziario.
Questo fine settimana a Saïda e a Beirut in Libano sono state organizzate diverse manifestazioni per la liberazione di Georges Abdallah detenuto in Francia dal 1984. Molte organizzazioni palestinesi e libanesi erano presenti insieme alla famiglia di Georges Abdallah per denunciare la continua detenzione di chi è divenuto il più vecchio prigioniero politico in Europa. A Saida era presente anche l’ex prigioniero e leader della resistenza libanese Anwar Yassine. Altre iniziative hanno avuto luogo ad Amburgo, Charleroi, Montreal e altrove
^^^^^^
Da: libéronsgeorges
Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione della manifestazione per la sua liberazione.
Lannemezan – sabato 22 ottobre 2022
Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche
All’alba di questo 39° anno di prigionia, sapere che siete qui riuniti mi dà molta forza e mi scalda anche il cuore. Non importa cosa pensino coloro che stanno guardando e spiando questo raduno, il calore della vostra mobilitazione e l’entusiasmo del vostro impegno se ne infischiano di queste abominevoli mura, di questo filo spinato e di altre torri di avvistamento; cozzano contro la mortale quotidianità delle celle e ci lasciano intravedere sprazzi di vittorie che prendono forma all’orizzonte.
Compagni e amici/amiche, le vostre varie iniziative di solidarietà che avete sviluppato durante questa campagna internazionale da un mese, contribuiscono a dare una sferzante smentita a coloro che scommettono sul fiato corto della vostra mobilitazione.
Certamente in questa Campagna Internazionale, “Offer” e le altre carceri sioniste hanno tutta la vostra attenzione e, naturalmente, l’espressione della vostra attiva solidarietà è sempre più corroborante per coloro che vi sono rinchiusi da tanti anni.
Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche le contraddizioni interimperialiste occupano il primo posto sulla scena internazionale, nel contesto della crisi globale del sistema capitalista globalizzato. Vanno inasprendosi sempre e si diffondono a livello planetario e, come sempre in simili circostanze, la propaganda imperialista è in pieno svolgimento. Sembra inutile soffermarsi a lungo sulle pseudo-argomentazioni dei malvagi aggressori e sui poveri attaccati. Compagni, solo non perdiamo di vista il fatto che le guerre imperialiste e inter-imperialiste rientrano in qualche modo nel codice genetico del capitalismo. Ecco perché, nell’arco di un secolo, il capitalismo sta spingendo l’umanità sull’orlo della guerra mondiale per la terza volta. La crisi di questo capitalismo moribondo, nella sua fase di avanzata putrefazione, è la crisi del capitalismo globalizzato realmente esistente, e la sua agonia terminerà solo con il superamento verso il comunismo…
Compagni, certamente c’è spazio per altri futuri che la sottomissione ai diktat criminali del capitalismo e alla barbarie delle guerre imperialiste e inter-imperialiste.
Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche, non lasciamo che la propaganda imperialista, scatenata in questi giorni, oscuri ciò che sta accadendo in Palestina sotto gli occhi di tutti. Di fronte all’emergere e all’affermarsi di una nuova generazione di combattenti della Resistenza, soprattutto in Cisgiordania, la soldataglia sionista s’abbandona ai peggiori eccessi, uccidendo ogni giorno giovani e vecchi, distruggendo case, confiscando nuove terre, con falsi pretesti, e ultimamente circondando le città con un blocco completo. La Resistenza lo affronta, sta a uomini e donne di buona volontà fare altrettanto a livello regionale e internazionale.
Che mille iniziative di solidarietà fioriscano a favore della Palestina e della sua promettente Resistenza!
Solidarietà, ogni solidarietà ai combattenti della Resistenza nelle carceri sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia, Filippine e nel resto del mondo!
Solidarietà, ogni solidarietà ai proletari in lotta!
Onore ai martiri e alle masse popolari in lotta!
Abbasso l’imperialismo, i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!
Il capitalismo è solo barbarie, onore a tutti/e coloro che vi si oppongono nella diversità delle loro espressioni!
Insieme Compagni e solo insieme vinceremo.
A tutti voi, compagni e amici/amiche, i miei più cordiali saluti comunisti.
Georges Ibrahim Abdallah
^^^^^^
Da: secoursrouge.org
Settembre 2022
Dal 25 settembre, 30 prigionieri palestinesi, detenuti senza accusa né processo in “detenzione amministrativa” hanno intrapreso uno sciopero della fame per chiedere la fine di questo regime detentivo, secondo cui attualmente sono imprigionati oltre 740 prigionieri palestinesi in base a “prove segrete”. Sabato 1° ottobre, il militante comunista libanese Georges Abdallah ha annunciato che avrebbe iniziato uno sciopero della fame di un giorno in solidarietà con questa mobilitazione. In una lettera indirizzata al direttore del Centro Penitenziario di Lannemezan, ha dichiarato: “In solidarietà con i combattenti della Resistenza palestinese imprigionati nelle carceri sioniste che sono in sciopero della fame per denunciare la loro detenzione arbitraria e chiedere l’abrogazione della legge che consente la ‘detenzione amministrativa’, oggi 1° ottobre sono in sciopero della fame”. Imprigionato in Francia dal 1984, Georges Abdallah è un combattente della resistenza palestinese, riconosciuto come parte del movimento dei prigionieri palestinesi. Regolarmente partecipa a scioperi della fame o del “carrello” in solidarietà con i suoi compagni imprigionati dall’occupazione israeliana, soprattutto nel 2016, 2017 e 2019.
^^^^^^
Da: redspark.nu.en/
25 settembre 2022
30 quadri di FPLP detenuti dal governo israeliano iniziano lo sciopero della fame
Palestina, domenica 25 settembre 2022: 30 palestinesi detenuti da Israele hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la loro detenzione a tempo indeterminato.
“Lo sciopero mira a soddisfare le richieste dei detenuti” per porre fine alla loro detenzione amministrativa nella prigione di Ofer, a ovest di Ramallah, ha dichiarato Qadura Fares, il capo della ONG “Palestine Prisoner Society” in conferenza stampa.
Tutti i detenuti sono quadri del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP).
Il braccio carcerario del Fronte popolare per la liberazione della Palestina ha emesso una dichiarazione in cui afferma che “Questi 30 prigionieri hanno trascorso quasi 200 anni in detenzione amministrativa, presi insieme. Duecento anni di prigionia senza accusa né processo per il capriccio degli agenti di intelligence dell’occupazione… centinaia di anni, in cui l’occupazione ci ha impedito di abbracciare le nostre famiglie o di vedere i nostri figli, mentre nascevano o crescevano. Non abbiamo mai festeggiato i loro compleanni, non li abbiamo accompagnati il primo giorno di scuola. Non abbiamo condiviso i ricordi della loro festa di laurea e gli ufficiali di intelligence sono poi venuti a dirci: “Vi priveremo della gioia del matrimonio, dei vostri figli e delle vostre figlie”. Duecento anni in cui abbiamo perso padri, madri e fratelli, e le nostre mogli hanno appreso d’aver sposato un fantasma che vive nel buio delle celle, su richiesta di un carceriere fascista”.
Fares ha previsto che più detenuti palestinesi si uniranno allo sciopero della fame nei prossimi giorni.
La politica della detenzione amministrativa consente alle autorità israeliane di trattenere chiunque per 6 mesi senza accusa né processo, che possono essere prorogati a tempo indeterminato.
Secondo dati palestinesi, sono circa 4.650 i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane, di cui almeno 780 senza accusa né processo.
Per anni, i palestinesi incarcerati da Israele hanno utilizzato queste proteste per chiedere migliori condizioni di vita e la fine delle detenzioni a tempo indeterminato.
^^^^^^
Fonte: http://www.classecontreclasse.org
6 settembre 2022
Programma della “Settimana per la liberazione della Palestina” (24-29 ottobre – Bruxelles)
Le rivendicazioni della Marche costituiscono l’ambito della “Settimana di mobilitazione” organizzata a Bruxelles da Classe contre Classe in collaborazione con Masar Badil. I collettivi che si riconoscono in questo contesto sono invitati ad aderire a questa settimana nel modo che più loro convenga: iniziativa artistica, culturale o politica, conferenza, mostra o azione diretta.
Classe contre Classe e Masar Badil ringraziano i collettivi e le strutture che hanno già risposto positivamente a questo appello e che hanno permesso di creare questo primo programma:
Lunedì 24/10: Presentazione da parte di Luk Vervaet della raccolta Sumud: Parole di resistenza dai prigionieri palestinesi. Questa raccolta riprende lo studio di Lena Meari sulla resistenza dei palestinesi durante gli interrogatori. Alla libreria Novembre, 38 rue du Fort, 1060 Bruxelles.
Martedì 25/10: Presentazione dell’edizione delle Opere di Mohamed Boudia. Questi è stato un combattente per l’indipendenza dell’Algeria, drammaturgo, direttore del Teatro Nazionale di Algeri all’indipendenza, ma è stato esiliato per la sua opposizione al golpe del 1965. Si è impegnato poi per la causa palestinese ed è stato assassinato dai servizi segreti israeliani a Parigi nel 1975. Presso la libreria Météores, 207 rue Blaes, 1000 Bruxelles.
Mercoledì 26/10: Serata sul “Ritorno dalla Palestina” organizzata dal collettivo La Grue. Due giovani militanti hanno condiviso la vita quotidiana dei/delle palestinesi attraverso incontri, visite, partecipazione a manifestazioni, nelle città, nei villaggi e nei campi profughi. Ubicazione ancora da definire.
Giovedì 27/10: Simposio di solidarietà con i prigionieri palestinesi organizzato da Samidoun, Rete internazionale di sostegno ai prigionieri della Palestina, bandita e criminalizzata dalle autorità israeliane, e conta diverse sezioni in Europa e nel mondo. Presso la Salle Aurore, 9 rue Rouppe, 1000 Bruxelles.
Venerdì 28/10: conferenza di Secours Rouge International sulla storia dei legami tra i movimenti rivoluzionari di Palestina, Europa, Medio Oriente (Iran, Kurdistan) e mondo arabo (Maghreb…). Negli anni ’70, la lotta del popolo palestinese è stata al centro dell’internazionalismo, sostituendo il Vietnam come principale linea del fronte. Con la partecipazione di militanti provenienti dall’Europa e dal Medio Oriente attivi in quel periodo. Al DK, 70B rue du Denmark, 1060 Bruxelles.
Durante la “Settimana”: Mostra di manifesti di Marc Rudin. Nel 1977, il grafico svizzero Marc Rudin ha aderito alla resistenza palestinese in Libano e poi in Siria. In quel periodo ha prodotto decine di manifesti per il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Nel 1994 è stato arrestato in Turchia e detenuto per 5 anni. La mostra è organizzata da Revolutionäre Jugend Zürich. Luogo ancora da definire.
E a coronamento della settimana, sabato 29/10: “Marche pour le retour et la libération”, su appello di Masar Badil, con il supporto della Piattaforma Charleroi-Palestine e dell’organizzazione Classe contre Classe. Partenza ore 14 da Place Lumumba, Porte de Namur, 1050 Bruxelles.
^^^^^^
31 agosto 2022
Giornata mondiale di mobilitazione #BoycottPuma
Iscrivetevi al prossimo #BoycottPuma Global Day of Action il 10 settembre quando promettiamo #NoRestForPUMA a sostegno delle squadre palestinesi che si rifiutano di rimanere in silenzio sul regime dell’apartheid israeliano e di aziende come PUMA che lo sostengono.
I club palestinesi i cui giocatori hanno perso la vita o sono stati mutilati dai soldati israeliani si impegnano a non tacere.
Non smetteranno di parlare del regime di apartheid israeliano che opprime tutti i palestinesi, compresi gli atleti.
Non smetteranno di ritenere responsabili le società che sostengono l’apartheid israeliano.
Questo vale anche per PUMA. Sostenete le associazioni palestinesi.
Registrate il vostro gruppo per il prossimo #BoycottPuma Global Day of Action, il 10 settembre.
Oltre 200 club palestinesi chiamano al boicottaggio internazionale di PUMA, perché l’azienda continua a sostenere il regime israeliano d’occupazione militare e apartheid.
PUMA è lo sponsor principale della Federcalcio israeliana, che gestisce e rappresenta i club con sede in insediamenti israeliani illegali su terre rubate ai palestinesi.
PUMA sente il vento contrario! Insieme abbiamo aiutato PUMA a perdere milioni di dollari in importanti contratti sportivi, svelato le bugie di PUMA e diffuso la nostra richiesta di giustizia a milioni di persone in tutto il mondo. Non ci fermeremo finché PUMA non porrà fine alla sua complicità con l’apartheid israeliano.
Unisciti a noi mentre annunciamo #NoRestForPUMA a sostegno delle associazioni palestinesi.
Unisciti al #BoycottPuma Global Day of Action! Registra ora il tuo gruppo!
Dozzine di città nel mondo saranno attive rispetto ai giochi di squadra sponsorizzati da PUMA, negli uffici PUMA e nei negozi PUMA.
Date un’occhiata qui sotto ad alcune idee per mobilitarsi. Per idee, lettere-esempio e grafici relativi al boicottaggio PUMA, contattateci: pacbi@bdsmovement.net
Attivatevi:
Di seguito sono riportate le idee per la giornata d’azione #BoycottPUMA.
Siate creativi! Portate argomenti sportivi nelle vostre azioni e condivideteli sulle reti.
Usate gli hashtag #BoycottPUMA, #NoRestForPUMA e #PumaFam.
-
Invitate i club sponsorizzati da PUMA a separarsi da PUMA
Scoprite se le squadre locali sono sponsorizzate da PUMA e chiedete loro di lasciare PUMA. Contattateci, saremo lieti di inviarvi una lettera di esempio: pacbi@bdsmovement.net.
Organizzate un’azione durante una partita. Scattate una foto con la maglia della vostra squadra, tenendo in mano un cartello #BoycottPUMA. Azioni incentrate sui team locali sono un ottimo modo per ricevere notizie locali.
-
Organizzate un’azione in un negozio o rivenditore PUMA o da un dettagliante
Usa il PUMA Store Locator o cerca PUMA su Google Maps per trovare i negozi Puma nella vostra città.
-
Diventate attivi in un ufficio PUMA
Consegnate o inviate la lettera di 200 associazioni palestinesi e la petizione SumOfUs firmata da oltre 125000 persone.
Puma ha filiali in Germania, Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, Italia, Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Austria, Paesi Bassi, Francia, Repubblica Ceca, Polonia, Turchia, Sud Africa, Emirati Arabi Uniti (UAE), USA, Argentina, Cile, Messico, Perù, India, Australia, Singapore, Malesia, Indonesia, Giappone, Corea del Sud, Hong Kong.
-
Segnate un gol #BoycottPUMA per i diritti dei/delle palestinesi
Costruite un goal #BoicottPuma e segna un goal per i diritti dei palestinesi o organizza una finta partita di calcio. Scattate foto o video e condivideteli sulle reto con l’hashtag #BoycottPuma.
-
Coinvolgete il mondo dello sport
Incoraggiate le federazioni sportive locali, i/le giocatori/trici, le squadre sportive di base, i fan club e i partecipanti a tornei sportivi antirazzisti a partecipare ad azioni online con foto e video.
-
Avete vostri vestiti e scarpe Puma? Date loro un nuovo design!
Scrivete “Boycott” sul logo Puma o attaccate semplicemente la parola “Boycott” sopra il logo Puma. Fate un breve video o una foto di voi stessi te stesso, mentre fornite alla vostra attrezzatura e alle scarpe Puma un nuovo marchio e pubblicatelo sulle reti, ad esempio con tweet:
Ho comprato vestiti di @Puma prima che Puma sostenesse gli insediamenti illegali israeliani su terre rubate ai palestinesi.
-
Organizzate un webinar (seminario web, n.d.t.) o un workshop online
Coinvolgete le federazioni sportive locali in un webinar sugli attacchi d’Israele agli sport palestinesi e sulla campagna #BoicottaPuma. Contattateci per eventuali relatori: pacbi@bdsmovement.net
-
Avviate una campagna di disinvestimento
Verificate se il vostro fondo pensione, banca o altro istituto cui fate riferimento investe in Puma e chiedete loro di prelevare il loro capitale. Contattateci se vi serve aiuto su ciò: pacbi@bdsmovement.net
Aderite a #BoycottPUMA Global Day of Action, 10 settembre
traduzione editoriale BDS-Aktion.de
Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale d’Israele (PACBI)
https://barrikade.info/article/5357
^^^^^^
Pubblichiamo il seguente comunicato giuntoci il 21 agosto 2022
IL MOVIMENTO DEI PRIGIONIERI HA PIANIFICATO UNA SERIE DI PASSAGGI DI PROTESTA CHE PORTERANNO ALLO SCIOPERO DELLA FAME.
Il Comitato Nazionale di emergenza del movimento dei prigionieri palestinesi nelle carceri sioniste ha emesso un comunicato oggi in cui si afferma: “l’amministrazione carceraria dell’occupante ha ritrattato tutti gli accordi a cui eravamo pervenuti lo scorso marzo, a seguito dei quali avevamo momentaneamente sospeso le nostre iniziative.”
Nel comunicato si sottolinea che “l’amministrazione sionista ha deciso di ripristinare le modalità con cui ha sempre abusato e continua ad abusare dei prigionieri e della loro vita, attraverso trasferimenti arbitrari ogni sei mesi, che provocano nei prigionieri la perdita della stabilità e dell’adattamento al contesto ambientale, conseguiti con il trascorrere molti anni in prigione: la maggior parte dei detenuti palestinesi è vicina al 20esimo anno di prigionia.”
Il comunicato continua: “in conseguenza di ciò, abbiamo serrato nuovamente i ranghi per prepararci ad una battaglia che potremmo essere costretti a combattere quanto prima, con lo slogan: “se tu torni sui tuoi passi, anche noi torniamo sui nostri passi” e abbiamo riattivato il Comitato Nazionale d’emergenza dei prigionieri palestinesi. Abbiamo inoltre deciso alcuni passaggi tattici che culmineranno tra un periodo massimo di due settimane con uno sciopero della fame a tempo indefinito portato avanti da tutte le fazioni dei prigionieri reclusi nelle carceri sioniste.”
Il Comitato indica che il movimento dei prigionieri “comincerà i prossimi lunedì e mercoledì con il non uscire fuori dalla propria cella durante la conta mattutina, come primo passo e ultimo monito all’amministrazione carceraria di smetterla con gli attacchi dovuti al ritrattare le precedenti decisioni.”
Il Comitato fa appello nel comunicato “a tutto il popolo e alle fazioni della Resistenza di stare al nostro fianco in questa battaglia, popolo su cui abbiamo sempre contato per il sostegno, dato che la questione dei prigionieri è di primaria importanza nelle istanze di liberazione nazionale: essa riguarda la libertà umana, nel percorso che porta alla liberazione della nostra terra.”
^^^^^^
5 agosto 2022
Attacco a Gaza: essere per la Palestina, il popolo palestinese e la sua resistenza!
Le forze sioniste occupanti hanno lanciato ancora una volta l’aggressione militare contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza. Questa aggressione ha già causato la morte di 9 martiri per la causa palestinese – tra cui una bambina di 5 anni e un leader del movimento di resistenza della Jihad islamica palestinese, Tayseer al-Jabari – e 55 feriti. Samidoun Network in Defense of the Palestine Prisoners invita i sostenitori della causa palestinese ad agire in difesa della Palestina, del popolo palestinese e della sua resistenza contro l’assalto sionista.
Questo attacco alla Striscia di Gaza va di pari passo con una serie di arresti e uccisioni di palestinesi in tutta la Palestina occupata, e soprattutto con l’arresto del leader del movimento palestinese della Jihad islamica, Bassam al-Saadi, a Jenin, durante il quale le forze d’occupazione hanno ucciso il 17enne Dirar al-Kafrini. Al-Saadi è stato picchiato durante l’attacco e ricoverato in ospedale prima che le forze d’occupazione pubblicassero foto del suo viso ferito.
Negli ultimi giorni, politici dell’occupazione, analisti e media sionisti si sono abbandonati a speculazioni, specialmente quando è stato imposto il coprifuoco negli insediamenti intorno a Gaza, secondo cui la risposta della resistenza palestinese potrebbe minare la capacità del nemico sionista di sconfiggere i leader palestinesi senza conseguenze, arresti e attacchi. Con l’avvicinarsi delle elezioni per l’occupante e il caos interno tra le forze sioniste, un attacco alla Striscia di Gaza offre all’attuale premier Yair Lapid e al ministro della Guerra, Benny Gantz, l’opportunità di fare campagna elettorale, aggredendo il popolo palestinese.
L’occupazione sionista chiama questa aggressione un attacco al movimento palestinese della Jihad islamica, ma in realtà è un attacco a tutto il popolo palestinese – a Gaza, nella Palestina occupata dal fiume al mare – e alla sua resistenza totale in ogni forma. Il popolo palestinese a Gaza è formato per oltre il 70% da rifugiati cui è stato negato il diritto di tornare alle proprie case da 75 anni. Il popolo palestinese e la sua resistenza sono uniti nella lotta contro questo attacco e per la liberazione.
Samidoun Network invita tutti gli amici e i sostenitori della Palestina a esprimere solidarietà alla Striscia di Gaza assediata, al popolo palestinese e alla sua resistenza in tutta la Palestina occupata, così pure nell’esilio e nella diaspora. La dichiarazione di Mazar Badil afferma: “Chiediamo a tutti di iniziare immediatamente a organizzare iniziative di massa, politiche e mediatiche in tutti i luoghi della diaspora e nel mondo attorno al nostro incrollabile popolo palestinese contro l’aggressione sionista e in difesa dall’assedio sempre più serrato della Striscia di Gaza”.
È chiaro che USA, Canada, i paesi dell’UE, la Gran Bretagna e le altre potenze imperialiste hanno la piena responsabilità dei crimini dell’occupazione sionista, fornendo le armi utilizzate per commettere questi omicidi e facilitando la Nakba da 75 anni contro il popolo palestinese, assicurando ai sionisti supporto militare, politico, economico e diplomatico. Invece di riconoscere la legittimità della resistenza palestinese, le potenze imperialiste prendono di mira le organizzazioni della resistenza, etichettandole come “organizzazioni terroristiche” e reprimendole. È tanto più urgente che i nostri movimenti dichiarino collettivamente: la resistenza non è terrorismo! Mentre scendiamo in piazza e ci mobilitiamo, schierandoci a fianco del popolo palestinese e della sua resistenza, vi chiediamo di svolgere le seguenti azioni:
-
Organizzate mobilitazioni, manifestazioni e interventi creativi – Scendete in piazza per difendere il popolo palestinese e la sua resistenza! Come rivelatosi durante l’Intifada dell’Unità/Seif al-Quds nel maggio 2021, c’è un ampio sostegno al popolo palestinese in tutto il mondo, anche all’interno delle potenze imperialiste. Tocca a noi agire e impedire loro di continuare a sostenere i crimini contro il popolo palestinese.
-
Costruite la campagna di boicottaggio contro “Israele” – Questo è un momento cruciale per intensificare la campagna e isolare il regime sionista a tutti i livelli, anche attraverso campagne di boicottaggio contro lo sfruttamento economico della terra, delle persone e delle risorse palestinesi, l’occupazione e contro quelle compagnie internazionali come HP e G4S che traggono profitto dalla colonizzazione in corso della Palestina.
-
Sostenete la fermezza del popolo palestinese – Questa aggressione è un’estensione dell’assedio a Gaza imposta alla Striscia di Gaza resistente e incrollabile da oltre 15 anni. In questo momento, è importante fornire sostegno economico e pratico al popolo per rafforzare la perseveranza del popolo palestinese nella lotta contro questi crimini. Per sostenere la campagna di Samidoun intesa a promuovere l’assistenza sanitaria per i bambini a Gaza, potete sottoscrivere su https://samidoun.net/gaza.
^^^^^^
Pubblichiamo la dichiarazione di Georges Abdallah, letta in occasione della manifestazione svoltasi il 18 giugno 2022 a Parigi.
18 giugno, manifestazione per la liberazione di Georges Abdallah – 19 giugno, Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero
“Cari/e Compagni/e, cari/e Amici/Amiche,
In questo tempo di crisi, guerre e grandi lotte, sapere che oggi vi siete tutti/e mobilitati, come ogni anno, per celebrare in strada la “Giornata Internazionale del Prigioniero Rivoluzionario” mi riempie di forza e mi scalda anche il cuore. La vostra mobilitazione Compagni, nella diversità del vostro impegno, è più che tonificante per coloro che, da tanti anni, si esprimono principalmente da dietro le sbarre.
Come non chiedersi, Compagni, in questo tempo di crisi globale del capitalismo globalizzato e d’intensificazione di tutte le sue contraddizioni, se non occorra dare un orizzonte più ambizioso alla “Giornata Internazionale del Prigioniero Rivoluzionario”! Forse bisognerebbe affermare in questa occasione che non si tratta più solo di esprimere una costante solidarietà ai/alle compagni/e rinchiusi nelle carceri sioniste o nelle carceri fasciste in Turchia o altrove nel mondo; che non è più solo questione di sostenere le loro giuste richieste con tutte le nostre forze e quindi di salutare la mobilitazione in corso durante lo sciopero della “fame” dei nostri due cari compagni Khalil Aouaouda عواودة e Raed Rayan o di altri due cari compagni Sibel Balaç e Gökhan Yıldırım. Forse sarebbe giunto il momento di dichiarare che la celebrazione della “Giornata Internazionale del Prigioniero Rivoluzionario” mira ormai soprattutto a coinvolgere e incoraggiare le forze vive della rivoluzione e le sue avanguardie combattenti, affinché mettano in atto ogni misura necessaria per l’espressione pratica della ferma determinazione a togliere i nostri compagni dalle grinfie dei loro carcerieri criminali. Naturalmente, Compagni, in tal caso non si tratta di affermare forte e chiaro un qualsiasi dovere di natura morale verso i nostri compagni prigionieri, ma semplicemente di unire le capacità delle forze rivoluzionarie (a livello nazionale, regionale e internazionale) e inserire anzitutto la liberazione dei nostri compagni nella dinamica globale delle lotte realmente in atto.
Infatti, ricordiamoci Compagni che in diverse occasioni, in un passato non molto lontano, le avanguardie della lotta rivoluzionaria palestinese hanno affrontato questo compito con grande coraggio e abnegazione, costringendo il nemico a liberare migliaia di compagni prigionieri. Certamente la liberazione dei prigionieri rivoluzionari, è sempre stata un momento di grande effervescenza popolare, nutrendo sempre e consolidando i legami di solidarietà su scala internazionale e quindi partecipando, in modo più significativo, all’influenza della rivoluzione palestinese e all’arricchimento della lotta antimperialista/anticapitalista, sia a livello nazionale che regionale e a maggior ragione a livello internazionale.
Come vedete, Compagni, le contraddizioni inter-imperialistiche sono in primo piano in questi giorni a livello internazionale. Niente lascia supporre che vadano presto ad attenuarsi. In un contesto di crisi globale del sistema capitalista globalizzato, queste contraddizioni sono destinate ad aggravarsi sempre più e a diffondersi a livello planetario. È chiaro che la perdita dell’egemonia dell’imperialismo USA a livello mondiale spinge tale imperialismo nella sua fuga in avanti verso una maggiore aggressività rispetto agli altri poli imperialisti e soprattutto verso una maggiore ostilità criminale nei confronti degli Stati indipendenti un po’ ribelli, a suo piacimento…
Naturalmente la propaganda imperialista è in pieno svolgimento in questi giorni. E sembra inutile soffermarsi a lungo su pseudo-argomentazioni riguardo ai malvagi aggressori e i poveri attaccati…
Compagni, le contraddizioni inter-imperialistiche che si esprimono in Europa in questo momento ricordano a tutti noi che nell’arco di un secolo il capitalismo sta gettando per la terza volta l’umanità sull’orlo di una guerra mondiale… La crisi di questo moribondo capitalismo nella sua fase di avanzata putrefazione è la crisi del capitalismo globalizzato realmente esistente. Non esiste via d’uscita dalla crisi nel quadro di questo capitalismo. Non potremo mai ripeterlo abbastanza: la guerra è in qualche modo inclusa nel codice genetico del capitale. Il capitalismo globalizzato è il capitalismo esistente davvero oggi e l’agonia del suo mondo si concluderà solo con il superamento del capitalismo verso il comunismo. Solo con la lotta implacabile di “classe contro classe” nei centri imperialisti si può e si deve farla finita con la barbarie della guerra inter-imperialista
Compagni, certamente c’è spazio per un futuro diverso dalla sottomissione ai diktat criminali del capitalismo moribondo e alla barbarie delle sue guerre imperialiste e inter-imperialiste.
Le condizioni di detenzione nelle carceri sioniste stanno peggiorando di giorno in giorno. E come sapete, Compagni, per affrontarle la solidarietà internazionale si rivela un’arma indispensabile…
Naturalmente, le masse popolari palestinesi e le loro avanguardie rivoluzionarie possono sempre contare sulla vostra mobilitazione e sulla vostra attiva solidarietà.
La detenzione amministrativa non deve più passare sotto silenzio. Insieme, Compagni, denunciamo e combattiamo queste barbare aberrazioni sioniste!
Il trattenimento dei corpi dei militanti morti in carcere è un’abiezione. Denunciamolo e combattiamolo con tutti i mezzi disponibili!
Che mille iniziative di solidarietà fioriscano a favore della Palestina e della sua promettente Resistenza!
Che mille iniziative di solidarietà fioriscano a favore delle ragazze e dei ragazzi palestinesi!
Solidarietà, ogni solidarietà ai combattenti della Resistenza nelle carceri sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia e Filippine e in altre parti del mondo!
Solidarietà, ogni solidarietà ai giovani proletari dei quartieri popolari!
Onore ai Martiri e alle masse popolari in lotta!
Abbasso l’imperialismo e i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!
Il capitalismo è solo barbarie, onore a tutti coloro che vi si oppongono nella diversità delle loro espressioni!
Insieme, Compagni, e solo insieme vinceremo!
La Palestina vivrà e la Palestina vincerà sicuramente.
A tutti voi Compagni e Amici i miei saluti rivoluzionari
Il vostro compagno Georges Abdallah”
^^^^^^
Da: political-prisoners.net (Netzwerk)
15 giugno 2022
Marcia per la Liberazione e il Ritorno – Bruxelles – ottobre 2022
Insieme sulla via per il ritorno e la liberazione, nonché la vittoria per la Palestina!
Iniziativa c/o Parlamento Europeo – Bruxelles (Belgio) a fine ottobre 2022
Il Movimento Palestinese per il Percorso Alternativo Rivoluzionario chiama le masse del nostro popolo palestinese in Palestina e ovunque nella diaspora e in esilio, le masse della nostra nazione araba e tutte le forze progressiste e democratiche nel mondo, soprattutto le nostre comunità in Europa, Nord America e altrove per unirsi a noi nell’organizzazione della Marcia Internazionale del Popolo Palestinese a Bruxelles, in Belgio, sabato 29 ottobre 2022. Questa marcia attraverserà le strade della capitale dell’UE e si concluderà con una storica manifestazione davanti al Parlamento Europeo per diffondere e proclamare i seguenti punti:
Primo: riaffermiamo la perseveranza del popolo arabo palestinese nel perseguire la sua lotta storica, il suo movimento di liberazione nazionale e la sua valorosa e legittima resistenza con ogni mezzo possibile, compreso il suo diritto naturale alla resistenza armata, per difendersi e difendere i suoi diritti nazionali e le proprie aspirazioni a realizzarsi pienamente. Anzitutto, questo significa il diritto dei rifugiati palestinesi a tornare alle loro case, terre e proprietà da cui sono stati espulsi e il diritto e il dovere di liberare la terra di Palestina dal fiume al mare. Il diritto di rivendicare le nostre terre di cui siamo stati derubati, ripristinare la nostra storica capitale Gerusalemme, Al-Quds Al-Sharif, ed esercitare il nostro diritto all’autodeterminazione sul nostro suolo nazionale.
Secondo: riteniamo le potenze coloniali europee, gli USA e i loro alleati nelle forze sioniste e reazionarie storicamente, politicamente, legalmente e moralmente responsabili del crimine d’aver creato e di mantenere l’entità razzista sionista in Palestina, nonché delle guerre e dei crimini barbarici perpetrati contro i popoli della nostra regione in decenni d’oppressione dalla fatidica “dichiarazione Balfour” del 2 novembre 1917. Sottolineiamo anche la responsabilità di questi collaboratori per i crimini israeliani dentro e fuori la Palestina occupata dal 1948. Le mani di Gran Bretagna, America, Francia, Canada, Germania, Australia e numerosi altri Paesi e imperi, che hanno fondato e nutrito il movimento sionista sono macchiate del sangue dei palestinesi, degli arabi e di tutti i popoli della regione. È tempo di schiacciare il regime del colonialismo dei coloni e dell’apartheid in Palestina dal fiume al mare.
Terzo, riaffermiamo il nostro chiaro sostegno alla lotta dei palestinesi detenuti nelle prigioni coloniali sioniste e il nostro pieno sostegno al movimento dei prigionieri palestinesi. Ci impegniamo a lavorare per la liberazione dei prigionieri dal confino coloniale. Noi del Movimento Palestinese per il Percorso Rivoluzionario Alternativo consideriamo il movimento dei prigionieri in lotta come fulcro della resistenza palestinese, guida della lotta del nostro popolo in Palestina e prima linea di difesa per i diritti dei palestinesi. Chiediamo anche l’immediata e incondizionata liberazione del combattente internazionalista libanese, Georges Ibrahim Abdallah, dalle prigioni francesi, come pure il rilascio incondizionato dei prigionieri arabi e palestinesi detenuti nelle carceri USA, in America, e in quelle dei regimi arabi.
Quarto, dichiariamo la nostra posizione chiara e inequivocabile contro la cosiddetta “Autorità Palestinese” (AP) corrotta, agente del colonialismo sionista in Palestina. Ci opponiamo alla politica di repressione ed esclusione perseguita dalle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese contro il nostro popolo e le forze di resistenza palestinesi nella Cisgiordania occupata della Palestina attraverso la politica traditrice del “coordinamento della sicurezza”. Riaffermiamo inoltre il nostro impegno a lottare per l’immediato rilascio di tutti i prigionieri politici detenuti nelle carceri dell’Autorità Palestinese. La nostra marcia popolare annuncerà in una prossima conferenza stampa una campagna nazionale e internazionale per contrastare l’ingiusto assedio cui è sottoposto il nostro popolo nella valorosa Striscia di Gaza, mirato a trasformare questa parte preziosa della Palestina nel maggiore carcere a cielo aperto del mondo.
Quinto: dal cuore del Parlamento europeo, proclamiamo la campagna palestinese, araba e internazionale per espellere Israele dall’Onu e sostenere il boicottaggio e l’isolamento del colonialismo sionista e delle corporazioni, istituzioni e organizzazioni che lo sostengono in Europa e nel mondo. Il Movimento Palestinese per il Percorso Rivoluzionario Alternativo invita tutte le organizzazioni e i movimenti coinvolti nella costruzione della campagna di boicottaggio e nella solidarietà con la Palestina a unirsi su questo obiettivo e adoperarsi per la sua attuazione, vale a dire l’esclusione del regime israeliano dall’Onu e il ripristino della Risoluzione Internazionale 3379 dell’Assemblea Generale dell’Onu , in cui si afferma che il sionismo è una forma di razzismo e discriminazione delle razze.
Sesto: dichiariamo il nostro rifiuto delle politiche repressive e razziste di alcuni Paesi dell’UE, che sopprimono i diritti politici, civili e umani dei palestinesi in Europa, come il recente ordine di polizia nella capitale tedesca Berlino, le marce ed iniziative per la commemorazione di al-Nakba e per la richiesta del diritto al ritorno. Condanniamo ogni tentativo attraverso politiche di criminalizzazione inteso a prendere di mira la lotta del nostro popolo e il Movimento di Solidarietà per la Palestina dei sostenitori della resistenza palestinese. Facciamo appello a mettere in discussione e porre fine alle cosiddette “liste dei terroristi” progettate per distorcere l’immagine della giusta e legittima lotta del popolo palestinese per liberare la propria patria e ripristinare i propri diritti e, dal cuore del Parlamento europeo dichiareremo il nostro sostegno al campo della resistenza in Palestina, Libano e nella regione.
Settimo, riaffermiamo la nostra lealtà ai martiri e ai leader del movimento per la libertà palestinese assassinati dalle forze d’occupazione in Europa e nella diaspora. Questi crimini non sono prescritti; non dimenticheremo e non perdoneremo. I nomi e le foto dei martiri guideranno la Marcia per il Ritorno e la Liberazione a Bruxelles, compresi i simboli dei martiri Naim Khader, Abu Youssef Al-Najjar, Ghassan Kanafani, Majed Abu Sharar, Basil Al-Kubaisi, Kamal Adwan, Naji Al-Ali, Muhammad Boudia, Kamal Nasser, Mahmoud Al-Hamshari, Izz Al-Din Qalaq, Khaled Nazzal, Alex Odeh, Wael Zuaiter e altri innumerevoli e indimenticabili martiri divenuti eterni sulla via della lotta per la liberazione della Palestina.
Ottavo: Riaffermiamo che la giusta lotta della Palestina non riguarda solo i palestinesi e gli arabi, ma anche tutti i popoli liberi del mondo. Questa Marcia per il Ritorno e la Liberazione mira ad approfondire e rafforzare la dimensione internazionale della lotta palestinese e il nostro percorso rivoluzionario alternativo. L’obiettivo è mettere la Palestina in prima linea nell’agenda dei movimenti di liberazione e delle forze rivoluzionarie di cambiamento, così come dei movimenti femminili, studenteschi e sindacali in Europa e nel mondo, sostenitori della nostra lotta per la giustizia in Palestina e al suo fianco.
Il nostro Movimento popolare è stato lanciato alla fine di ottobre 2021 a Madrid, Beirut e San Paolo come movimento arabo palestinese e internazionale per affrontare il programma della liquidazione e della resa, per raddrizzare la bussola nazionale palestinese e mobilitare le energie e le risorse del popolo palestinese nella diaspora. Questa marcia internazionale del popolo palestinese riaffermerà l’inizio del nostro percorso rivoluzionario per raggiungere tutti questi obiettivi e segnerà una pietra miliare di lotta nella storia del nostro popolo palestinese, nella ricerca del ritorno, della liberazione e della vittoria della Palestina.
Uniamoci!
Per la più ampia partecipazione possibile palestinese, araba e internazionale alla Marcia per il Ritorno e la Liberazione!
Viva la lotta del nostro popolo palestinese!
Viva la solidarietà internazionale con la Palestina e il suo popolo!
Torneremo e vinceremo!
Movimento Palestinese per il Percorso Alternativo Rivoluzionario (Masar Badil)
14 giugno 2022
^^^^^^
Da: libéronsgeorges.samizdat.net
Giugno 2022
Dichiarazione di Georges Abdallah per il 50° anniversario del TKP-ML
Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche,
Condividere con voi l’entusiasmo rispetto al vostro incontro odierno è più che corroborante, soprattutto quando si è in questi luoghi cupi da alcuni decenni…
In questo tempo di crisi, impoverimento e grandi lotte, guerre imperialiste e inter-imperialiste, devastazioni e tensioni interregionali intimamente legate alla crisi di regimi al potere al soldo dell’imperialismo e delle sue manipolazioni criminali, avere in vista il lungo cammino di lotta del movimento comunista in Turchia si rivela più che necessario, soprattutto per tutti i protagonisti di questa mobilitazione di massa che da 10 anni scuote il mondo arabo…
Certamente il TKP-ML, una delle espressioni più risolute del movimento comunista in Turchia, è più che mai chiamato a rafforzare ulteriormente la dinamica globale della solidarietà comunista antimperialista/anticapitalista in quella regione… Naturalmente, il “Partito dei Martiri” non ha mai ignorato la necessità di radicarsi sempre più nei settori più avanzati dei lavoratori in Turchia; e non ha risparmiato sforzi in questo senso. Sono stati realizzati successi e ci sono stati battute d’arresto e fallimenti; è un fatto che è sulla base di questo radicamento che potrebbe rafforzarsi sempre più la dinamica complessiva della solidarietà comunista nella regione e quindi si farebbe avanzare la lotta antimperialista/anticapitalista e per il comunismo.
In diverse occasioni i principali quadri dirigenti sono stati decimati e il partito è ugualmente insorto e ha continuato la lotta in tutte le sue forme. Non ha mai capitolato e gettato giù la bandiera della lotta comunista. Onore a questi Uomini e Donne che, con la loro determinazione, devozione e abnegazione, si sono posti come fiaccole della lotta, guidando i nostri passi sui vari cammini della rivoluzione verso la vittoria del comunismo.
Da Ibrahim Kaypakkaya e Ali Haydar Yildiz, ad Ahmet Cicek e Mehmet Demirdag, centinaia di quadri dirigenti e altri militanti sono caduti con le armi in pugno, assumendo così il ruolo principale delle avanguardie comuniste senza esitare o tergiversare in nessun momento. Sono per sempre vivi nei cuori e nelle menti delle masse popolari e dei/delle militanti come fiamma che illumina il cammino di libertà ed emancipazione.
Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche,
Come vedete, la soldatesca sionista e le sue orde di coloni e altri suprematisti si abbandonano alle peggiori atrocità in tutta la Palestina in questi giorni. Ogni giorno giovani e vecchi vengono martirizzati. L’esproprio della terra e la demolizione di case sono senza sosta generalizzati…questa politica infatti non si è mai fermata, talvolta rallenta, a volte accelera; si fermerà solo con la dissoluzione/distruzione di questa entità che, in realtà, è solo un’estensione organica dell’imperialismo occidentale.
In questi giorni la mobilitazione delle masse popolari palestinesi e delle loro avanguardie combattenti è all’altezza delle sfide attuali; quindi da Sheikh Jarrah a Gaza e a tutte le città e località della Cisgiordania e dei territori del ’48, i/le palestinesi di ogni età sanno meglio di chiunque altro che niente e nessuno riuscirà a sradicare questa Intifada popolare così radicata nella coscienza collettiva e necessaria per porre fine all’occupazione. L’Intifada è più che mai l’incarnazione di ogni dignità e speranza…
Naturalmente, questa Intifada popolare di tipo particolare non si è mai veramente spenta… forse sarebbe utile ricordare ancora una volta che “il blocco storico dei lavoratori” si costruisce e si struttura nella dinamica globale della lotta di tutte le sue componenti. Solo insieme, e solo insieme, vinceranno i proletari e le varie componenti delle masse popolari della nostra regione.
Facciamo in modo, compagni, di agevolare i vari processi di convergenza delle lotte sia a livello locale che regionale e a maggior ragione a livello internazionale.
Compagni/e e Amici/Amiche, da dietro le abominevoli mura, Ahmad Sa’adat e le migliaia di Compagni rinchiusi nelle carceri sioniste vi mandano i loro saluti rivoluzionari e richiamano la vostra attenzione su quanto sta accadendo nei territori del ‘48 e di certo possono contare più che mai su di voi per non ignorare o sottovalutare la portata delle incursioni organizzate dai gruppi fascisti e suprematisti a Ramleh, Lydda, Haifa e Oum Al Fahm, palesemente sostenute dalla polizia israeliana…
Detto questo, Compagni, le masse popolari palestinesi impegnate oggi in questa Intifada popolare in corso, possono contare e devono poter contare sulla vostra mobilitazione e la vostra solidarietà.
Le condizioni detentive nelle carceri sioniste peggiorano di giorno in giorno; e come sapete, Compagni, per affrontarle la solidarietà internazionale si rivela un’arma indispensabile…
Solidarietà, tutta la solidarietà ai Compagni della Resistenza nelle carceri “tipo F”.
Solidarietà, tutta la solidarietà con i combattenti della resistenza nelle carceri sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia e Filippine e in altre parti del mondo!
Abbasso l’imperialismo, i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!
Il capitalismo è solo barbarie, onore a chi vi si oppone nella diversità della sua espressione!
Insieme, compagni, e solo insieme vinceremo!
A tutti voi, Compagni e Amici/Amiche, i miei più cordiali saluti comunisti.
Il vostro compagno Georges Abdallah
^^^^^^
Da: secoursrouge.org
Gaza (Palestina), 6 giugno 2022
FPLP tiene una manifestazione a Gaza a sostegno dei prigionieri palestinesi in sciopero della fame
detenuti nelle carceri israeliane
Gaza City, Palestina, lunedì 6 giugno 2022: l’agenzia di stampa Anadolu riferisce che palestinesi hanno
organizzato una manifestazione nella Striscia di Gaza per esprimere solidarietà ai detenuti in sciopero della fame nelle carceri israeliane. Due palestinesi, Khalil Awawdeh e Raed Rayan, sono in sciopero della fame rispettivamente da 96 e 61 giorni per protestare contro la loro detenzione amministrativa in Israele, senza processo o accusa.
Organizzata dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), la manifestazione si è svolta
davanti all’ufficio del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) a Gaza City.
“Israele è pienamente responsabile della vita dei palestinesi in sciopero della fame palestinesi”, ha detto alla manifestazione Awad Al-Sultan, membro di FPLP. Ha invitato i gruppi internazionali per i diritti umani a inviare équipes mediche per esaminare le condizioni di salute degli scioperanti della fame palestinesi e “per gettare luce sulle sofferenze dei detenuti nelle carceri israeliane”.
La politica della detenzione amministrativa consente alle autorità israeliane di trattenere chiunque per 6 mesi senza accusa né processo, che possono essere prorogati a tempo indeterminato.
Secondo la ONG, Palestine Prisoner Society, sono circa 4700 i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane, di cui circa 600 detenuti senza accusa né processo.
^^^^^^
In occasione del 17 Aprile, “Giornata dei Prigionieri Palestinesi”, pubblichiamo rispettivamente una dichiarazione del compagno Georges Abdallah e un comunicato dei prigionieri palestinesi.
Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione del 17 Aprile, “Giornata dei Prigionieri Palestinesi”.
Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche
Celebrare oggi, attraverso il vostro incontro qui, la “Giornata del prigioniero palestinese” o la “Giornata internazionale del prigioniero rivoluzionario” non è certamente solo esprimere la nostra incrollabile solidarietà ai nostri compagni imprigionati nelle carceri sioniste o nelle carceri del fascismo in Turchia o altrove nel mondo; non è solo sostenere con tutte le nostre forze le loro giuste richieste e quindi salutare l’attuale mobilitazione, in relazione allo “sciopero della fame a tempo indeterminato” dei nostri due cari compagni Sibel Balaç e Gökhan Yıldırım, in corso da 110 giorni. La celebrazione della “Giornata del Prigioniero Palestinese” o della “Giornata Internazionale del Prigioniero Rivoluzionario” è intesa soprattutto Compagni, ad affermare forte e chiaro la ferma determinazione di strappare i nostri compagni dalle grinfie dei loro carcerieri criminali.
Forse sarebbe utile ricordarci, Compagni, che se nel 1974 la “Conferenza nazionale palestinese” ha dichiarato il 17 aprile “Giornata del prigioniero palestinese”, questo non solo per denunciare in questa occasione la barbarie dell’occupante sionista, né solo onorare i combattenti della Resistenza palestinese, ricordando alle masse popolari i loro sacrifici e la loro incrollabile volontà di opporsi ai soldati sionisti. La celebrazione di questa “Giornata del Prigioniero” è intesa soprattutto ad affermare forte e chiaro i nostri doveri nei confronti dei nostri compagni prigionieri e prima di tutto di includere la loro liberazione nella dinamica complessiva delle nostre lotte in atto. Infatti, in più occasioni le avanguardie della lotta rivoluzionaria palestinese hanno assunto questo compito con grande coraggio e abnegazione, costringendo il nemico a liberare migliaia di compagni prigionieri senza avere come contropartita niente per sé. Certamente sapete, Compagni, che la liberazione dei prigionieri rivoluzionari ha sempre rappresentato un momento di grande effervescenza popolare e ha sempre contribuito in modo significativo al radicamento della rivoluzione palestinese e all’arricchimento della lotta, sia a livello regionale che a livello internazionale. Ciò non significa che i prigionieri rivoluzionari non partecipano direttamente da dietro le sbarre al processo della lotta in corso; Compagni, solo nelle condizioni di detenzione che sono loro e di fronte alla politica d’annientamento cui sono soggetti, i rapporti di forza non si limitano mai al perimetro del carcere; è l’espressione particolare del rapporto generale rivoluzione/controrivoluzione. Quindi, Compagni, le iniziative di lotta carceraria devono sempre far parte di questo rapporto globale fin dall’inizio. Quando i nostri compagni incarcerati si mobilitano contro l’isolamento nelle carceri di tipo “F” e contro i processi farsa in Turchia, esprimono, nelle loro particolari condizioni, la dinamica globale della lotta contro la dittatura fascista della borghesia turca. Questa dinamica globale è essenzialmente una funzione dell’attività dei militanti rivoluzionari all’interno del “blocco sociale storico”. Ecco perché, Compagni, la lotta in carcere non dovrebbe far supporre affatto che al gruppo dei prigionieri tocchi in prima linea apparire e pagare il tributo per lo scontro con la dittatura fascista.
Quando i nostri compagni incarcerati utilizzano l’ultima arma a loro disposizione, vale a dire i loro corpi, spetta ai compagni all’esterno del carcere fare lo stesso, cioè usare “armi” che dovrebbero essere a loro disposizione (a meno che non siano disarmati sin da principio!). Se così non è, cioè se per qualsiasi ragione non riuscissero a usare “armi”, lo sciopero “a tempo indeterminato” non è solo inopportuno ma soprattutto controproducente…
Certo, compagni, solidarietà, ogni solidarietà ai nostri compagni incarcerati che lottano contro la politica d’annientamento cui sono sottoposti da lungo tempo, sapendo che la solidarietà più appropriata da dare a un prigioniero politico è impegnarsi sempre più nell’ambito della lotta contro il sistema di sfruttamento e di dominio attualmente in atto.
Come ricordato in occasione della “Giornata della Terra”, il popolo palestinese afferma con il sangue dei suoi martiri a Jenin, Hdayrat, Yaaboud e Betlemme che la Palestina, terra e popolo, è unita più che mai. Polverizza con il sangue dei suoi martiri non solo il “patto del secolo”, ma anche e soprattutto gli accordi di Oslo, esprimendo a tutta la borghesia araba il suo rifiuto e condanna di ogni passo volto alla “normalizzazione” dei rapporti tra i Paesi arabi e l’entità sionista. Afferma così l’incrollabile volontà delle masse popolari palestinesi di mandare nella pattumiera della storia la normalizzazione tra l’entità sionista e tutti questi lacchè, emiri e reucci… Quindi, all’inizio del mese di Ramadan, le masse popolari palestinesi si preparano per una mobilitazione commisurata alle sfide attuali; così da “Sheikh Jarrah” a Gaza e a tutte le città e località della Cisgiordania e dei territori del ‘48, i/le palestinesi d’ogni età, affermano con il sangue dei martiri che niente e nessuno potrà sradicare questa Intifada popolare così radicata nella coscienza collettiva e così necessaria per porre fine all’occupazione. È più che mai l’incarnazione di tutta la dignità e di tutte le speranze… Guardiamo a questa resistenza popolare a “Beita” o a Jenin e dintorni nel nord o a Hebron, per non parlare di tutto ciò che avviene ad Al-Quds e nei territori del ‘48 e la mobilitazione delle masse popolari a Gaza
Il popolo palestinese e le sue avanguardie combattenti hanno accumulato, nel corso del loro cammino di lotta esistenziale, il necessario per raccogliere la sfida e continuare la lotta fino alla vittoria.
Naturalmente, le masse popolari palestinesi, nonché le loro avanguardie combattenti imprigionate possono contare sulla vostra attiva solidarietà.
Che fioriscano mille iniziative di solidarietà a favore della Palestina e della sua gloriosa Resistenza!
Che fioriscano mille iniziative di solidarietà a favore dei nostri 2 compagni Sibel Balaç e Gökhan Yıldırım, e dei loro compagni incarcerati!
Solidarietà, ogni solidarietà ai combattenti della Resistenza nelle carceri sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia e Filippine e in altre parti del mondo!
Solidarietà, ogni solidarietà con il popolo yemenita!
Onore ai Martiri e alle masse popolari in lotta!
Abbasso l’imperialismo e i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!
Il capitalismo non è altro che barbarie, onore a tutti coloro che vi si oppongono nella diversità delle loro espressioni!
Insieme, Compagni, e solo insieme vinceremo!
A tutti voi, compagni e amici, i miei più cordiali saluti rivoluzionari.
Il vostro compagno Georges Abdallah
——
Messaggio dai prigionieri palestinesi detenuti rivolto ai sostenitori del popolo palestinese e alle forze impegnate per la liberazione e la solidarietà in tutto il mondo
Nella “Giornata dei prigionieri palestinesi” 2022 noi celebriamo le lotte condotte dalle forze rivoluzionarie di liberazione e dal movimento di solidarietà verso il popolo palestinese ovunque nel mondo e salutiamo tutti i sostenitori della Resistenza della Palestina fino alla sua liberazione e al ritorno di tutti i rifugiati. Oggi ci rivolgiamo a voi, tramite questo messaggio inviato ai nostri compagni del “Samidoun Palestinian Prisoner Solidarity Network”, nella speranza che le nostre voci giungano alla gente libera del mondo.
In occasione della “Giornata dei prigionieri palestinesi” il nostro popolo continua la sua coraggiosa resistenza contro il colonialismo sionista e le sue politiche razziste, affermando la propria determinazione nel proseguire la lotta e la resistenza in ogni forma, al fine di ottenere e realizzare il proprio diritto a vivere ed essere libero. Le masse palestinesi presenti in Palestina e in esilio o facenti capo alla diaspora sono unite intorno al Movimento dei prigionieri palestinesi e abbracciano gli oltre 4500 prigionieri. Quello esistente fra i prigionieri e il popolo palestinese è un rapporto di sangue. Non esiste famigliare che non abbia subito la brutalità dell’occupazione e l’esperienza dell’arresto.
Oltre un milione di palestinesi è stato incarcerato sin dall’avvio dell’occupazione nel 1948. Oggi, “Giornata dei prigionieri palestinesi”, rinnoviamo il nostro appello alle forze rivoluzionarie e progressiste che sostengono il nostro popolo a livello globale, affinché approfondiscano ed estendano il movimento generale di boicottaggio internazionale contro l’occupazione, le sue istituzioni e i suoi sostenitori corporativi e istituzionali. Le conquiste riportate in modo crescente dai movimenti di boicottaggio, specie a livello politico, economico ed accademico, rappresentano un significativo risultato per la nostra lotta e i nostri sacrifici in Palestina e per le lotte dei popoli e delle forze che cercano d’ottenere la liberazione sociale e nazionale nonché la giustizia in Palestina e nel mondo. Oggi salutiamo i movimenti studenteschi in Nordamerica che hanno riportato molte vittorie nel boicottare l’occupazione, fra l’altro, nell’ambito delle istituzioni accademiche e delle università americane e canadesi.
In questa giornata storica, invitiamo ad ampliare le campagne internazionali e popolari in corso d’organizzazione in Europa contro le società di armamenti americane e sioniste, come Elbit, produttrici di morte, che riforniscono l’occupazione di armi e mezzi per uccidere, distruggere e condurre guerre. Queste società stanno partecipando alla brutale aggressione condotta contro il nostro popolo, soprattutto nella Striscia di Gaza, la maggiore prigione nel mondo, e sono soci in crimini di guerra e nella politica d’assassinio, uccisioni premeditate ed assediamenti.
Chiamiamo ad affrontare il movimento sionista e le sue istituzioni all’estero, specialmente il cosiddetto “Fondo nazionale ebraico” e le organizzazioni sioniste insieme alle ambasciate dell’occupazione, nonché le sue istituzioni militari, politiche, accademiche ed economiche che sostengono l’occupazione e la sua politica di pulizia etnica in Nagab, Gerusalemme e in tutta la Palestina occupata.
In questa Giornata invitiamo ad affrontare le campagne razziste organizzate e condotte dal potere dell’occupazione intese a prendere di mira i sostenitori del popolo palestinese e della Resistenza palestinese presenti nel mondo, con il pretesto di supposto antisemitismo. La fermezza del nostro popolo palestinese, da un lato, e l’ampia e crescente partecipazione di forze ebraiche progressiste favorevoli alla Resistenza palestinese, dall’altro, bloccheranno la strada alle forze razziste e sioniste nel loro tentativo di annettere l’accusa di antisemitismo alla lotta del nostro popolo e dei suoi sostenitori delle forze progressiste internazionali. In tale contesto rinnoviamo la nostra solidarietà al “Collectif Palestine Vaincra” recentemente oggetto in Francia di un’ingiusta decisione adottata affinché l’organizzazione sia sciolta.
La nostra lotta di liberazione è stata ed è parte integrante della lotta internazionale contro le forze del colonialismo, imperialismo, sionismo e reazionarie. Quindi, salutiamo tutti i prigionieri politici nel mondo, la lotta del Movimento di liberazione Nero in America, la lotta dei popoli indigeni per l’autodeterminazione e la liberazione, nonché le forze per la liberazione nel mondo ed esortiamo a rafforzare i rapporti fra questi movimenti e tutte le comunità palestinesi dell’esilio e della diaspora.
Seguiamo con fierezza i vostri sforzi e apprezziamo intensamente il vostro sostegno ai prigionieri nelle carceri dell’occupazione, soprattutto la campagna di solidarietà nei confronti dei bambini detenuti, dei sottoposti a detenzione amministrativa, nonché le campagne di solidarietà verso i prigionieri malati e in sciopero della fame e le nostre coraggiose prigioniere detenute nelle carceri dell’occupazione. Giudichiamo la vostra posizione di principio nel sostenere la lotta del movimento dei prigionieri palestinesi per la liberazione, scelta d’avanguardia contro il colonialismo sionista e il suo regime colonialista razzista.
Nella “Giornata dei prigionieri palestinesi” lanciamo un appello per la più ampia campagna di solidarietà e sostegno al compagno in lotta, Georges Ibrahim Abdallah, detenuto nelle prigioni francesi dal 1984.
La nostra libertà, in quanto prigionieri palestinesi, giungerà inevitabilmente con la liberazione di tutto il nostro popolo. Sconfiggeremo le prigioni con la fine del colonialismo sionista in Palestina. Il nostro popolo palestinese, in lotta per la liberazione e il ritorno di tutti i rifugiati da 74 anni e in lotta contro il colonialismo da oltre 100 anni, sarà vittorioso malgrado le forze armate dell’imperialismo e del sionismo.
Viva la solidarietà internazionale con il popolo palestinese – Vittoria ai popoli in lotta!
^^^^^^
Aprile 2022
Pubblichiamo una dichiarazione del compagno prigioniero Georges Abdallah in occasione della “Giornata della Terra” e del 2 Aprile, Giornata Internazionale a lui dedicata, lanciata dalla “Campagna Unitaria per la liberazione di Georges Abdallah”.
Fonte: liberonsgeorges.samizdat.net
“Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche,
In questo tempo di crisi multiforme, impoverimento e grandi lotte, guerre e devastazioni, la vostra mobilitazione solidale qui e altrove, dà molta forza e riscalda anche il cuore…
Nella misura in cui questa mobilitazione fa parte della dinamica complessiva della lotta in corso, come sempre permette ai tuoi compagni incarcerati di resistere e in qualche modo superare le loro condizioni di prigionieri, nonostante i lunghi anni di prigionia e quindi partecipare all’azione centrale del rivoluzionario realmente esistente.
Come sapete, Compagni, il popolo palestinese commemora ogni anno la “Giornata della Terra”; è una giornata nazionale d’eccellenza in cui il popolo palestinese afferma la sua unità nonostante la dispersione in vari campi e agglomerati in Palestina e nei Paesi vicini e afferma soprattutto l’unità della terra palestinese. Dichiara l’attaccamento indistruttibile ai postulati storici, ovvero: il rifiuto categorico dell’entità sionista in terra palestinese, e il “Diritto al Ritorno” che implica quindi la liberazione della Palestina, tutta la Palestina.
La commemorazione della “Giornata della Terra” non è quindi solo o principalmente in ricordo di uno sciopero generale del 1976 contro la confisca delle terre. Certo, quello sciopero ha suscitato all’epoca una significativa mobilitazione di solidarietà, sia in Cisgiordania che a Gaza e nei vari campi palestinesi in Paesi vicini. Resta il fatto che l’acquisizione della terra di Palestina con ogni mezzo non è iniziata il 19 gennaio 1976 con la decisione del governo israeliano di confiscare 25 km2 in Galilea. L’espropriazione del popolo palestinese di tutte le sue proprietà in vista della sua distruzione e soprattutto il sequestro di gran parte della sua terra, è consustanziale all’esistenza stessa dell’entità sionista. Non si è mai fermata e si fermerà solo con la dissoluzione/distruzione di questa entità che, in realtà, è solo un’estensione organica dell’imperialismo occidentale.
Celebrando la “Giornata della Terra”, il popolo palestinese oggi commemora sia l’inizio dell’assedio e del massacro di Jenin del 2002, sia l’eroica resistenza che si è sviluppata durante quell’assedio criminale.
Celebrando oggi la “Giornata della Terra”, il popolo palestinese afferma con il sangue dei suoi martiri a Jenin, Hdayrat, Yaaboud e Betlemme che la Palestina, terra e popolo, è unita più che mai. Polverizza con il sangue dei suoi martiri non solo il “patto del secolo” ma anche e soprattutto gli accordi di Oslo e ribadisce a tutte quelle delegazioni riunite a “Sharam el-Sheikh” il rifiuto e la condanna del popolo palestinese verso tutti quei passaggi miranti alla “normalizzazione” delle relazioni tra i Paesi arabi e l’entità sionista. Afferma così l’incrollabile volontà delle masse popolari palestinesi di mandare nei bidoni della Storia la normalizzazione tra l’entità sionista e tutti questi lacchè, emiri e scriccioli…
Celebrando oggi la “Giornata della Terra” alla vigilia di questo mese di Ramadan, le masse popolari palestinesi si preparano a una mobilitazione commisurata alle sfide attuali; quindi da “Sheikh Jarrah” a Gaza e in tutte le città e località della Cisgiordania e dei territori del ’48; i palestinesi e le palestinesi di ogni età, sanno meglio di chiunque altro che niente e nessuno potrà sradicare questa Intifada popolare così radicata nella coscienza collettiva e quindi necessaria per porre fine all’occupazione. L’Intifada è più che mai l’incarnazione di ogni dignità e ogni speranza…
Naturalmente, questa Intifada popolare di tipo particolare non si è mai veramente estinta… Oggi è chiamata a strutturarsi meglio e a prendere slancio, per spostare le linee e non permettere alla direzione di Oslo di ritornare come non fosse successo niente. È chiaro, Compagni, che ultimamente non è passato giorno senza nuovi martiri, giovani o meno giovani…
Come non vedere questa resistenza popolare a “Beita”, località a sud di Nablus, oppure a Jenin e suoi dintorni a nord, a Hebron, per non parlare di tutto ciò che sta accadendo ad Al-Quds e nei territori del ’48, nonché delle incursioni da un momento all’altro a Gaza…
Naturalmente, questa situazione non è isolata da tutto ciò che sta avvenendo nel mondo arabo. Si inserisce in un certo senso, nell’estensione e nello sviluppo, ma anche nell’impasse (stallo, n.d.t.) di tutte queste proteste e altre rivolte (Hirak) che hanno plasmato il mondo arabo da una decina d’anni. È anche e soprattutto parte di un contesto internazionale in cui le contraddizioni inter-imperialistiche sono sempre più esacerbate sullo sfondo della crisi globale del sistema capitalista globalizzato. È chiaro che questa crisi continua ad approfondirsi e diffondersi in tutto il mondo. In un’epoca in cui la “peste bruna” si manifesta rumorosamente e apertamente, si organizza quasi ovunque in Europa, riuscendo pure a imporsi come principale forza politica in alcuni Paesi, la fascistizzazione si rivela al centro di tutta la dinamica globale della gestione del capitale, soprattutto al centro del sistema… Dobbiamo anche notare, compagni, che le contraddizioni inter-imperialistiche cominciano a strutturare sempre più le relazioni internazionali, ponendosi al centro della scena mondiale. Nessuno dovrebbe ignorare che la tendenza alla guerra è in qualche modo implicata nel codice genetico del capitale.
La perdita dell’egemonia dell’imperialismo USA a livello mondiale lo spinge nella sua corsa precipitosa verso una maggiore aggressività nei confronti degli altri poli imperialisti e soprattutto verso una maggiore ostilità criminale nei confronti degli Stati indipendenti, contestatori in qualche modo.
Compagni, dopo trent’anni di espansione a EST, di guerra in Medio Oriente, in Afghanistan, in Africa e golpe mascherati da “rivoluzioni arancioni” in tutto il mondo, l’imperialismo USA e con esso l’Europa stanno affrontando una nuova sitauzione in cui la “scivolata” non è molto improbabile… con una guerra nel cuore dell’Europa! E in primo luogo le sanzioni economiche per gestire lo scontro con quel polo imperialista in via di strutturazione, senza doverlo contrastare militarmente in maniera diretta!
Naturalmente, i “funzionari del capitale” non sono in alcun modo dispiaciuti della presenza dei partiti neonazisti e delle loro milizie (reggimento Azov) che dal 2014 alimentano l’aggressione militare nel Donbass e altrove; scoprono solo odio in tutte le strutture di solidarietà con la lotta del popolo palestinese e quindi tutti ubriachi di vergogna criminalizzano il “BDS” il più rapidamente possibile e decretano lo scioglimento del “Palestine Vaincra” e del “Comitato d’azione palestinese”…
Ovviamente la solidarietà, tutta la solidarietà ai collettivi sciolti e al “BDS”. Compagni e Amici, da dietro le abominevoli mura, Ahmad Saadat e le migliaia di compagni imprigionati nelle carceri sioniste, vi inviano i loro saluti rivoluzionari e attirano la vostra attenzione sui gruppi fascisti e suprematisti che imperversano a Ramleh, Lydda, Haifa e Oum Al Fahm apertamente sostenuti dalla polizia israeliana…
Detto questo, compagni, le masse popolari palestinesi possono contare e devono poter contare sulla vostra mobilitazione di fronte a tutta la famigerata propaganda della borghesia imperialista nel vostro Paese in particolare…
Le condizioni di detenzione nelle carceri sioniste peggiorano di giorno in giorno e come vi è noto, Compagni, per affrontarla, la solidarietà internazionale si rivela un’arma indispensabile…
Naturalmente, le masse popolari palestinesi e le loro avanguardie combattenti imprigionate possono contare più che mai sulla vostra attiva solidarietà.
Che fioriscano mille iniziative di solidarietà a favore della Palestina e della sua promettente resistenza!
Che fioriscano mille iniziative di solidarietà a favore delle ragazze e dei ragazzi Palestinesi!
Solidarietà, ogni solidarietà ai 2 compagni Sibel Balac e Gokhan Yildirim in sciopero della fame a rotta di collo!
Solidarietà, ogni solidarietà con i combattenti che resistono nelle carceri sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia, Filippine e nel resto del mondo!
Solidarietà, ogni solidarietà con i proletari in lotta!
Solidarietà, ogni solidarietà con le masse popolari yemenite!
Onore ai Martiri e alle masse popolari in lotta!
Abbasso l’imperialismo, i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!
Il capitalismo non solo barbarie, onore a chi vi si oppone nella diversità delle loro espressioni!
Insieme, compagni, e solo insieme vinceremo!
A tutti voi, compagni e amici, i miei più cordiali saluti.
Il vostro compagno Georges Abdallah”
^^^^^^
Da: political-prisoners.net (Netzwerk)
21 marzo 2022
Prigionieri palestinesi entreranno in sciopero della fame per l’intensificarsi della repressione nelle carceri israeliane.
di Gerrit Hoekman jw – 21 marzo 2022
Mercoledì 16 marzo, la Società dei Prigionieri Palestinesi (PPS) ha annunciato uno sciopero della fame a tempo indeterminato che inizierà il 25 marzo. I detenuti vogliono protestare contro le misure inasprite del servizio carcerario israeliano IPS, ha riferito l’agenzia di stampa palestinese WAFA.
Già il 1° marzo migliaia di prigionieri hanno intrapreso lo sciopero della fame per un giorno, ma l’avvertimento è stato ignorato. “Di fronte all’intransigenza dell’amministrazione carceraria dell’occupante e al fatto che non rispondono alle nostre richieste di porre fine alle loro misure contro di noi, continueremo la nostra lotta per i nostri diritti e la nostra libertà fino alla fine”, è riportato nella dichiarazione.
Dopo che 6 prigionieri sono fuggiti dal carcere di massima sicurezza di Gilboa nel settembre 2021, Israele ha imposto sanzioni collettive a tutti i prigionieri in tutti i centri detentivi. Queste includono la riduzione dell’ora d’aria, la perquisizione indiscriminata delle celle e la confisca di effetti personali. Inoltre, il notiziario Middle East Eye (MEE) con sede a Londra ha descritto la situazione il 1° marzo, secondo cui contro i prigionieri è decretato sempre più spesso l’isolamento. Per protestare contro le vessazioni, molti detenuti hanno rinunciato all’ora d’aria e boicottato gli ospedali della prigione.
Giovedì 17 marzo, il PPS ha informato l’agenzia di stampa Maan che l’amministrazione sta ora cercando invano d’impedire ai prigionieri di fare lo sciopero della fame, attraverso colloqui personali. “Estrema tensione domina in tutte le carceri”, ha twittato venerdì 18 marzo il PPS. Nella prigione di massima sicurezza di Nafha, l’amministrazione ha fatto spostare la “preghiera del venerdì” nelle celle. Per protesta, i detenuti hanno fatto la battitura sulle porte delle celle. Le autorità carcerarie hanno minacciato di assaltare la sezione con l’impiego di gas lacrimogeno, ha riferito venerdì l’agenzia di stampa Maan.
“Le politiche repressive e le punizioni collettive dei prigionieri palestinesi non sono una nuova tattica per l’occupazione israeliana”, ha detto a MEE il presidente del PPS, Mohammed Al-Saghari. Lo sciopero della fame è l’ultima arma dei prigionieri nella lotta contro la repressione israeliana. Chiedono il rispetto delle convenzioni internazionali e un ripristino della situazione prima dell’introduzione delle sanzioni collettive.
Secondo il PPS, sono attualmente oltre 4.500 i/le palestinesi nelle carceri israeliane, di cui 34 donne e 180 minori. Circa 500 di loro sono sottoposti alla detenzione amministrativa, senza accusa o alcuna prova. “I prigionieri sono quelli che stanno sacrificando le loro vite per la libertà della Palestina e sono soli in una lotta contro la macchina dell’oppressione”, ha detto Al-Saghari.
I prigionieri palestinesi hanno poi annullato lo sciopero della fame previsto per il 25 marzo in segno di protesta contro le misure repressive di Israele nei loro confronti.
^^^^^^
Da: political-prisoners.net (Netzwerk)
26 febbraio 2022
Israele: libertà a seguito di un lungo sciopero della fame
Salutiamo la libertà e diamo il benvenuto a Hisham Abu Hawash e Miqdad Qawasmeh, entrambi liberati oggi dalle prigioni d’occupazione israeliane. Lo sciopero della fame per 141 giorni di Hisham Abu Hawash per ottenere la libertà dalla detenzione amministrativa senza accusa o processo ha affascinato il mondo. Miqdad Qawasmeh, uno studente universitario palestinese, è entrato in sciopero della fame per 114 giorni contro la detenzione amministrativa per i suoi compagni studenti detenuti.
Oggi sono oltre 500 i detenuti amministrativi partecipanti al continuo boicottaggio dei tribunali militari israeliani. Sono oltre 4.650 i prigionieri politici palestinesi che ogni giorno a mettere in gioco il proprio corpo e la propria vita per la liberazione.
Hisham, Miqdad e i loro fratelli e sorelle dietro le sbarre sono leader del movimento di liberazione e veri eroi della lotta. Li salutiamo in questo giorno del loro rilascia: sono un esempio per tutti noi con il loro sacrificio e fermezza per la libertà, non solo per sé, ma per tutta la Palestina, dal fiume al mare.
^^^^^^
Fonte: libéronsgeorges.samizdat.net
22 febbraio 2022
Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione della “Festa per la giustizia e la fraternità fra i popoli” – 18-19/02/2022 Francia
Cari/e Compagni/Compagne, Cari/e amici/amiche
In questi tempi di crisi, tensioni inter-imperialiste, mobilitazioni delle masse e di lotte antimperialiste/anticapitaliste, condividere con voi l’entusiasmo riguardo a questa festa mi dà forza e riscalda il cuore. Per incominciare, permettetemi da dietro questi fili spinati di augurare anzitutto a voi tutte e tutti piacevoli momenti di fraternità, scambio d’idee, riflessione e dibattiti interessanti; anche di gioia ed entusiasmo.
Come noto, Compagni, da una decina d’anni un po’ ovunque nel mondo le masse popolari tentano con ogni mezzo disponibile di liberarsi da questo sistema letale fatto di miseria e repressione. Con entusiasmo e determinazione affrontano chi detiene il potere soprattutto in quella regione dall’altra parte del Mediterraneo e in Africa, eppure senza riuscire a farla finita con i regimi in atto. Finora, è sempre la borghesia a esserne uscita vittoriosa.
Certamente, nello stesso tempo gli interventi imperialisti d’ogni parte non hanno smesso di moltiplicarsi, seminando desolazione e distruzione e soprattutto fomentando ogni genere di manipolazione per fuorviare il corso di queste mobilitazioni delle masse e anche tentando con ogni mezzo criminale di smembrare i Paesi inasprendo le rivalità fra differenti frazioni borghesi, appoggiandosi a diverse comunità etniche o religiose. Con l’aggravarsi della crisi e l’accrescersi dell’impoverimento delle masse popolari le mobilitazioni di protesta degenerano talvolta, se non di frequente, in conflitti armati che sfruttano, dopo averli spesso stimolati loro stesse, le differenti potenze imperialiste loro stesse rivali. Ne conseguono guerre, miscele di guerre civili e imperialiste, di portata e letalità crescente.
Il “blocco sociale storico” non è ancora pervenuto a costruirsi come becchino del capitalismo. Si afferma come forze popolari che agiscono, solo incapaci per ora di sbarazzarsi delle scorie della borghesia che dappertutto, naturalmente, lo lascia sotto la direzione dei ceti borghesi declassati.
Data la mancanza d’avere la classe operaia alla testa del movimento, eccoli, appena fanno cadere un governo si trovano privati della loro vittoria…
Sicuramente, non basta che il sistema capitalista al potere in questi Paesi sia incapace di garantire perfino alla riproduzione di lavoratori, affinché il soggetto rivoluzionario si ponga al comando della mobilitazione spontanea delle masse popolari. Occorre ancora che riesca a condurre una battaglia tutt’altro che semplice, affinché questo “Blocco sociale storico” riesca a sbarazzarsi di ogni ceto borghese, piccolo borghese e di ogni loro influenza ideologica… è esattamente nella lotta e con la pratica della lotta di classe che si costruisce e s’incammina verso la vittoria. Ecco perché ogni speranza è permessa.
Compagni, il fatto è certo però che la convergenza delle lotte è un’esigenza indispensabile per fronteggiare questo sistema che è solo distruzione e spreco. Distruzione dell’umanità e spreco delle risorse.
Se non si comprende la crisi attuale del capitalismo globale, capitalismo realmente esistente a livello planetario nella sua fase di putrefazione avanzata, non si può capire perché questo mondo precipiti in tale barbarie, tali catastrofi economiche, ecologiche e politiche. Certo, l’agonia di questo capitalismo sarà raggiunta solo con l’abolizione del capitalismo con una lotta rivoluzionaria classe contro classe. Più che mai il capitalismo è nient’altro che barbarie.
Compagni, gli effetti della crisi non sono uniformi, ma diversi e molteplici. E sicuramente le lotte partono dalle conseguenze concrete contro cui si levano quelli che le subiscono. Ma per risultare vittoriose, tutte queste resistenze, tutte queste lotte devono cogliere gli interessi delle classi davvero antagoniste. Per arrivarci l’esperienza non basta, neppure la volontà. Occorre anche che il più possibile militanti del Blocco sociale storico acquisiscano la comprensione delle origini della crisi e della soluzione in una rivoluzione che superi il capitalismo…
Compagni, non ignoriamo mai che il Blocco Sociale Storico dei lavoratori si costruisce e si forma nella dinamica globale della lotta di ogni sua componente. È insieme e solamente insieme che i proletari e le differenti componenti delle masse popolari di questo Paese vinceranno.
Compagni e Compagne, Amici/Amiche, la causa Palestinese in quanto leva principale della rivoluzione araba rientra completamente in questa dinamica. Per far fronte a ogni proposta “liquidazionista”, la Resistenza Palestinese deve e dovrà affrontare il “Blocco reazionario arabo sionista” diretto dalle potenze imperialiste.
Naturalmente le masse popolari palestinesi e le loro avanguardie combattenti prigioniere possono contare più che mai sulla vostra solidarietà attiva.
Che mille iniziative solidali fioriscano a favore della Palestina e della sua promettente Resistenza!
Che mille iniziative solidali fioriscano a favore delle giovani e dei giovani Palestinesi!
La solidarietà, ogni solidarietà a coloro che resistono nelle galere sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia e nelle Filippine, nonché altrove nel mondo!
La solidarietà, ogni solidarietà ai proletari in lotta!
La solidarietà, ogni solidarietà alle masse popolari Yemenite!
Onore ai Martiri e alle masse popolari in lotta!
Contro l’imperialismo e i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!
Il capitalismo è solo barbarie, onore a tutti quelli e quelle che vi si oppongono nella diversità delle loro espressioni!
Insieme, Compagni, e solo insieme vinceremo!
A voi tutti, Compagni, i miei saluti comunisti
Il vostro Compagno Georges Abdallah
^^^^^^
Da: secoursrouge.org
Febbraio 2022
Sulla richiesta di espellere Georges Abdallah dal territorio francese, il 10 febbraio, il Tribunale amministrativo di Parigi ha emesso il suo giudizio, respingendo la richiesta. Tale istanza era stata presentata oltre un anno fa dal suo avvocato, dato che un’ordinanza d’espulsione condiziona il rilascio del militante libanese detenuto in Francia da oltre 37 anni. Liberabile da quasi 23 anni, Georges ha presentato 8 domande per la liberazione condizionale, di cui l’ultima (nel 2013) è stata accettata dal Tribunale per l’applicazione delle pene in prima istanza e in appello. Questa era condizionata dalla firma di un’ordinanza d’espulsione che doveva essere eseguita dal ministro dell’Interno, Manuel Valls. Nessuna sorpresa il fatto che lui si sia rifiutato di farlo.
^^^^^^
Fonte: libéronsgeorges.samizdat.net
Gennaio 2022
Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione della Settimana internazionale di mobilitazione per la liberazione di Ahmad Sa’adat
Compagni e amici che partecipano alla Settimana internazionale di solidarietà con il nostro compagno, il leader imprigionato Ahmad Sa’adat.
Cari amici,
Sono passati 20 anni dall’arresto del nostro leader, il Segretario Generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.
Sono trascorsi 20 anni dal vergognoso accordo tra l’Autorità Palestinese e le autorità d’occupazione sioniste, sotto gli auspici di USA e Gran Bretagna, che hanno deferito il nostro compagno, il leader Ahmad Sa’adat, davanti a un tribunale militare e l’hanno imprigionato nella prigione di Gericho dell’Autorità palestinese. Prigione d’autorità dopo un processo farsa, affidando la responsabilità di custodire questa prigione a una forza statunitense-britannica.
20 anni sono passati da questa decisione, ritenuta incostituzionale dalla “Corte suprema palestinese” che, nonostante la sua impotenza, ha ordinato l’immediato rilascio del leader prigioniero, ma l’Autorità palestinese ha ignorato la decisione della “Corte suprema” accontentandosi di attuare l’umiliante accordo raggiunto con le autorità d’occupazione sioniste. E quando all’inizio di marzo 2006 la forza statunitense-britannica ha deciso di rinunciare alla responsabilità della sorveglianza del carcere di Gericho e si è ritirata, l’autorità di Mahmoud Abbas non ha mosso un dito, né liberato il Segretario Generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e i suoi compagni di prigionia, lasciandoli nelle mani delle forze d’occupazione. Il 14 marzo le forze di occupazione hanno preso d’assalto la prigione, uccidendo 2 martiri e ferendone altri 20 dopo uno scontro diseguale fra i prigionieri e le guardie palestinesi da un lato e le forze d’occupazione dall’altro.
Sono 20 anni, compagni, e il leader prigioniero Ahmad Saadat e i suoi compagni di prigionia, uomini e donne, affrontano ogni meccanismo repressivo dentro le carceri sioniste. Tuttavia, agiscono senza un attimo d’esitazione per prendere le decisioni appropriate intese a portare avanti il movimento di lotta. Si sforzano di mantenere viva la fiamma della resistenza, nonostante tutti gli ostacoli, e fungono da faro per l’unità del “blocco sociale” con un interesse storico per la rivoluzione e la liberazione.
20 anni della migliore incarnazione di volontà e determinazione! Ciò rappresenta l’espressione più autentica dell’adesione ai postulati storici delle masse del nostro popolo impegnato, per attivare tutte le energie a beneficio dell’unità nazionale, condizione necessaria per accumulare le iniziative di lotta al fine di modificare gli equilibri di potere tra le vie della rivoluzione e i miserabili labirinti dell’abietta immersione dentro e intorno alle infide trattative del loro “coordinamento di sicurezza” e al tradimento dei resistenti e dei giusti martiri.
Compagni!
Forse si può dire che il “coordinamento della sicurezza” è il labirinto del percorso dei “negoziati” con l’occupante. Forse l’arresto del nostro compagno, il leader prigioniero Ahmad Sa’adat, da parte dell’Autorità palestinese è stato il più grande risultato del “coordinamento di sicurezza” tra questo settore che monopolizza il processo decisionale ufficiale palestinese e le autorità dell’entità sionista. E ora, l’importanza di questo “coordinamento della sicurezza” non è più un segreto per nessuno, non solo per l’entità sionista, ma anche per tutte le forze borghesi reazionarie in Palestina e nell’intera regione araba.
In definitiva, l’obiettivo principale del “coordinamento della sicurezza”, oltre a svolgere un ruolo attivo nel reprimere ogni forma di resistenza (soprattutto le forme armate in Palestina), è quello di diffondere la “cultura” del coordinamento, in modo che trattare con il nemico non sia più considerato come criminale e la normalizzazione ufficiale con l’usurpatore e il colonizzatore sia semplicemente un punto di vista tra gli altri. E come parte di questo approccio, l’Autorità palestinese e anche alcune altre organizzazioni palestinesi sostengono i processi di normalizzazione in corso tra alcuni Paesi arabi e “Israele”. Allo stesso modo, in questo quadro, vediamo la risposta dell’Autorità palestinese alle pressioni USA e israeliane in merito ai fondi di sostegno ai prigionieri e le famiglie dei martiri, nonché le misure adottate contro Gaza e la sua eroica popolazione.
In questo contesto, vediamo anche l’intensificarsi delle misure repressive nelle carceri sioniste e gli attacchi contro la popolazione di Jenin che resiste, gli attacchi contro le istituzioni operanti a tutela dei prigionieri della rivoluzione palestinese e i bambini che si aggrappano ai carboni ardenti nei castelli della dignità, i nostri fermi ed eroici prigionieri. La questione del loro rilascio e non solo della loro solidarietà, nonostante la sua importanza, deve essere posta in cima a qualsiasi elenco di compiti urgenti.
In questo contesto, occorre considerare seriamente come la solidarietà internazionale possa svolgere il suo ruolo, agendo per la liberazione dei nostri compagni prigionieri. Indubbiamente, il compito di liberare i prigionieri della rivoluzione palestinese rimane più che mai la porta per costruire un fronte globale di resistenza araba per affrontare i regimi borghesi in crisi e la propaganda imperialista.
Saluti e ringraziamenti ai leader della rivoluzione palestinese, ai nostri tenaci ed eroici prigionieri, anzitutto il nostro compagno e leader Ahmad Sa’adat, Segretario Generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.
Sì alla costruzione di un fronte di resistenza arabo per affrontare la normalizzazione in tutte le sue forme!
Gloria ed eternità ai martiri! Vittoria alle masse e ai popoli in lotta!
Abbasso l’imperialismo e i suoi agenti, i sionisti e i reazionari arabi!
Cordiali saluti a tutti voi.
Il vostro amico, Georges Abdallah
^^^^^^
Dicembre 2021
Appello alla mobilitazione: Settimana di solidarietà per la liberazione di Ahmad Sa’adat e di tutti i prigionieri palestinesi, dal 15 al 22 gennaio 2022
I prigionieri palestinesi sono leader della resistenza, combattono in prima linea per la giustizia e la liberazione, sopportano scioperi della fame e combattono instancabilmente e con ininterrotta volontà di libertà. Unitevi alla Rete di solidarietà dei prigionieri palestinesi di Samidoun e agli organizzatori in tutto il mondo per la Settimana internazionale di mobilitazione per liberare Ahmad Sa’adat e tutti i prigionieri palestinesi, dal 15 gennaio al 22 gennaio 2022.
Ahmad Sa’adat è il segretario generale, incarcerato, del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, leader del movimento di liberazione nazionale palestinese e simbolo della sinistra internazionale e dei movimenti rivoluzionari.
Il 15 gennaio 2022 ricorderemo il 20° anniversario dell’arresto di Sa’adat da parte dell’Autorità Palestinese come parte della “cooperazione per la sicurezza” con l’occupazione sionista. Dopo che le forze sioniste lo hanno rapito con la forza dalla prigione dell’Autorità Palestinese a Gerico, il 25 dicembre 2008 è stato condannato a 30 anni nelle prigioni sioniste per aver guidato un’organizzazione vietata e aver chiamato alla “istigazione”. FPLP, come tutti i partiti politici palestinesi e le organizzazioni di resistenza, è classificato “organizzazione vietata” dalle autorità d’occupazione sioniste.
Sa’adat è un leader del movimento dei prigionieri palestinesi e del Movimento di liberazione nazionale palestinese e un simbolo palestinese, arabo e internazionale di resistenza contro il sionismo, il capitalismo, il razzismo, l’apartheid e la colonizzazione. Nonostante la repressione inflitta a lui e ad altri 4.650 prigionieri politici palestinesi, rimane integro e irremovibile in base al suo ruolo politico e la sua chiara visione.
Unitevi al nostro appello comune per la libertà di Ahmad Sa’adat e di tutti i prigionieri palestinesi dal 15 al 22 gennaio 2022. Agite per intensificare il boicottaggio dell’entità sionista, porre fine agli aiuti e al sostegno all’occupazione sionista, organizzare la giustizia in Palestina e resistere all’imperialismo e al colonialismo.
Il caso di Sa’adat rappresenta la natura coloniale della prigionia sionista, che cerca di sradicare la legittima leadership del popolo palestinese. Il suo boicottaggio dei tribunali militari sionisti riflette il suo impegno di principio contro ogni forma di colonizzazione. Rispecchia anche il ruolo delle potenze imperialiste come USA, Regno Unito e Canada, nonché il coinvolgimento dell’Autorità Palestinese e del suo regime di “coordinamento della sicurezza” nel reprimere il popolo palestinese e la resistenza.
Durante la sua detenzione nella prigione dell’Autorità Palestinese a Gerico, Sa’adat e i suoi compagni sono stati sorvegliati da guardie USA, britanniche, canadesi e altre guardie straniere. Alcune delle guardie britanniche hanno precedentemente sorvegliato i prigionieri repubblicani irlandesi nell’Irlanda del Nord occupata. Dopo un violento attacco sionista, Ahmad Sa’adat e i suoi compagni stanno scontando lunghe condanne nelle prigioni sioniste.
Questa è solo una delle conseguenze catastrofiche del percorso Madrid-Oslo e della creazione dell’Autorità Palestinese nell’ambito del cosiddetto “processo di pace”, in realtà un progetto per smantellare il movimento di liberazione palestinese.
Unitevi a noi e chiedete la libertà per Ahmad Sa’adat e tutti i prigionieri palestinesi nelle prigioni dell’occupazione sionista. I prigionieri del Movimento di liberazione della Palestina continuano a essere detenuti nelle carceri internazionali, specialmente Georges Ibrahim Abdallah, detenuto in Francia da 37 anni, anche se avrebbe potuto essere rilasciato dal 1999; la “Holy Land Foundation 5” negli USA e Issam Hijjawi Bassalat nelle carceri britanniche.
Proprio come Sa’adat è stato perseguito dall’occupazione sionista per aver guidato una “organizzazione illegale”, il FPLP e altri gruppi di resistenza palestinesi sono nelle cosiddette “liste terroristiche” negli USA, in Europa, Canada e altrove. Questi termini servono a criminalizzare la resistenza. Ora la potenza occupante sionista sta cercando di usare il termine “terrorismo” per reprimere l’organizzazione e l’attivismo delle organizzazioni di base e dei gruppi della società civile. Il termine “terrorismo” è usato come arma coloniale contro i movimenti di resistenza, e noi ribadiamo: la resistenza è un diritto!
“La lotta palestinese per la liberazione nazionale fa parte del movimento internazionale dei popoli per la liberazione nazionale, la giustizia razziale ed economica internazionale e la fine dell’occupazione, del colonialismo e dell’imperialismo.” – Ahmad Sa’adat
Siate attivi: organizzate iniziative, mobilitazioni e proteste per chiedere la libertà per Ahmad Sa’adat e tutti i prigionieri palestinesi! Protestate nei luoghi pubblici, nelle università e nelle comunità. Organizzate un banchetto palestinese o una campagna di lettere per scrivere a Sa’adat e ai suoi compagni prigionieri palestinesi. Queste date segnano anche l’anniversario del sanguinoso attacco sionista “Piombo Fuso” a Gaza nel 2008-2009. Inviateci una mail a samidoun@samidoun.net per informarci sulle vostre iniziative o promozioni. Proiezione del film “Fedayin” sulla vita e la lotta di Georges Abdallah. Ahmad Sa’adat e Georges Abdallah sono compagni che accolgono con favore costantemente la lotta di altri e, nonostante la grande distanza e le mura della prigione, tengono una corrispondenza politica. Per organizzare una proiezione, inviate una mail a samidoun@samidoun.net e vacarmesfilms@gmail.com
ShutElbitDown: Palestine Action ha ottenuto un’importante vittoria contro la repressione britannica dei coraggiosi attivisti che hanno affrontato il produttore di armi israeliano Elbit Systems impiegando vernice rossa e compiendo un’azione diretta creativa. Saranno processati (davanti alla Crown Court – Alta Corte di 1° grado, n.d.t.) a gennaio. Sostenete la campagna organizzando mobilitazioni #ShutElbitDown nella vostra regione. Apprendete di più su https://palestineaction.com/
Partecipate alla campagna sulle reti sociali. Pubblicate una foto o un video con un messaggio che chiede la libertà per Ahmad Sa’adat e i suoi compagni prigionieri palestinesi, con hashtag #FreeAhmadSaadat. Inviateci la vostra foto via e-mail a samidoun@samidoun.net o contattaci su Facebook, Twitter o Instagram. Boicottate l’entità sionista: Ahmad Sa’adat dice: “Chiedo a tutte le forze progressiste, a sostegno della libertà e della democrazia di supportare la lotta del nostro popolo attraverso ogni forma di boicottaggio: politico, economico, accademico e culturale contro lo Stato occupante, nonché la creazione di una reale pressione economica sulle sue industrie di colonizzazione e insediamento, nonché un’intensificazione di campagne globali di boicottaggio contro tutte le società che sostengono e investono militarmente ed economicamente nell’occupazione. Non comprate merci dall’occupante sionista e impegnatevi per porre fine agli investimenti nelle imprese che traggono vantaggio dall’occupazione. Partecipate ad azioni dirette contro i profittatori di guerra e boicottate le aziende complici come Puma e HP.
Samidoun Deutschland
^^^^^^
4 novembre 2021
Resoconto riguardante il mese di mobilitazione per Georges Abdallah
Ecco la rassegna delle iniziative realizzate per la liberazione di Georges Abdallah durante l’ultimo mese di azione.
STATO FRANCESE: Parigi / Regione parigina: Numerosi attacchinaggi e partecipazione a varie manifestazioni (soprattutto il 17 ottobre) e incontri. Raduni davanti al ministero degli Interni, a Ménilmontant, Parigi e Château Rouge. Due proiezioni del film “Fedayin, la lotta di Georges Abdallah”. Tolosa: Molti banchetti. Partecipazione a manifestazioni e diffusione di oltre 15.000 volantini. Appello locale per la liberazione di Georges Abdallah firmato da 30 organizzazioni. Grande campagna di attacchinaggio di manifesti e adesivi. Proiezione di “Fedayin”. Lannemezan: Oltre 1.000 persone manifestano fino alla prigione dove è detenuto Georges Abdallah. Lione: Merenda di solidarietà, tavolo informativo, numerosi attacchinaggi, proiezione di “Fedayin”. Bordeaux: Serata di presentazione del libro “L’Affaire Georges Ibrahim Abdallah” e proiezione di “Fedayin”. Marsiglia e la sua regione: Presenza e intervento in incontri e raduni. Attacchinaggio. Saint-Etienn : Raduno per la liberazione di Georges Abdallah. Distribuzione di volantini di sostegno. Tarbes: Proiezione di “Fedayin”. Attacchinaggio e distribuzione di volantini. Auch e Bergerac: campagne di attacchinaggio. Strasburgo: due proiezioni di “Fedayin”. Bayonne: Serata di solidarietà. Brest: Proiezione di “Fedayin” e raduno di solidarietà. Clermont-Ferrand: Varie iniziative. Nantes; Mauléon-Licharre; Crevant; Saint-Gaudens e Sens: Proiezione di “Fedayin”. Guingamp: Distribuzione di volantini e proiezione di “Fedayin”. Annecy: Proiezione di “Fedayin”. Presenza in varie manifestazioni. Albi: Attacchinaggio e proiezione di “Fedayin”. Grenay: Striscione esposto sul frontone del municipio. Una mozione di sostegno è votata dal consiglio comunale. Calonne Ricouart e Toulon: Raduni per la liberazione di Georges Abdallah. Auxerre: Invio cartoline di petizione. E anche: Forum di sostegno a Georges Abdallah firmato da oltre 400 personalità e pubblicato da Médiapart.
BELGIO: Bruxelles: proiezione di “Fedayin”. Tematizzazione di Georges Abdallah a una manifestazione davanti all’ambasciata israeliana e alla settimana di solidarietà con la Palestina. Charleroi: Proiezione di “Fedayin” e tavola informativa. OLANDA: Rotterdam: Proiezione di “Fedayin”. L’Aia: raduno davanti al consolato francese. GERMANIA: Francoforte, Amburgo e Lipsia: Manifestazioni. AUSTRIA: Vienna: raduno davanti al consolato francese. SVIZZERA: Ginevra: Laboratorio di scrittura per Georges Abdallah e creazione di un grande affresco. Zurigo: scritte, azione notturna e raduno davanti al consolato francese. STATO SPAGNOLO: Granollers, Barcellona e Berga (Catalogna): Proiezioni di “Fedayin”. Madrid: Proiezione di “Fedayin”. Manifestazione. INGHILTERRA: Londra: Raduno davanti all’ambasciata francese. SVEZIA: Göteborg: Proiezione di “Fedayin”. TURCHIA: Istanbul: Raduno. PALESTINA: Gaza: Tematizzazione di Georges Abdallah a una manifestazione. LIBANO: Campo profughi palestinese di Baddawi: Realizzazione di un affresco. TUNISIA: Tunisi: Diverse iniziative tra cui un raduno. CANADA: Vancouver: Raduno di supporto davanti al consolato francese. Montreal: Proiezione di “Fedayin”. Ottawa: Attacchinaggio. USA: Minneapolis, New-York City, San-Diego, Chigago, Boston e Dallas: proiezioni di “Fedayin”.
^^^^^^
Ottobre 2021
Manifestazione presso il carcere di Lannemezan per sostenere la liberazione di Georges Abdallah
Sabato 23 ottobre 2021, più di mille persone hanno manifestato fino ai cancelli del carcere di Lannemezan per chiedere l’immediato rilascio di Georges Abdallah, comunista libanese imprigionato in Francia da 37 anni. Molti comitati di sostegno hanno permesso a questa mobilitazione di raggiungere un’affluenza storica. Il Soccorso Rosso Internazionale era presente con i membri delle sue sezioni di Tolosa, Ginevra e Bruxelles.
Dichiarazione di Georges Abdallah
Cari/e Compagni/e, cari/e amici/amiche,
Dopo un mese d’intensa mobilitazione di solidarietà in Francia, così come altrove in altri Paesi, eccovi riuniti oggi di fronte a questi muri e a questo filo spinato. Come un anno fa, o addirittura un decennio per alcuni di voi, la vostra sola presenza qui suscita ancora molta emozione e altrettanto entusiasmo. Vedete, Compagni e amici/amiche, l’atmosfera in questi luoghi sinistri, tutta questo ambiente carcerario, cambia quando l’eco della vita attiva giunge a colpire la piattezza senza nome di una mortale quotidianità carceraria… Così, i compagni di prigionia sociali scoprono come per magia, anche se solo per un piccolo momento, la bellezza e il potere delle relazioni umane sostanzialmente disinteressate e della solidarietà nonostante tanti anni dietro le sbarre… Seguendo nella miseria culturale ed emotiva senza rapporti reali con la società da lunghi anni per alcuni, questo risveglio d’entusiasmo e d’umanità non passa inosservato; lo si legge negli occhi e lo si vede in questi commenti spontanei, spesso sinceri, ma purtroppo senza futuro…
Compagni e Amici/Amiche, l’eco dei vostri slogan, dei vostri canti e tutto il resto, va oltre questi fili spinati e altre torri di avvistamento, risuona nelle nostre teste e ci trasporta lontano da questi luoghi sinistri.
Cari/e Compagni/e, cari Amici/Amiche, all’alba di questo 38° anno di prigionia, sapervi qui presenti nella diversità del vostro impegno, a pochi metri dalla mia cella, mi riempie di forza e porta una cocente negazione a tutti coloro che hanno scommesso sull’affanno della vostra solidarietà. Soprattutto mi conforta nella convinzione che il cambiamento dei rapporti di forza a favore dei protagonisti rivoluzionari imprigionati è sempre funzione della mobilitazione solidale assunta nel campo della lotta anticapitalista/antimperialista; quindi possiamo dire senza la minima esitazione: il sostegno più significativo che si può dare ai nostri compagni prigionieri si registra di primo acchito nel vero impegno nella lotta in corso. Certo, siete consapevoli che è sempre al livello delle istanze politiche che si decide il luogo e il peso del rito giudiziario, quando si tratta di rivoluzionari imprigionati. Per questo, del resto, è solo assumendo solidarietà su questo terreno di lotta di classe e in tutte le sue dimensioni che la detenzione dei nostri compagni in carcere comincia a pesare più delle possibili minacce inerenti alla loro liberazione. Sono pure questo impegno e questa mobilitazione militante e solidale a fare che nonostante tanti anni di prigionia, siamo ancora insieme, Compagni, fermamente ritti con incrollabile determinazione di fronte a ogni prova, questo 38° anno che già si preannuncia ricco anche di lotte e speranze.
Compagni, in questi tempi di pandemia, di crisi multidimensionale che scuote i pilastri del sistema capitalista mondiale, le contraddizioni inter-imperialiste non cessano di aggravarsi sempre di più. La borghesia imperialista ha recentemente sventolato ovunque la bandiera del nazionalismo. Classico riflesso dei capitalisti in tempo di crisi per meglio legare saldamente le masse popolari alla “loro” borghesia e al “loro” Stato. Come se il problema da risolvere per i lavoratori e gli altri precari fosse quello della “grandezza della nazione”, e non quella di porre fine al capitalismo e alla sua barbarie. Eppure, la crisi del capitalismo moribondo nella sua fase d’avanzata putrefazione è già qui davanti a noi a livello planetario… crisi sanitaria, crisi ecologica, crisi economica e sociale si combinano e si amplificano sempre di più. Non esiste via d’uscita dalla crisi nell’ambito del capitalismo. Il capitalismo globalizzato è il capitalismo esistente realmente oggi. L’agonia del suo mondo finirà solo con il superamento del capitalismo, non attraverso compromessi storici e altri illusori tentativi di salvaguardare le conquiste di un cosiddetto capitalismo democratico dal volto umano, ma piuttosto attraverso l’incessante lotta “classe contro classe”. Oggi viviamo tutti sotto l’egemonia del capitale globalizzato. Nessun Paese può sfuggire completamente al meccanismo distruttivo di questa egemonia. È questo “capitalismo globalizzato”, cioè il capitalismo realmente esistente, ad essere in crisi. Ed è questo capitalismo che i comunisti e tutti i rivoluzionari dovranno superare per vincere la barbarie. Per la sopravvivenza dell’umanità, per la sopravvivenza del nostro pianeta, occorre essere in grado di sbarazzarsi del capitalismo e della sua barbarie, al più presto.
Recentemente dobbiamo constatare, Compagni, che nel momento in cui in Africa le posizioni dell’imperialismo francese continuano a erodersi a vantaggio di altre potenze (per inciso, non solo Cina e/o Russia, ma anche Germania, USA e Turchia), in Francia si afferma sempre più un processo di fascistizzazione. Certo, non è questo l’argomento su cui potersi qui soffermare, resta il fatto che c’è da preoccuparsi al massimo livello.
Compagni, per avanzare nella costruzione dell’alternativa rivoluzionaria appropriata, la convergenza delle lotte è più che essenziale. Il blocco storico dei lavoratori e degli altri precari si costruisce e si struttura nella dinamica globale della lotta in tutte le sue componenti. Solo attraverso questa dinamica globale, la lotta di classe rende evidenti le potenzialità politiche del movimento attuale, spingendo il proletariato operaio ad appropriarsi della sua cosciente espressione politica. Le masse proletarie, appropriandosi dell’espressione politica consapevole dei loro interessi di classe, si riscoprono in quanto soggetti della loro storia e della storia stessa. Solo attraverso lo svolgersi dell’agire insieme i diversi soggetti della lotta rivoluzionaria qui e altrove nel mondo pervengono alla costruzione di alternativa appropriata e a porre una scadenza all’agonia del capitalismo moribondo nella sua fase di putrefazione avanzata, cioè l’agonia del capitalismo realmente esistente.
Come potete vedere, Compagni, la borghesia araba nella sua stragrande maggioranza ora mostra il suo allineamento nel campo del nemico senza trucchi. Ciò non manca da un lato d’influenzare la lotta delle masse popolari palestinesi e dall’altro di affermare il posto speciale della causa palestinese come una delle principali leve della rivoluzione araba. E ovviamente, la lotta all’interno del blocco sociale della rivoluzione dovrebbe tener conto delle tergiversazioni e di altri compromessi della borghesia per poter fronteggiare ogni proposta “liquidazionista”. La Resistenza Palestinese ha e dovrà affrontare il “blocco arabo-sionista reazionario” guidato dalle potenze imperialiste.
Ogni giorno la Palestina ci dà lezioni di abnegazione e coraggio di eccezionale entità. Più che mai le masse popolari palestinesi, nonostante tutti i tradimenti della borghesia, assumono il ruolo di vero garante della difesa degli interessi del popolo. Contro l’occupazione e la barbarie dell’occupante, la prima risposta legittima che deve manifestarsi è anzitutto la solidarietà, ogni solidarietà, con coloro che con il loro sacrificio affrontano la milizia dell’occupazione. Le condizioni detentive nelle carceri sioniste peggiorano di giorno in giorno. E come vi è noto, Compagni, per affrontarlo, la solidarietà internazionale si rivela un’arma essenziale.
Che mille iniziative di solidarietà fioriscano in favore della Palestina e della sua promettente Resistenza!
Che mille iniziative di solidarietà fioriscano a favore dei/delle giovani Palestinesi!
Solidarietà, ogni solidarietà a chi resiste nelle carceri sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia, Filippine e altrove nel mondo!
Solidarietà, ogni solidarietà ai giovani proletari dei quartieri popolari!
Solidarietà, ogni solidarietà ai proletari in lotta!
Solidarietà, ogni solidarietà alle masse popolari yemenite!
Onore ai martiri e alle masse popolari in lotta!
Abbasso l’imperialismo, i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!
Il capitalismo è solo barbarie, onore a tutti coloro che vi si oppongono nella diversità delle loro espressioni!
Insieme Compagni e solo insieme vinceremo!
A tutti voi, Compagni e Amici/Amiche, il mio saluto rivoluzionario
Il vostro Compagno Georges Abdallah
Fonte: libéronsgeorges
^^^^^^
Mese internazionale per la liberazione di Georges Abdallah

La solidarietà più appropriata che si può dare a qualsiasi protagonista rivoluzionario imprigionato è quella che si sviluppa sempre più sul terreno delle lotte contro il sistema di sfruttamento e dominio”
Riportiamo in apertura un significativo estratto della dichiarazione di Georges Abdallah del 19 ottobre del 2019 proveniente dal carcere di Lannemezan, in Francia, dove il compagno è detenuto da 37 anni .
Abdallah è ormai un simbolo della lotta internazionalista contro l’imperialismo. Dalla resistenza in Libano e Palestina (negli anni ’70/’80) fino alle azioni per portare qui in Europa la guerra contro gli imperialisti e il loro gendarme Israele che perpetrano da decenni contro i popoli del Medio Oriente (al ben noto scopo di dominarne le risorse petrolifere). Poi in carcere, continua a lottare e battersi per l’autodeterminazione dei popoli oppressi, e nel contesto di crescente barbarie che stiamo conoscendo in questi ultimi decenni. Il suo è un contributo attivo, di costante solidarietà pure verso le lotte sociali in Francia, contro la repressione dei movimenti e con la riaffermazione della sua identità comunista, di sostegno al campo rivoluzionario.
Sebbene avesse diritto già dal 1999 ad una forma di libertà vigilata, USA, Israele e Francia bloccano ogni provvedimento di possibile liberazione. Questo soprattutto perché Georges Abdallah non ha mai ceduto al compromesso, al tradimento politico e ideologico. Senza vittimismo o richieste umanitarie di grazia, ha invece continuato giustamente a sostenere i processi rivoluzionari, le organizzazioni e le loro azioni in ambito internazionale.
Come Soccorso Rosso Internazionale situiamo questo mese internazionale di iniziative per la liberazione di Georges Abdallah nel più generale impegno verso i/le prigionieri/e rivoluzionari/e delle organizzazioni di vari Paesi e fronti di lotta. In Italia ci sono alcune decine di militanti/e incarcerati/e dagli anni ’80, che non si sono arresi, non cedendo a compromessi con lo Stato, continuando a difendere l’identità e il patrimonio politico di cui sono espressione coerente. Un filo rosso di continuità con i precedenti cicli di lotta, oggi molto utile nel momento in cui i movimenti si trovano ad affrontare uno scontro e una repressione intensi, un dominio sempre più totalitario che impone nei fatti l’esigenza, la necessità di ricostruire una prospettiva rivoluzionaria.
La lotta per la liberazione di Georges Abdallah non è solo doverosa rispetto a lui, ma giusta e condivisibile in un orizzonte di ampio respiro che attraversa le lotte di liberazione del popolo palestinese, curdo e del loro fronte internazionalista mediorientale, fino alle lotte qui in Europa, per sostenere e dare sostanza ad ogni resistenza contro tutti i sistemi imperialisti e colonialisti. È nel fronte solidale di queste resistenze che può vivere e svilupparsi la comune prospettiva rivoluzionaria contro il capitalismo.
Ottobre 2021
Collettivo Contro la Repressione per il Soccorso Rosso Internazionale (CCRSRI)
Proletari Torinesi – per il Soccorso Rosso Internazionale (PT-SRI)

———–
Fonte: samidoun.net
9 settembre 2021
Liberazione tramite il tunnel della libertà: sostenete la rivolta dei prigionieri palestinesi – attivatevi!
Sei palestinesi detenuti dall’occupazione sionista sono evasi la mattina presto di lunedì 6 settembre attraverso un tunnel scavato sotto la prigione di Gilboa.
I 6 prigionieri evasi – Mahmoud Abdullah Ardah, Mohammed Qasim Ardah, Ayham Fouad Kamamji, Yaqoub Mahmoud Qadri, Zakaria al-Zubaidi e Munadil Yaqoub Infaat – sono liberi nonostante i tentativi di dargli la caccia da parte dei funzionari dell’occupazione sionista. Tuttavia, funzionari dell’occupazione hanno trasferito prigionieri con la forza ovunque in Palestina, aggredendoli e facendo irruzione nelle loro celle, mentre portavano i parenti degli evasi per essere interrogati. Nelle carceri è in corso una rivolta che richiede il sostegno di tutti coloro nel mondo che sono a fianco del popolo palestinese e della lotta palestinese per la libertà e la liberazione: unitevi a noi e agite!
Nella prigione di Megiddo, nella prigione di Ramon e nella prigione del deserto del Negev, i prigionieri politici palestinesi hanno incendiato le loro stanze per difendersi dai tentativi delle autorità carcerarie di spostare i prigionieri vicino ad Al Jihad Al Islami. Il Centro Handala per prigionieri ed ex-prigionieri nella Palestina occupata riferisce che 7 stanze nella prigione di Megiddo, 4 stanze nella prigione del Negev e 4 stanze nelle sezioni 4 e 5 della prigione di Ramon sono state bruciate e che la leadership del movimento dei prigionieri è stata affermata, che in ogni sezione invasa per effettuare il trasferimento dei detenuti si risponderà con il fuoco.
Palestinesi: in tutta la Palestina occupata si radunano a sostegno dei 6 prigionieri autoliberati, il cui “tunnel della libertà”, scavato durante mesi di perseveranza servendosi solo di utensili da cucina come mezzo, è diventato un simbolo di speranza per la libertà e una dimostrazione che la potenza tecnica e militare del progetto coloniale sionista non può soffocare la resistenza palestinese. Il tunnel, della lunghezza di decine di metri sotto la prigione di Gilboa, simboleggia l’inestinguibile sete di liberazione dei palestinesi imprigionati e la speranza di un’amore immortale per la libertà. A Ramallah, Jenin, Nablus, al-Khalil, Betlemme, Gerusalemme, Tulkarem, Gaza City, nel campo di Jabalya e altrove, gli organizzatori scendono in piazza, schierandosi a fianco dei prigionieri liberatisi e della resistenza dietro le sbarre.
La rivolta nelle carceri è stata innescata in seguito a un attacco ai palestinesi detenuti nella prigione del deserto del Negev. Forze speciali degli occupanti hanno preso d’assalto la sezione 6 con armi e cani poliziotto, compreso il personale militare di una postazione militare vicina, il che ha portato i prigionieri a bruciare 7 stanze e a difendersi dall’invasione. Mentre tutto questo continua, 6 detenuti amministrativi imprigionati senza accusa né processo continuano lo sciopero della fame per la loro libertà: Kayed al-Fasfous (da 56 giorni), Miqdad Qawasmeh (da 49 giorni), Alaa al-Araj (da 31 giorni), Hisham Abu Hawash (da 23 giorni), Raik Sadeq Bisharat (da 18 giorni) e Shadi Abu Aker (da 15 giorni).
I partiti politici palestinesi e le organizzazioni della resistenza hanno richiamato l’attenzione sull’urgente necessità di difendere i prigionieri e chiedere il loro rilascio. Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha invitato i palestinesi e i/le loro sostenitori/trici a rispondere all’appello dei prigionieri con azioni, manifestazioni e proteste.
Attualmente 4.650 prigionieri palestinesi sono nelle carceri dell’occupazione sionista, di cui 520 in detenzione amministrativa senza accusa né processo, 40 detenuti e 200 minorenni. La prigionia politica colpisce tutti i settori della società palestinese e quasi il 40% dei palestinesi in Cisgiordania e Gerusalemme sono già stati detenuti sotto l’occupazione sionista.
La Rete di solidarietà dei prigionieri palestinesi Samidoun sottolinea e rafforza l’appello del movimento dei prigionieri palestinesi a sostenere i prigionieri palestinesi e il popolo palestinese oggi e a chiedere giustizia e liberazione per la Palestina dal fiume al mare. I 6 prigionieri liberatisi dalla prigione di Gilboa incarnano la speranza incrollabile e l’impegno per la liberazione che, nonostante l’oppressione militarizzata e la colonizzazione sionista, non sono state abbandonate da oltre 73 anni. Le azioni di questa “Brigata della Libertà” non sono solo un simbolo di speranza per i palestinesi, ma anche per tutti coloro che nel mondo lottano per la giustizia e la libertà. I prigionieri palestinesi continuano a resistere dietro le mura del carcere alle invasioni e agli attacchi.
I governi imperialisti occidentali sono colpevoli per i continui attacchi ai prigionieri palestinesi e la colonizzazione della Palestina. Dagli USA che forniscono annualmente oltre 3,8 miliardi di dollari in armi al regime sionista al continuo sostegno economico, politico e diplomatico di UE, Canada, Regno Unito e di altri, sono tutti direttamente coinvolti nei crimini in corso contro il popolo palestinese. Ovunque nel mondo possiamo e dobbiamo agire ora per essere dalla parte dei prigionieri palestinesi, della loro rivolta e per la liberazione della Palestina!
Aggiornamento
La mattina di sabato 11 settembre, Zakaria Zubeidi e Mohammed al-Arda, che si stavano nascondendo nel nord della Palestina occupata, sono stati ripresi dalla polizia israeliana, dopo che Mahmoud Arda e Yacoob Qadri erano stati catturati il giorno prima. Due militanti evasi lunedì 6 settembre dal carcere di massima sicurezza di Gilboa sono quindi tuttora latitanti. Venerdì 10 settembre, la polizia di occupazione israeliana ha represso violentemente i manifestanti scesi in piazza a sostegno dei prigionieri palestinesi. Palestinesi di Haifa e di Umm Al-Fahm hanno organizzato due distinte proteste a sostegno dei prigionieri ed esposto cartelli con la scritta “Libertà per i prigionieri della libertà”, “Tutto il sostegno per i nostri eroi dietro le sbarre israeliane”.
^^^^^^
Da: secoursrouge.org
9 agosto 2021
Il 5 agosto, 15 palestinesi hanno continuato lo sciopero della fame nelle carceri israeliane (sciopero iniziato nel mese di luglio), 14 di loro protestando contro la loro detenzione amministrativa – reclusione senza accusa o processo – e uno, Mohammed Nuwarra, protestando per il suo continuo isolamento. Il 5 agosto, due detenuti hanno aderito a questo sciopero della fame: Akram al-Fasfous, aggiuntosi a suo fratello, Kayed al-Fasfous, che è in sciopero della fame da 22 giorni. L’altro loro fratello, Mahmoud al-Fasfous, pure detenuto senza accusa né processo, ha sospeso lo sciopero della fame giovedì 5 agosto dopo un grave peggioramento della sua salute. Anche Amjad Nammoura, di Dura vicino al-Khalil, si è unito allo sciopero della fame giovedì per protestare contro la sua detenzione amministrativa.
In precedenza, 3 prigionieri palestinesi hanno sospeso il loro sciopero della fame: Alaa el-Din Ali e Maher Dalaysheh, entrambi rifugiati palestinesi del campo di Jalazone vicino a Ramallah, e Guevara Nammoura, calciatore professionista palestinese che ha gareggiato nella nazionale di calcio palestinese. Ali e Dalaysheh hanno sospeso lo sciopero, ottenuto un accordo inteso a fissare una data di fine della loro detenzione amministrativa. Anche Nammoura ha sospeso il suo sciopero dopo un accordo per porre fine alla sua detenzione amministrativa, presso il tribunale militare israeliano il 5 agosto. Se il tribunale militare d’occupazione confermasse la sua detenzione il 5 agosto, riducendola a 3 mesi invece di 4, non si potrebbe verificare se si tratti di un’ordinanza definitiva, lasciando aperta la possibilità che sia rinnovata.
È stata annunciata una serie di scioperi di solidarietà a rotazione, con i primi partecipanti, Bara’a Issa di Anata a Gerusalemme, Taha al-Tarwa da Taffouh ad al-Khalil, Malik al-Sa’ada di Taffouh e Qasim Masalmeh di Beit Awwa, tutti detenuti nella prigione di Ramon. Le forze d’occupazione israeliane hanno intensificato la repressione contro i prigionieri in sciopero della fame, mettendoli in isolamento, assaltando e saccheggiando le loro celle e trasferendoli ripetutamente da una prigione all’altra.
^^^^^^
Nell’ambito della settimana internazionale di azioni per Georges Abdallah dal 12 al 19 giugno, molte iniziative si sono tenute in Francia e in tutto il mondo.
-
Marsiglia (Francia) · Giovedì 10 giugno: proiezione del documentario “Fedayin, la lotta di Georges Abdallah”
-
Napoli (Italia) · Giovedì 10 giugno: proiezione del documentario “Fedayin”
-
Port-de-Bouc (Francia) · Venerdì 11 giugno: proiezione del documentario “Fedayin”
-
Parigi (Francia) · Sabato 12 giugno: corteo in una manifestazione antifascista e serata di presentazione del libro e del film su Georges Abdallah
-
Tremblay-en-France (Francia) · Sabato 12 giugno: proiezione del documentario “Fedayin”
-
Annecy (Francia) · Sabato 12 giugno: azione di solidarietà in una manifestazione antifascista
-
Austin (Stati Uniti) · Domenica 13 giugno: azione di solidarietà
-
Gaza (Palestina) · Lunedì 14 giugno: manifestazione di solidarietà per Georges Abdallah e i prigionieri palestinesi
-
Vancouver (Canada) · Mercoledì 16 giugno: azione di solidarietà in una manifestazione per la Palestina
-
Ginevra (Svizzera) · Mercoledì 16 giugno: proiezione del documentario “Fedayin”
-
Bruxelles (Belgio) · Mercoledì 16 giugno: azione davanti all’ufficio AXA
-
Madrid (Stato spagnolo) · Giovedì 17 giugno: azione davanti all’ambasciata francese
-
Lannemezan (Francia) · Giovedì 17 giugno: delegazione nel carcere in cui è detenuto
-
Tolosa (Francia) · Venerdì 18 giugno: cartellini e manifesti di solidarietà
-
Aix-en-Provence (Francia) · Sabato 19 giugno: proiezione del documentario “Fedayin”
-
Tolosa (Francia) · Sabato 19 giugno: stand di solidarietà
-
Parigi (Francia) · Sabato 19 giugno: manifestazione per la liberazione di Georges Abdallah
-
Istres (Francia) · Sabato 19 giugno: solidarietà live-Facebook
-
Gaza (Palestina) · Sabato 19 giugno: manifestazione di solidarietà per Georges Abdallah
-
Charleroi (Belgio) · Sabato 19 giugno: azione di solidarietà
-
Manchester (Gran Bretagna) · Sabato 19 giugno: stand di solidarietà
-
Vic-en-Bigorre, regista (Francia) · Sabato 19 giugno: mostra di solidarietà
-
Tunisi (Tunisia) · Sabato 19 giugno: proiezione del documentario “Fedayin”
-
Montpellier ( Francia) · Sabato 19 giugno: stand solidale per la Palestina
-
Madrid (Stato spagnolo) · Sabato 19 giugno: video di solidarietà
-
Roma-Napoli-Torino-Milano-Bologna ( Italia) · Sabato 19 giugno: foto di solidarietà
-
Losanna (Svizzera) · Sabato 19 giugno: corteo per Georges Abdallah in una manifestazione per la Palestina
Dichiarazione di Georges Abdallah letta durante la manifestazione nazionale organizzata a Parigi il 19 giugno 2021 dalla Campagna Unitaria per la liberazione di Georges Abdallah
Cari/e Compagni/e, cari/e amici/e
Meno di un mese fa si è commemorata la Nakba in un clima molto particolare. I reazionari di ogni sorta allora hanno giurato solo con l’ “accordo del secolo” e strombazzato circa i cosiddetti benefici che ne deriverebbero alla pace regionale dalla normalizzazione dei rapporti fra entità sionista e i regimi reazionari arabi. Hanno ripetuto fino alla fine di quella giornata che la causa palestinese era finita. 28 anni dopo gli accordi di Oslo, l’entità sionista ha finito per credere d’aver seppellito realmente il popolo palestinese per sempre. I dirigenti sionisti hanno sempre ritenuto che con il tempo “i vecchi moriranno e i giovani dimenticheranno”…Quindi questi dirigenti hanno commesso l’errore di pensare di poter approfittare della confusione generale e farla finita una volta per tutte con Al Quds, smantellando i suoi grandi agglomerati palestinesi e cacciando le famiglie dalle loro case in Cheikh Jarrah, Silwan e Khan Al Ahmar per essere sostituite da coloni ebrei suprematisti.
73 anni dopo la Nakba, attaccare ancora Al Quds non poteva che generare un’esplosione generale. Le masse palestinesi hanno solo a che fare con la confusione e l’indeterminatezza dei loro dirigenti in una situazione simile. Quindi da Cheikh Jarrah a ogni città e località della Cisgiordnia e dei territori del ’48, i palestinesi e le palestinesi, di ogni età, si sono scoperti un popolo in piena mobilitazione. La Palestina, Terra e Popolo, è unificata più che mai. Le scosse provenienti da questo vulcano sono lungi dall’essere circoscrittte alla sola Palestina; le masse palestinesi dei campi profughi nei Paesi arabi limitrofi sono all’unisono con le masse arabe in solidarietà con la Palestina, incarnazione di ogni dignità e speranza. Le scosse di questo vulcano popolare polverizzano non solo l’ “accordo del secolo”, ma anche e soprattutto gli accordi di Oslo. E’ solo per contenere questa Intifada popolare e cercare d’impedire le sue ripercussioni regionali che le potenze imperialiste e i reazionari si sono affrettati, dopo 11 giorni di criminali bombardamenti, a istituire un cessate il fuoco…
Naturalmente questa Intifada popolare è di genere particolare e non si fermerà. Ha il compito di far muovere le linee e a non consentire alla direzione di Oslo di riproporsi come se non sia successo niente. Dobbiamo constatare, Compagni, che dal cessate il fuoco non passa giorno in Cisgiordania senza che ci siano altri martiri giovani o meno giovani… Basta guardare alla situazione di Beita, questa località a sud di Nablus, o a Jenin nel nord, senza parlare di quanto succede in termini di provocazioni e repressioni a Al Quds e nei territori del ’48 e le irruzioni ogni tanto a Gaza…
Compagni/e ed amici/e, la Resistenza di ogni forma paga sempre… Solo la Resistenza ricolloca la causa palestinese al suo posto, in primo piano sulla scena regionale e mondiale. I militanti del Fatah e i militanti di ogni organizzazione in Cisgiordania hanno scandito i nomi dei Resistenti a Gaza e si sono impegnati più che mai a difendere l’Intifada popolare in corso e a smetterla con ogni forma di bastardaggine disfattista e a sbarazzarsi dell’occupante una volta per tutte. Certo è stata la Resistenza a permettere alle masse popolari palestinesi di trasformare la 73^ commemorazione della Nakba in una Nakba per l’entità sionista. Malgrado il costo enorme in termini di sangue e distruzioni, la gioia della vittoria finale, come ha affermato un comandante delle brigate, Abou Ali Mustapha, sarà ancor maggiore…
Compagni e amici/e, da dietro gli ignobili muri Ahmad Sa’adat e le migliaia di compagni rinchiusi nelle carceri sioniste, vi inviano i loro saluti rivoluzionari e attirano la vostra attenzione su quanto avviene nei territori del ’48 e certamente possono contare più che mai su di voi per non prescindere o sottostimare la portata delle spedizioni punitive organizzate da gruppi fascisti e suprematisti a Ramleh, Lydda, Haifa e Oum Al Fahm, apertamente sostenute dalla polizia israeliana.
Detto questo, Compagni, le masse popolari palestinesi coinvolte in questa Intifada popolare possono contare e devono poter contare sulla vostra mobilitazione contro ogni infame propaganda della borghesia imperialista soprattutto nel vostro Paese…Le condizioni detentive nelle prigioni sioniste non cessano di peggiorare di giorno in giorno. E come vi è noto, Compagni, per affrontarle la solidarietà internazionale si dimostra un’arma indispensabile. Naturalmente le masse popolari palestinesi e le loro avanguardie rivoluzionarie possono sempre contare sulla vostra mobilitazione e la vostra solidarietà attiva
Che mille iniziative solidali fioriscano a favore della Palestina e della sua promettente Resistenza!
Che mille iniziative solidali fioriscano a favore delle giovani e dei giovani palestinesi
La solidarietà, ogni solidarietà a chi resiste nelle carceri sioniste e in tutte le celle d’isolamento altrove nel mondo!
La solidarietà, ogni solidarietà ai giovani proletari dei quartieri popolari!
Onore ai Martiri e alle masse popolari in lotta!
Abbasso l’imperialismo e i sui cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!
Il capitalismo è solo barbarie, onore a tutti quelli e quelle che gli si oppongono nella diversità delle loro espressioni!
Insieme Compagni e solo insieme vinceremo!
La Palestina vivrà e certamente vincerà!
A tutti voi, Compagni e Amici/e, i miei saluti rivoluzionari
Il vostro Compagno Georges Abdallah
19 giugno 2021
^^^^^^
Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione di una manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese, tenutasi il 22 maggio 2021 a Tarbes (Francia)
Care/i amiche/i, care/i compagne/i,
Voi fate onore al vostro Paese manifestando in strada il vostro forte impegno per l’applicazione del diritto internazionale e la condanna d’ogni forma di colonizzazione.
Voi fate onore al vostro Paese mettendovi a fianco delle masse popolari vittime dei crimini contro l’umanità, della apartheid e dell’oppressione.
Voi fate onore al vostro Paese partecipando alla lotta contro ogni forma di pulizia etnica (con il pretesto dell’ebraizzazione) e schierandovi a fianco delle famiglie palestinesi di Cheikh Jarrah a Gerusalemme Est minacciate in questi giorni d’essere scacciate dalle loro case per essere sostituite da coloni suprematisti.
Voi fate onore al vostro Paese non dimenticando l’embargo criminale imposto a Gaza, in atto senza discontinuità dal 2017. “Se in terra esiste un inferno, è la vita dei bambini di Gaza”, ha detto il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, lasciandosi prendere la mano…
Voi fate onore al vostro Paese non ignorando e non sottostimando la portata delle aggressioni razziste organizzate dai gruppi fascisti a Ramie, Lydda o Haifa, sostenute apertamente dalla polizia israeliana.
Voi fate onore al vostro Paese non cedendo all’infame propaganda dei vari governi imperialisti che condannano la Resistenza contro l’orrore dell’occupazione.
Care/i amiche/i, care/i compagne/i, mentre i popoli del mondo intero, non potendo più contenere la propria collera contro i crimini dell’entità sionista occupante, esprimono la loro solidarietà con il popolo palestinese, le maggiori autorità del vostro Paese ribadiscono, senza pudore, che Israele ha il diritto di difendersi…
Infine, dopo 11 giorni di bombardamenti aerei e fuoco d’artiglieria, gli USA, avendo constatato lo scacco subito in questa criminale offensiva e soprattutto le capacità dimostrate dal popolo palestinese e dalla sua gloriosa Resistenza nella diversità delle sue componenti, hanno “deciso” un cessate il fuoco a partire da ieri…
Certamente, la situazione a Gaza è spaventosa: distruzione di abitazioni, ospedali, infrastrutture, ecc. E le perdite umane ammontano a oltre 242 martiri, fra cui 68 bambini, senza parlare poi dei feriti… Compagni, ciò non toglie che appena pochi minuti dopo il cessate il fuoco, da sotto le macerie delle loro case le masse popolari palestinesi sono uscite in centinaia di migliaia per affermare che l’Intifada popolare in corso prosegue e che la Resistenza continuerà ancora in ogni forma e sempre più intensamente. Il popolo palestinese presente in tutta la Palestina storica oggi è più forte che mai. E’ nella dinamica globale della lotta che i popoli si costruiscono e strutturano il loro spazio nella coscienza collettiva.
Il popolo palestinese sa meglio di chiunque altro che i compromessi e ogni forma di disfattismo conducono esclusivamente alla sua perdita. Solo a Gerusalemme Est, a partire dall’inizio del 2020, 140 famiglie sono state cacciate dalle loro case e migliaia di altre abitazioni sono sotto la minaccia della demolizione. Cheikh Jarrah, Silwan, Khan Al Ahmar sono tutti compresi nella lista.
Compagni e amiche/amici, la resistenza attuata con ogni forma, paga sempre. E’ solo la resistenza a rimettere la causa palestinese al posto giusto, in primo piano a livello regionale e mondiale. Sicuramente, le forze imperialiste, e specialmente gli USA, si rendono conto che i miliardi di dollari spesi da Dayton per formare gli sbirri al soldo dell’occupante alla fine sono serviti a nulla. I militanti del Fath e i militanti di ogni organizzazione in Cisgiordania hanno scandito i nomi dei resistenti di Gaza, impegnandosi sempre più a difendere l’Intifada popolare in atto, a farla finita con ogni forma di bastardaggine disfattista e sbarazzarsi dell’occupante una volta per tutte.
Il “blocco sociale” popolare si forma e struttura nella diversità delle lotte attuali. E l’unità nazionale si realizza sempre a seconda dell’affermarsi dell’espressione di questo “blocco sociale”. Così, la lotta contro l’occupante finisce per avere il sopravvento.
Compagni e amiche/amici, sarebbe forse utile segnalare che la maggioranza dei giovani statunitensi di religione ebraica non si riconosce in questa barbarie perpetrata in nome dell’ebraismo, che tiene a non confondersi con il sionismo. In Francia, l’Unione ebraica francese per la pace (UJFP) ribadisce le sue posizioni molto nette a favore dei diritti nazionali palestinesi, assolutamente contrarie alla colonizzazione rampante della Palestina.
Ciò detto, Compagni, le masse popolari palestinesi coinvolte oggi in questa Intifada possono contare e devono poter fare affidamento sulla vostra mobilitazione contro ogni infame propaganda della borghesia imperialista, specialmente nel vostro Paese. La solidarietà internazionale è un’arma indispensabile, facciamone buon uso!
Insieme, Compagni e amiche/amici, solo insieme vinceremo!
La Palestina vivrà e la Palestina sicuramente vincerà!
A voi tutte e tutti i miei sinceri saluti rivoluzionari.
Georges Abdallah
22 maggio 2021
^^^^^
Aprile 2021
Lettera di Georges Abdallah dalle carceri francesi, in occasione della Giornata dei Prigionieri Palestinesi
I miei sinceri saluti a tutti coloro che partecipano alle attività di lotta per celebrare la Giornata dei Prigionieri Palestinesi,
Care sorelle, fratelli,
Cari compagni,
La Giornata dei Prigionieri Palestinesi quest’anno si presenta in circostanze eccezionali ed estremamente complesse e difficili, non ultime le ripercussioni del posizionamento sfacciato e inequivocabile della maggioranza dei regimi borghesi arabi nel campo nemico sionista. Questo processo di posizionamento non è nato dal nulla e le sue caratteristiche e le sue basi non hanno messo radici dall’oggi al domani. Piuttosto, è il risultato del corso di quattro decenni, iniziato all’inizio degli anni ottanta del secolo scorso e costato alle masse del nostro popolo, e lo è ancora, molto sangue e distruzione da Beirut a Baghdad, Damasco e Sana’a. Durante questa fase, con il ferro e il fuoco, si è affrontata la borghesia araba “litigiosa”, che in una certa misura si opponeva all’egemonia imperiale. Il “caos non creativo” ha prevalso nelle varie entità del nostro Oriente arabo, e attraverso di esso, sui palestinesi.
L’insistenza a correre dietro al miraggio di soluzioni pacifiche e alle illusioni dei leader fatiscenti fino a giungere ad Oslo e al labirinto dei suoi accordi vergognosi. Leader, che hanno sempre confuso i loro interessi diretti con i diritti storici del nostro popolo, sacrificando spesso questi ultimi sull’altare dei loro benefici immediati legati agli interessi e alle aspirazioni della borghesia alle loro spalle …
Questo processo, con le sue varie fasi, soprattutto le più sanguinose, rientra nel quadro delle implicazioni della crisi strutturale che affligge le fondamenta del sistema globale e fa del mondo arabo un teatro primario per gli effetti delle contraddizioni tra i vari stati imperialisti e le loro risorse nella regione. In questo contesto, cade l’accordo americano e la conseguente promozione dei percorsi di normalizzazione con l’entità sionista, che sono principalmente guidati dalla volontà di liquidare la questione palestinese in tutte le sue dimensioni.
Certo, non è difficile per uno disegnare un quadro oscuro che rifletta parte della realtà a cui è giunta la situazione generale di tutte le forze della rivoluzione palestinese e l’entità del rischio di un’effettiva liquidazione a cui è esposta la questione.
Forse ad alcuni sembra invitante teorizzare le possibilità di successo dell’attuale offensiva imperialista-sionista. Soprattutto l’orrore degli eventi che affliggono le varie entità della nazione araba, consentendo ad alcuni di mascherare tutti gli assiomi storici ed esentare molti anche dal minimo riferimento alla complicità dei regimi reazionari e alla loro incessante ricerca di dirottare ogni movimento di massa con tutti i mezzi, per piegarlo e impedirgli di attecchire e formulare l’alternativa storica alle varie dittature. La borghesia che controlla il collo delle nostre masse nel mondo arabo … Certo, ad alcuni dei mercenari colti della Casa dei Saud e al resto dei principi dei protettorati del Golfo piace persistere nel negare tutte le conquiste del nostro popolo resistente, e lavorare con tutti i mezzi per oscurare ciò che la resistenza armata ha ottenuto in Libano, la Resistenza nazionale libanese e in un certo senso la Resistenza, che è diventata uno scudo protettivo contro l’entità dello stupro sionista, contro le potenze imperialiste dietro ad esso e contro le forze reazionarie arabe.
Non è la prima volta che le masse del popolo palestinese e le loro avanguardie militanti hanno affrontato tentativi di liquidare la loro rivoluzione e la loro causa. L’intera storia della Palestina moderna è un percorso di lotta per un popolo che è riuscito, in un modo o nell’altro, a sventare tutte le cospirazioni per emarginare la sua rivoluzione e distruggere i suoi presupposti storici della liberazione e del ritorno. Le masse del popolo palestinese e a fianco di loro le masse della nostra nazione araba, del nostro mondo islamico e del resto delle persone libere del mondo non possono fare a meno di trionfare. Un percorso storico tracciato e coltivato dai rivoluzionari della Palestina, protetto dal sangue dei martiri giusti, e la cui azione rivoluzionaria ha rafforzato le fiaccole della libertà nelle fortezze della dignità. I nostri saldi eroici prigionieri.
Un percorso di lotta inciso nella coscienza collettiva di tutti i lavoratori del nostro popolo …
Più che mai, siamo chiamati a costruire il Fronte di resistenza rivoluzionario arabo, una vittoria per la Palestina e per tutti i suoi percorsi di lotta, Resistenza …
Nonostante tutte le difficoltà e i sacrifici che richiedono, le masse del nostro popolo palestinese possono superare e far cadere gli ostacoli generati dalle trame e dai piani avversi. Oggi la Palestina è qui, e con il sangue dei suoi bambini, bambine e dei giovani motivati dalla rivolta, è chiamata a disegnare le caratteristiche della fase successiva … Certo, non servirà a molto, cantare slogan vuoti nel loro contenuto, come “la democrazia delle elezioni sotto le lance dell’occupazione” o “disegnare un percorso alternativo” in termini propri delle democrazie imperiali. No, non basta che i militanti di Beirut, Damasco e Amman si alzino per salutare la fermezza delle fiaccole della libertà dei nostri saldi ed eroici prigionieri. E’ diventato necessario ed urgente per le masse dei campi profughi nei paesi prossimi alla Palestina riguadagnare il loro ruolo storico nell’incarnare l’arabismo della Palestina, l’arabismo della sua resistenza e le conseguenze del percorso di Resistenza … È diventato necessario e urgente fare di questo compito, la missione di liberare i prigionieri palestinesi della rivoluzione, un punto di accesso favorevole a “costruire il fronte globale della resistenza araba”. Questo è il “percorso primario”, che le masse dei campi profughi nell’immediata prossimità devono ascoltare e mantenere, vegliando sulla sua cura e la sua realizzazione, trasmettendolo alle avanguardie del nostro popolo, ai/alle combattenti per la libertà e ai/alle militanti…
La reale uscita dai labirinti di Oslo richiede questo … la liberazione dei prigionieri richiede questo … la cessazione dell’effettivo coordinamento della sicurezza richiede questo … la fine della divisione scandalosa richiede questo … non i compromessi… o le trattative… o il trucco di accordi pubblici… o l’adulazione…
Vittoria alle masse e ai popoli in lotta!
Vergogna ai traditori e agli altri arresi!
Abbasso l’imperialismo e i suoi cani da guardia, i sionisti e i reazionari arabi!
Gloria ed eternità ai nostri martiri!
Insieme, compagni, vinceremo e vinceremo solo insieme!
La solidarietà è un’arma, usiamola bene.
Cordiali saluti a tutti voi!
Vostro compagno, Georges Abdallah.
^^^^^^
Da: secoursrouge.org
Aprile 2021
Ogni anno il 17 aprile si celebra la Giornata dei prigionieri palestinesi. Oggi, sono 4.450 i palestinesi imprigionati dall’occupazione israeliana, fra i quali personaggi della sinistra rivoluzionaria come Ahmad Sa’adat, Walid Daqqa o anche Khalida Jarrar. In tale circostanza si sono svolte decine di iniziative in tutto il mondo per chiederne l’immediata liberazione.
-
Bruxelles: Raduno alla stazione centrale, presente una delegazione del Secours Rouge
-
Tolosa: banchetto per la Palestina organizzato dal Collectif Palestine Vaincra
-
Parigi: Raduno per chiedere la liberazione di tutti i prigionieri politici su invito della Campagna unitaria per la liberazione di Georges Abdallah
-
Lione: Raduno a sostegno di Georges Abdallah organizzato dal Collectif 69
-
Tarbes: Raduno organizzato da MJCF e Collectif 65 per la liberazione di Georges Abdallah
-
Berlino: Manifestazione organizzata da varie organizzazioni rivoluzionarie tra cui Samidoun Allemagne
-
Amsterdam: Attacchinaggio per gli studenti palestinesi detenuti e Georges Abdallah
-
Madrid: Raduno organizzato dalla comunità mapuche e Samidoun
-
New-York: iniziativa di solidarietà organizzata da Within our lifetime – United for Palestine
-
Göteborg: Raduno per richiedere la liberazione dei prigionieri palestinesi e Georges Abdallah organizzato da Samidoun e gruppi di solidarietà
-
Stoccolma: Raduno per chiedere la liberazione dei prigionieri palestinesi
-
Manchester: Manifestazione di sostegno ai prigionieri palestinesi, in particolare Ahmad Sa’adat e Khalida Jarrar
-
Campo Al-Arroub (Palestina occupata): Raduno a sostegno dei prigionieri organizzato da Samidoun e FPLP
^^^^^^
Marzo 2021
Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione della “Giornata della Terra”
Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche,
Il popolo palestinese commemora ogni anno la “Giornata della Terra”. Sicuramente non solo in ricordo di uno sciopero generale nel 1976 che ha riunito il popolo palestinese dei territori del ’48 contro la confisca della sua terra. Certamente questo sciopero ha suscitato una mobilitazione solidale significativa sia in Cisgiordania che a Gaza e nei diversi campi palestinesi in Libano. Ciò non toglie che l’acquisizione della terra della Palestina, con ogni mezzo da parte degli invasori sionisti, sia cominciata il 19 gennaio 1976 in seguito alla decisione adottata dal governo israeliano di confiscare 25 km2 in Galilea, nei pressi della città di Sakhnin.
L’esproprio del popolo palestinese di tutti i suoi beni in vista della sua distruzione e non solo della confisca di una parte importante della sua terra è connaturato con l’esistenza stessa dell’entità sionista. Non si è mai fermata e mai si fermerà, se non con la dissoluzione/distruzione di questa entità che, in realtà, è solo un’estensione organica dell’imperialismo occidentale.
Lo sciopero generale in questione che si commemora oggi rientra in un lungo processo di lotta il cui centro di gravità si è spostato a seconda degli equilibri di potere in atto nel mondo arabo e soprattutto in questo Machrek arabo. Forse andrebbe ricordato che meno di 10 anni prima, cioè nel 1968, si è svolta la battaglia di Al Karamé e proprio un anno dopo la rivolta dei campi in Libano e gli accordi al Cairo fra il governo libanese e la Resistenza palestinese e 2 anni dopo Settembre Nero e i massacri in Giordania…
E’ in questa dinamica rivoluzionaria in atto che in tale spazio geopolitico della Palestina si ricrea e forma l’identità e l’unità delle masse popolari palestinesi. E’ occorso tempo (1948-1976) ai/alle palestinesi dei territori del ’48 per emergere dall’abisso della Nakba e cominciare a occupare un ruolo di primo piano nella scena politica. Sicuramente affrontare la questione della lotta delle masse popolari palestinesi dei territori del 1948 non è affatto facile per chiunque non viva direttamente in Palestina.
Proprio per questo suppongo che il compagno Adel Samara possa esserci di prezioso aiuto a tale proposito. Spiegarci un poco cosa si sente in questi giorni riguardo al peso del “gangsterismo” e delle bande di trafficanti d’ogni genere, fra l’altro al soldo dei sionisti, che avrebbero evidentemente un impatto sulle principali località e città come, ad esempio, Umm-Al-Fahm.
Certo qui le masse popolari non sono e non mostrano d’essere indifferenti a ciò che avviene anche in Cisgiordania e a Gaza. Le avanguardie della lotta rivoluzionaria non possono più ignorare la degenerazione di questa direzione borghese a capo della cosiddetta “Autorità Palestinese”, con il pretesto della necessità della salvaguardia dell’ “unità nazionale”. Occorre non smettere di ricordare che il “Blocco sociale” chiamato ad assumere i compiti della rivoluzione si costruisce e si forma nella dinamica della lotta e non basandosi su considerazioni sempre più somiglianti a compromesso…
Respingiamo i compromessi e ogni manovra di camuffamento
Insieme, Compagni, e solo insieme vinceremo.
A voi tutti, Compagni, i miei saluti comunisti!
Il vostro compagno Georges Abdallah
Lannemezan, 30 marzo 2021
^^^^^^
Da: secoursrouge.org
Marzo 2021
Georges Abdallah in sciopero della fame in solidarietà con Dimitris Koufontinas
Sabato 6 marzo, Georges Abdallah farà lo sciopero della fame di un giorno in occasione della Giornata internazionale in solidarietà con Dimitris Koufontinas. Il prigioniero rivoluzionario greco è in sciopero della fame dall’8 gennaio ed è in condizioni di salute molto critiche.
^^^^^^
Da: secoursrouge.org
26 gennaio 2021
Dal 15 al 23 gennaio 2021, la rete Samidoun ha chiamato a una Settimana internazionale di mobilitazione per il rilascio di Ahmad Sa’adat, segretario generale del FPLP imprigionato dall’occupante israeliano. Diverse iniziative si sono svolte in Belgio, Olanda, Germania, Svezia, Francia, Irlanda, Inghilterra, Italia, Svizzera, Tunisia, USA e Palestina. Domenica 24 gennaio, a Parigi una sessantina di persone si è radunata per chiedere il rilascio di Sa’adat ma anche di Georges Abdallah e di tutti i prigionieri palestinesi. Allo stesso tempo, è stato organizzato un banchetto di solidarietà a Tolosa e sono state scattate foto solidali a Ginevra. A Bruxelles si sono fatti diversi manifesti per chiedere il rilascio di Sa’adat e Georges Abdallah.
^^^^^^
Da: Samidoun
18 gennaio 2021
Georges Abdallah: Dichiarazione per l’incontro antimperialista
La seguente dichiarazione è stata inviata da Georges Abdallah, il combattente arabo libanese per la Palestina detenuto nelle carceri francesi da 36 anni, a un incontro antimperialista convocato online dalla “Campagna unitaria per la liberazione di Georges Ibrahim Abdallah”, tenutosi il 15 gennaio 2021. La dichiarazione seguente è tradotta dall’originale francese:
Venerdì 15 gennaio 2021
Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche,
Permettetemi, come inizio di questo breve intervento, di salutare tutti voi da dietro queste sbarre e, soprattutto, accogliere il vostro appello alla mobilitazione delle masse popolari e della loro avanguardia per contrastare meglio i recenti sviluppi ai confini del Paese e nella regione…
Certamente l’Algeria, la nostra Algeria, conserva un posto molto speciale nei nostri cuori e nella nostra memoria collettiva: questo è il caso in tutto il mondo arabo e in parecchi Paesi africani. Ovviamente non siamo più all’inizio degli anni ’70, quando Algeri era la capitale del Terzo Mondo, la città simbolo del Movimento dei Non Allineati; quando vi venivano accolti rivoluzionari da tutto il mondo; il che, all’epoca, ha fatto dire ad Amilcar Cabral: “i cristiani vanno in Vaticano, i musulmani alla Mecca e i rivoluzionari ad Algeri”. Tuttavia, dopo la devastazione di Iraq, Siria, Libia e Yemen, l’Algeria è l’unico Paese arabo a resistere, sebbene, come nel caso di altri Paesi, sia una borghesia di Stato (di tipo particolare) a dirigerlo. Le masse popolari algerine e, dietro di esse, tutte le masse arabe, anche i martiri, sapranno come sollevarsi, avendoci insegnato a farlo in momento molto difficili.
Naturalmente non si può ignorare o sottovalutare la pericolosità e la complessità della situazione, non solo ai confini del Paese, ma anche e soprattutto in tutto il mondo arabo. La capitolazione della borghesia araba in generale e, più in particolare, quella dell’Arabia Saudita, dei protettorati del Golfo e del Marocco (per non parlare di altri) e il loro nudo e crudo allineamento con il campo sionista accentua sempre nettamente la pressione su tutti coloro che in un modo o nell’altro resistono alle richieste degli imperialisti, specialmente dell’imperialismo USA e UE.
Con le attuali condizioni politiche, dove gli effetti della crisi strutturale che scuotono l’intero sistema mondiale s’intrecciano e interagiscono, nessuno spazio geopolitico, anche minimo, sfugge a queste violente ripercussioni … È evidente, compagni, che adempiere oggigiorno ai compiti nazionali e affrontare i molteplici fattori che fanno tremare le fondamenta di varie entità arabe, è più che mai condizionato dalla capacità delle masse popolari e della loro avanguardia di collocare tutti questi fattori nel quadro della crisi globale del sistema mondiale. Quest’ultima cosa è visibile a tutti i livelli, in tutto il mondo.
Compagni, più si sviluppa la crisi e più “i detentori del potere del capitale globalizzato”, cioè i leader di questi Stati imperialisti, questi “funzionari del capitale”, aumentano i loro interventi nelle periferie, aumentano la loro pressione sui popoli oppressi e sottomessi e intonano lodi riguardo ai regimi borghesi in vigore. Recenti sviluppi nella regione sono più che illuminanti in proposito. Certamente, c’è spazio per altri futuri che non la sottomissione ai diktat imperialisti le cui conseguenze dannose possono essere viste in ogni momento, sotto forma della distruzione di intere città e lo smembramento di Stati che protestano un poco, per le processioni di morti, sfollati e costretti a migrare.
Certamente, le masse popolari algerine sono più inclini a resistere che sottomettersi a chiunque, specialmente quando si tratta di un’entità sionista come quella che martirizza il popolo palestinese e cerca con tutti i mezzi di distruggerlo da oltre un secolo … Ben inteso, il popolo saharawi, nel cuore di tutti coloro che lottano per la libertà e la dignità, non può essere lasciato solo di fronte a questo sporco affare di mercanteggiamento con questo o quel potere imperialista …
Compagni, sicuramente è sempre in base alla vostra capacità di contrastare questo intero strato di parassiti intenti nei nostri Paesi a cercare con ogni mezzo di sottomettere la nostra esistenza agli interessi del capitale globalizzato, che le nostre masse popolari vinceranno.
Solidarietà, tutta la solidarietà ai popoli palestinese e saharawi!
Abbasso l’imperialismo e i suoi agenti sionisti!
Abbasso l’imperialismo e i suoi lacché, tutti questi reazionari arabi!
Onore ai martiri e alle masse popolari in lotta!
Il capitalismo è solo barbarie; onore a tutti coloro che vi si oppongono nella diversità del loro impegno!
A tutti voi, i miei saluti rivoluzionari.
Il vostro compagno, Georges Abdallah
^^^^^^
Gennaio 2021
Libertà per i 4500 prigionieri palestinesi nelle carceri sioniste
In occasione della Settimana internazionale per la liberazione di Ahmad Sa’adat e tutti i prigionieri palestinesi, il 18/1/2021, a Milano, abbiamo partecipato al presidio davanti all’aula bunker del carcere di S. Vittore, organizzato in solidarietà con 22 detenuti processati per le rivolte di marzo 2020.
In un momento di pandemia per il Covid, in cui gli Stati impediscono la libertà di movimento ed ha creato anche in Italia una condizione di continui contagi nelle carceri e repressione delle rivolte che sono costate 14 morti tra i detenuti, con la nostra presenza abbiamo portato una duplice solidarietà.
Non è nostra intenzione presentare i prigionieri come vittime ma essere al loro fianco con una solidarietà che sottolinei la loro resistenza e la lotta anticoloniale che continuano a portare avanti.
Da anni riteniamo la Palestina e la lotta dei palestinesi, non un valore avulso dalla nostra realtà, ma parte integrante della nostra lotta, qui, contro l’imperialismo ed il sionismo, in tutte le sue forme.
Libertà per tutti i prigionieri, libertà per tutti i compagni, libertà per A. Sa’adat e Georges I. Abdallah!
19/1/2021
Solidali con la Palestina
2 foto del presidio di Milano
^^^^^^
Gennaio 2021
Mobilitazione internazionale per la liberazione di Ahmad Sa’adat e tutti i prigionieri palestinesi
Pubblichiamo qui di seguito l’appello lanciato da Samidoun:
Samidoun (Rete di solidarietà ai prigionieri palestinesi)
15-23 gennaio 2021: Settimana internazionale di mobilitazione a sostegno della liberazione di Ahmad Sa’adat e tutti i prigionieri palestinesi
Libertà per Ahmad Sa’adat
Ahmad Sa’adat, Segretario Generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, è stato arrestato dall’Autorità Palestinese il 15 gennaio 2002 e imprigionato, sottoposto alla sorveglianza delle autorità USA e britanniche. Durante un violento attacco nel 2006, è stato rapito dalle forze d’occupazione. Ora sta scontando una pena di 30 anni in una prigione Israeliana.
“Oggi è essenziale assediare il progetto sionista coloniale razzista, davvero delegittimandolo e sostenendo la lotta del nostro popolo per la liberazione, l’autodeterminazione e il ritorno come via verso una soluzione politica democratica per la Palestina. Il nostro popolo non si piegherà davanti ai governi di “Israele”, compreso l’attuale governo rappresentante la volontà dei colonizzatori e il terrore sionista ultra-estremista. Invito tutte le forze progressiste, per la libertà e la democrazia a sostenere la lotta del nostro popolo con ogni forma di boicottaggio politico, economico, accademico e culturale contro lo Stato occupante, provocando così un costo economico reale alle sue industrie di colonizzazione e insediamento, nonché intensificando le campagne globali per il boicottaggio di tutte le società che sostengono e investono militarmente ed economicamente nell’occupazione”. Ahmad Sa’adat
Mentre ricorre il 12° anniversario della condanna israeliana inflitta a Ahmad Sa’adat, leader della Liberazione nazionale palestinese e della Sinistra internazionale, nonché il 12° anniversario del brutale assalto israeliano a Gaza, “Operazione Piombo fuso”, come Samidoun Palestinian Prisoner Solidarity Network esortiamo tutti coloro che sono per la Palestina e per la giustizia in favore del popolo palestinese ad unirsi a noi, fra il 15 e il 23 gennaio 2021, durante una settimana di mobilitazione a sostegno della liberazione di Ahmad Sa’adat e tutti i prigionieri palestinesi.
Ahmad Sa’adat è il Segretario Generale del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, imprigionato, un leader del movimento di liberazione nazionale palestinese e un simbolo della sinistra internazionale e dei movimenti rivoluzionari. È stato condannato a 30 anni di reclusione in una prigione israeliana il 25 dicembre 2008, dopo essere stato rapito violentemente nel 2006 dalla prigione di Gerico dell’Autorità Palestinese, con l’accusa di aver diretto un’organizzazione vietata e d’ “incitamento”. FPLP, come tutti i partiti politici e le organizzazioni di resistenza palestinesi, è etichettato dalle autorità d’occupazione israeliane come “organizzazione vietata”.
Risorse e contesto sul caso di Ahmad Sa’adat: https://samidoun.net/2020/04/free-ahmad-saadat-imprisoned-leader-of-the-palestinian-liberation-movement
Il 15 gennaio 2021, ricorderemo il 19° anniversario dell’arresto di Sa’adat da parte dell’Autorità Palestinese nel quadro della “cooperazione per la sicurezza” con l’occupazione israeliana, pratica che perdura tutt’oggi, nonostante l’ampio rifiuto palestinese. L’Autorità Palestinese ha rapito Sa’adat e i suoi compagni con falsi pretesti, detenendoli per 4 anni prima che la sua prigione fosse attaccata dall’occupazione israeliana. Questa è solo una delle conseguenze devastanti per i palestinesi, derivanti dal “percorso Madrid-Oslo” e dalla creazione dell’Autorità Palestinese nel quadro del l’ambito del cosiddetto “processo di pace”, risultato in realtà un progetto per “liquidare” la Palestina.
Mentre erano detenuti nella prigione di Gerico dell’Autorità Palestinese, Sa’adat e i suoi compagni sono stati sorvegliati da guardie statunitensi e britanniche, dimostrando con questo che la prigionia era tutt’altro che un esercizio della sovranità palestinese. Alcune di quelle stesse guardie britanniche erano state messe a guardia di prigionieri repubblicani nell’Irlanda del Nord occupata.
Il coinvolgimento diretto di USA e Gran Bretagna nella sua prigionia spiega la ragione per cui l’azione internazionale in questo caso è così necessaria. Il sostegno di USA, Gran Bretagna, Canada, UE, Australia e altri al progetto coloniale israeliano continua a perpetuare l’impunità d’Israele, mentre persiste in confische di terre, demolizioni di case, incarcerazioni di massa, esecuzioni extragiudiziali, pulizia etnica di Gerusalemme, assedio di Gaza e ulteriori crimini contro l’umanità e crimini di guerra.
Il “progetto di normalizzazione” promosso da USA e suoi partner, soprattutto i regimi arabi reazionari, è un tentativo di legittimare l’illegittimo: il furto della terra palestinese e l’espulsione del popolo palestinese ad opera di regimi reazionari in combutta con l’imperialismo. Schierarsi dalla parte dei prigionieri palestinesi è parte integrante dello scontro con la normalizzazione. Durante questa settimana di mobilitazione, aderiremo all’appello della Campagna globale per il ritorno in Palestina, per agire contro la normalizzazione nel 2021.
Precisiamo anche che i prigionieri del movimento di liberazione palestinese continuano a essere detenuti anche in carceri internazionali, soprattutto Georges Ibrahim Abdallah, imprigionato in Francia da 36 anni nonostante sia liberabile sin dal 1999, e ci uniamo all’appello per la loro liberazione.
Sa’adat è un leader del movimento dei prigionieri palestinesi e del movimento di liberazione nazionale palestinese e rappresenta un simbolo palestinese, arabo e internazionale di resistenza al capitalismo, al razzismo, all’apartheid e alla colonizzazione. Preso di mira per il suo ruolo politico e la chiarezza della visione, non sono riusciti a metterlo a tacere nonostante l’oppressione imposta a lui e ai 4.500 compagni prigionieri politici palestinesi.
Dal 15 al 23 gennaio 2021, aderite al nostro appello collettivo per la libertà di Ahmad Sa’adat e di tutti i prigionieri palestinesi, con mobilitazioni e solidarietà globale per intensificare il boicottaggio di Israele, porre fine agli aiuti e al sostegno per Israele, organizzare la giustizia in Palestina e resistere all’imperialismo e al colonialismo.
Agire!
-
Organizzare iniziative, mobilitazioni e proteste per chiedere libertà per Ahmad Sa’adat e tutti i prigionieri palestinesi! Protestate nelle piazze pubbliche e in altri spazi aperti collettivi. Considerato che queste date corrispondono anche all’anniversario del sanguinoso attacco israeliano “Piombo fuso” e a Gaza nel 2008-2009 – vi esortiamo a includere entrambi nella vostra iniziativa. Sappiamo che la vostra capacità di organizzare iniziative in presenza può variare da regione a regione, ma vi consigliamo anche d’organizzare eventi virtuali e proteste online per la Palestina! Scriveteci a samidoun@samidoun.net per informarci sulle vostre iniziative o mobilitazioni.
-
Aderire alla campagna sui media sociali. Pubblicate una foto o un video con un messaggio che chieda la libertà per Ahmad Sa’adat e i suoi compagni prigionieri palestinesi, usando hashtag #FreeAhmadSaadat. Potete trarre spunto dai nostri manifesti. Inviateci la vostra foto mandando e-mail a samidoun@samidoun.net o contattandoci su Facebook, Twitter o Instagram.
-
Boicottare Israele! Agite come Ahmad Sa’adat ha indicato sopra: ritenete Israele responsabile delle sue violazioni del diritto internazionale. Non comprate merci israeliane e sviluppate una campagna per porre fine agli investimenti nelle società che traggono profitto dall’occupazione. Aderite ad azioni dirette per sfidare i profittatori della guerra (come la campagna Elbit con Palestine Action) e boicottate società complici come Puma e HP. Costruite il movimento contro la normalizzazione con Israele attuata dai regimi arabi reazionari in combutta con l’imperialismo, partecipando alla campagna della “Campagna globale per il ritorno in Palestina”.
Ahmad Sa’adat e tutti i prigionieri palestinesi, liberi, libertà per la Palestina dal fiume al mare!
Libertà per Ahmad Sa’adat
Dichiarazioni e scritti di Ahmad Sa’adat
-
Ahmad Sa’adat: Carceri, Movimento di Liberazione Nero e la lotta per la Palestina (Jadaliyya, 24 gennaio 2019)
-
Messaggio di Ahmad Sa’adat, segrétario generale di FPLP, al Collectif Palestine Vaincra (Collectif Palestine Vaincra, 28 giugno 2020)
-
Lettera di Ahmad Sa’adat a Georges Abdallah: “Sei un simbolo e un modello per noi” (Samidoun, 4 settembre 2017)
-
Ahmad Sa’adat rilascia una dichiarazione al Festival della Resistenza in Grecia (4 ottobre 2017)
-
Giornata internazionale dei lavoratori: il Primo Maggio, il messaggio di Ahmad Sa’adat dal carcere alla sinistra internazionale. (Ahmad Sa’adat libero, 30 aprile 2017)
-
Intervista ad Ahmad Sa’adat: La lotta dei prigionieri è di fondamentale importanza per il movimento di liberazione palestinese (Ahmad Sa’adat libero, 19 aprile 2017)
-
Appello a mobilitarsi da Ahmad Sa’adat: boicottare Israele! (Samidoun, 29 luglio 2015)
-
Il leader palestinese Ahmad Sa’adat dal carcere: Stiamo lottando per la democrazia, la liberazione e la giustizia per tutti (Samidoun, 11 dicembre 2015)
-
Intervista ad Ahmad Sa’adat: guidare dal carcere, fine delle trattative e ricostruzione della Resistenza (Journal of Palestine Studies, Estate 2014)
-
Messaggio di Ahmad Sa’adat al congresso del Movimento dei lavoratori “senza terra”: testo completo (Ahmad Sa’adat libero, 13 febbraio 2014)
-
Messaggio di Ahmad Sa’adat al Forum sociale mondiale – Palestina libera (Ahmad Sa’adat libero, 29 novembre 2012)
-
Sa’adat dall’isolamento: la cooperazione in materia di sicurezza e la detenzione politica da parte dell’Autorità Palestinese devono finire (Ahmad Sa’adat libero, 29 gennaio 2012)
-
Ahmad Sa’adat saluta la Conferenza in Solidarietà con i prigionieri palestinesi in Marocco (Ahmad Sa’adat libero, 25 gennaio 2011)
-
Ahmad Sa’adat saluta il Forum sociale statunitense (Ahmad Sa’adat libero, 18 giugno 2010)
-
Ahmad Sa’adat parla dall’isolamento ad Asqelan: La cosiddetta “soluzione dei due Stati” è una minaccia per il popolo palestinese e il diritto al ritorno (Ahmad Sa’adat libero, 1° giugno 2009)
-
Dichiarazione di Ahmad Sa’adat prima della condanna (Ahmad Sa’adat libero, 25 dicembre 2008)
-
Dichiarazione di Ahmad Sa’adat al tribunale militare di Ofer (Ahmad Sa’adat libero, 14 gennaio 2007)
-
Intervista ad Ahmad Sa’adat nella sua cella della prigione di Gerico (Solidaire, 15 giugno 2006)
-
Intervista ad Ahmad Sa’adat (Mireille Terrin, Chris den Hond, 5 gennaio 2005)
-
Creare un polo della sinistra democratica: intervista ad Ahmad Sa’adat (Mireille Court, Chris den Hond, agosto 2004)
-
L’Intifada popolare palestinese – Dove è diretta?(Ahmad Sa’adat libero, 28 settembre 2003)
-
Intervista ad Ahmad Saadat, segretario generale di FPLP imprigionato (Fight Back News, 1° giugno 2003)
Risorse e articoli su Ahmad Sa’adat
-
Libertà per Ahmad Sa’adat, leader detenuto del movimento di liberazione palestinese (Samidoun, 19 aprile 2020)
-
Video: L’iniziativa a Vancouver sollecita la liberazione per Ahmad Sa’adat, la giustizia per la Palestina, alla presenza di Khaled Barakat (Samidoun, 31 gennaio 2020)
-
Ahmad Sa’adat: Un leader rivoluzionario eccezionale in tempi difficili, di Khaled Barakat (Samidoun, 20 gennaio 2019)
-
Audio: Georges Abdallah chiama alla mobilitazione per liberare Ahmad Sa’adat e affrontare la normalizzazione, tramite una dichiarazione dal carcere francese (Samidoun, 14 gennaio 2019)
-
Ahmad Sa’adat: La Palestina sarà liberata dal popolo, non dalle élite (Samidoun, 11 dicembre 2018)
-
9 anni dopo: il mio viaggio per vedere mio padre; 45 Minuti, una finestra e un telefono, Sumoud Sa’adat (Samidoun, 25 agosto 2015)
-
Cooperazione per la sicurezza da parte dell’Autorità Palestinese e internazionalizzazione dell’occupazione: il caso di Ahmad Sa’adat, di Charlotte Kates (Jadaliyya, 27 gennaio 2015)
^^^^^^
Con Georges Abdallah – Contro capitalismo e imperialismo!
Il 24/10/2020 si sono tenute diverse iniziative e azioni a Beirut, Gaza, Ramallah, Bruxelles, Francoforte, Ginevra, Tunisi, Goteborg, Valparaiso (Cile) e in altre città del mondo. Davanti al carcere di Lannemezan, in Francia, dove è rinchiuso il compagno Abdallah, si è tenuta una manifestazione alla quale hanno partecipato più di 600 compagn*, nonostante tutte le restrizioni imposte dall’emergenza Covid-19. Oltre ai vari partecipanti provenienti da diverse località della Francia, ha preso parte al corteo anche una delegazione dell’organizzazione palestinese “Alkarama”. L’iniziativa è stata caratterizzata da diversi interventi, dal lancio di slogan, dall’esposizione di manifesti e striscioni ed è stata effettuata la battitura alla cancellata esterna del muro della prigione.
Georges Abdallah è un rivoluzionario comunista libanese, militante per la causa palestinese, che ha fatto parte del “Fronte Popolare per la liberazione della Palestina” (FPLP) e delle “Frazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi” (FARL), arrestato nell’ottobre 1984 a Lione (F), è stato processato e condannato all’ergastolo per le azioni condotte nel 1982 contro il colonello Charles Ray, alto funzionario militare presso l’ambasciata USA in Francia e Yakov Barsimantov, alto esponente del Mossad (Servizio segreto israeliano) presso l’ambasciata sionista a Parigi. Azioni condotte in rappresaglia all’invasione israeliana in Libano e alla guerra di sterminio contro i campi palestinesi (le migliaia massacrate a Sabra e Chatila).
Il compagno, detenuto da 36 anni, da sempre resiste in carcere senza cedere a compromessi, continuando a dare il suo contributo per la causa palestinese e di tutti i popoli oppressi; inoltre partecipa alle lotte dei prigionieri politici di vari Paesi del mondo attraverso lo sciopero della fame, riuscendo a coinvolgere anche i prigionieri detenuti a Lannemezan, ad esempio i militanti baschi. Per questo lo Stato francese continua a tenerlo in carcere, nonostante il compagno Abdallah sia liberabile già dal 1999 secondo la legislazione francese.
Georges Abdallah è divenuto un simbolo della lotta contro l’oppressione imperialista nel Medio Oriente e Maghreb e difatti nelle manifestazioni antigovernative di questi mesi in Libano le masse hanno inneggiato alla sua figura e nei territori occupati sono stati esposti striscioni in suo sostegno come ad esempio “Georges Abdallah è il nostro eroe”.
Il popolo palestinese e le organizzazioni d’avanguardia lo considerano una figura di primo piano nella lotta contro l’imperialismo e il sionismo e anche contro posizioni compatibili con le logiche capitalistiche.
Per noi è importante sottolineare, in questo percorso complesso e di grande valore, l’importanza che Georges Abdallah attribuisce alla lotta di classe quale elemento centrale dello scontro, così come i continui riferimenti alle lotte in Francia degli operai, dei ferrovieri e dei proletari delle banlieues.
In questa fase di crisi sociale devastante dove la repressione è sistematica, sostenere i prigionieri della guerra di classe, quelli/e che portarono e hanno portato a fondo lo scontro nelle fasi precedenti, significa sviluppare il filo rosso della nostra storia e gli elementi di forza per il nostro futuro.
Siamo nello stesso campo di classe, proletario: solidarietà e fronte unito, contro il capitalismo e l’imperialismo!
Ottobre 2020
Collettivo Contro la Repressione per un Soccorso Rosso Internazionale (CCRSRI)
Proletari Torinesi per il Soccorso Rosso Internazionale (PT-SRI)
Presidio a Beirut, vicino all’Ambasciata francese
Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione della manifestazione sotto il carcere di Lannemezan il 24 ottobre 2020
Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche,
All’alba di questo 37° anno di detenzione, eccovi di nuovo riuniti a pochi metri da queste mura abominevoli! Che emozione e che entusiasmo sapervi così vicini, in questo periodo di pandemia, blocco e coprifuoco! Questa mobilitazione di solidarietà nella diversità del vostro impegno mi apporta oggi molta forza e mi riscalda il cuore. Anzi, lungi dal passare inosservata, questa presenza solidale qui non lascia nessuno indifferente; dietro queste mura, crea un’atmosfera molto speciale di risveglio, entusiasmo e umanità. L’eco dei vostri slogan va oltre questo filo spinato e altre torri di guardia, risuona nelle nostre teste e ci trasporta lontano da questi luoghi sinistri.
Compagni, dopo tanti anni di prigionia e altrettanti anni di mobilitazione solidale, eccoci ancora insieme, fortemente risoluti, con immancabile determinazione, di fronte a questo 37° anno che si preannuncia ricco di lotte e speranze.
Certamente voi Compagni non ignorate che è anche grazie a queste diverse iniziative di solidarietà che possiamo resistere in questi luoghi cupi. Anni, lunghissimi anni di prigionia, mi rafforzano nella convinzione che di fronte alla politica di annientamento cui sono soggette le avanguardie rivoluzionarie prigioniere, sia sempre tramite la mobilitazione di solidarietà sviluppata sul terreno della lotta anticapitalista/antimperialista che possiamo fornire il supporto più significativo ai nostri compagni imprigionati, rafforzando così la loro resistenza.
Compagni, in questi tempi di crisi è chiaro che i detentori del potere del capitale cercano con tutti i mezzi di distogliere l’attenzione delle masse popolari dai veri interrogativi posti dalla crisi generale che scuote i pilastri del sistema. In questo periodo di pandemia nulla deve farci dimenticare che stiamo conducendo la lotta contro il Covid 19 nell’ambito del capitalismo, sotto il regno della borghesia, del valore e del profitto. Sappiamo tutti, Compagni, che questa battaglia non sospende la lotta di classe, loro cercano di coprirla con parole di circostanza ..
Occorre capire che chi critica la gestione di questa “crisi sanitaria”, senza combattere il dominio di classe che la ispira, ne complica la comprensione. Va detto che i propagandisti del sistema fanno sempre quanto occorre per deviare la rabbia delle masse popolari, soprattutto in tempi di crisi. I lavoratori, anche i meno politicizzati, sanno fino a che punto il sistema ospedaliero sia disposto a spendere oggi qui in Francia e forse anche molto più che altrove si attui il dominio della finanza sugli ospedali.
Compagni, come vedete, la crisi del sistema si è diffusa dappertutto molto prima della pandemia e peggiorerà ancora durante e dopo. Non occorre essere un esperto per vedere che stanno facendo di tutto per far sopportare alle masse popolari il peso di questa crisi, gettando nella miseria milioni di uomini e donne.
Da un Paese all’altro, le misure raccomandate al servizio del capitale sono quasi sempre identiche: far sostenere ai lavoratori i costi di mantenimento del loro moribondo sistema operativo. È chiaro, Compagni, che queste misure non fanno che amplificare la portata dei sinistri e accentuare ulteriormente la dinamica della crisi.
Compagni, per avanzare nella costruzione dell’alternativa rivoluzionaria appropriata, la convergenza delle lotte è più che essenziale. Il blocco storico dei lavoratori si costruisce e si struttura nella dinamica globale della lotta in tutte le sue componenti. Solo insieme, ed esclusivamente insieme, i proletari e le varie componenti delle masse popolari di questo Paese possono arginare e impedire la crescente importanza di tutti i processi di fascistizzazione in corso. Incoraggiamo sempre più Compagni a attivarsi per i vari processi di convergenza delle lotte a livello locale oltre che regionale e ancor di più a livello internazionale.
Come potete vedere, Compagni, la borghesia araba in maggioranza ora mostra in modo impeccabile il suo allineamento nel campo nemico. Ciò non manca, da un lato, di influenzare la lotta delle masse popolari palestinesi e, dall’altro, di affermare il ruolo speciale svolto dalla causa palestinese come una delle principali leve della rivoluzione araba. La Resistenza Palestinese ha e dovrà affrontare il blocco reazionario arabo-sionista diretto dalle potenze imperialiste.
Ogni giorno la Palestina ci fornisce ogni insegnamento in termini di abnegazione e coraggio di eccezionale significato. Più che mai le masse popolari palestinesi, nonostante tutti i tradimenti della borghesia, assumono il ruolo di vero garante della difesa dei propri interessi. Di fronte all’occupazione e alla barbarie dell’occupante, la prima risposta legittima da esprimere sopra ogni altra cosa è la solidarietà, ogni solidarietà, verso coloro che con il loro sangue affrontano la milizia dell’occupazione.
Le condizioni detentive nelle carceri sioniste stanno peggiorando di giorno in giorno, e come sapete Compagni, per affrontarle, la solidarietà internazionale si rivela un’arma essenziale. Naturalmente le masse popolari palestinesi e le loro avanguardie rivoluzionarie possono sempre contare sulla vostra mobilitazione e la vostra attiva solidarietà.
Che fioriscano mille iniziative di solidarietà a favore della Palestina e della sua promettente Resistenza!
Che fioriscano mille iniziative di solidarietà a favore dei “Fiori” e dei “Leoncini” palestinesi!
Solidarietà, ogni solidarietà ai combattenti della resistenza nelle carceri sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia, Filippine e altrove nel mondo!
Solidarietà, ogni solidarietà verso i giovani proletari dei quartieri popolari!
Solidarietà, ogni solidarietà ai proletari in lotta!
Solidarietà, ogni solidarietà verso le masse popolari yemenite!
Onore ai martiri e alle masse popolari in lotta!
Abbasso l’imperialismo, i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!
Il capitalismo non è altro che barbarie, onore a tutti coloro che vi si oppongono nella diversità delle loro espressioni!
Insieme compagni e solo insieme vinceremo!
A tutti voi compagni e amici/amiche i miei saluti rivoluzionari
Il vostro compagno Georges Abdallah
Nota a pié di pagina
“Fiori e Leoncini palestinesi”: i/le giovani palestinesi
Ottobre 2020 – Mobilitazione internazionale per Georges Abdallah
Settembre 2020
Dichiarazione del rivoluzionario prigionierio Georges Abdallah, in occasione dell’iniziativa in suo sostegno organizzata il 12/9/2020 a Parigi dalla Campagna unitaria Ile de France
Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche
in questo tempo di crisi, catastrofi e grandi lotte, il vostro raduno di questa sera mi riempie di forza e mi riscalda il cuore. Certamente, né i grandi spettacoli di compassione con sfumature neocoloniali, né la strategia della tensione con catastrofi sconcertanti, né la repressione civile a colpi di granate di “disaccerchiamento” e tanto meno la repressione bestiale e l’assassinio di manifestanti potrebbero porre fine alla mobilitazione in atto delle masse popolari nel mondo.
Pandemia o meno, blocco associato a bombardamenti intermittenti a Gaza e rastrellamenti quasi giornalieri all’alba in Cisgiordania e altrove, la lotta continua in ogni forma e si afferma con sempre più determinazione e abnegazione. Pur in presenza di martellamento mediatico, disinformazione e altre manipolazioni nulla cambia, la crisi del sistema è di tale entità che le masse popolari, da un Paese all’altro, vengono spinte imperiosamente a tornare al centro dell’attenzione politica. Non potendo più restare indifferenti al peggioramento delle loro precarie condizioni di vita, escono dal torpore come per incanto e chiedono conto a chi si è creduto intoccabile. Improvvisamente inizia a prendere forma davanti a noi una nuova era, e tante speranze cominciano a profilarsi all’orizzonte.
Nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, la protesta non smette di propagarsi e tradursi in rivolte quasi insurrezionali di tipo particolare. Tuttavia, la diversità delle espressioni di questa lotta, così come l’entusiasmo e la determinazione di alcuni settori delle masse popolari, non possono farci dimenticare le vere contraddizioni dentro il movimento. La stratificazione della classe e la sua debolezza strutturale, la generalizzazione della precarietà esistenziale, e soprattutto l’ampiezza del lavoro informale su scala mondiale, specialmente nei Paesi del Sud, fanno sì che la piccola borghesia e le sue varie proposte abbiano un peso notevole a tutti i livelli e non solo rispetto alla leadership politica del movimento, il che consente uno spazio abbastanza grande alla manipolazione da parte delle forze imperialiste e dei loro cani da guardia reazionari.
Resta il fatto che insieme e solo insieme i proletari e le varie componenti delle masse popolari vinceranno. Certamente è un lungo percorso segnato da insidie e contraddizioni e soprattutto lotta ideologica. Sappiamo per certo che i vari movimenti sociali oggi alla ribalta possono vincere solo se riescono a sbarazzarsi delle scorie della borghesia. Ed è allora e solo in quel momento che il “blocco sociale rivoluzionario” adempirà il suo compito di Soggetto della Storia. È nel corso dello sviluppo della lotta che si costruisce l’identità di classe e si precisa il suo ruolo politico. Non dobbiamo mai dimenticare che il blocco storico dei lavoratori si costruisce e prende forma nella dinamica globale della lotta in tutte le sue componenti.
Per questo, Compagni, siamo chiamati a fare sempre il necessario per promuovere i diversi processi di convergenza delle lotte, a livello locale e regionale e ancor più a livello internazionale. Come vedete, Compagni, la borghesia araba, ora in maggioranza mostra apertamente il suo allineamento nel campo del nemico. Ciò che non manca, da un lato, d’incidere sulla lotta delle masse popolari palestinesi e, dall’altro, di affermare il posto speciale della causa palestinese come una delle principali leve della rivoluzione araba. Ovviamente, la lotta all’interno del blocco sociale della rivoluzione dovrebbe smetterla con il tergiversare e altri compromessi della borghesia per poter fronteggiare ogni proposta “liquidazionista”. La Resistenza palestinese ha e dovrà affrontare il “blocco reazionario arabo-sionista” diretto dalle potenze imperialiste. Naturalmente in Libano, la Resistenza, questo traguardo storico, è la linea rossa che va imperativamente mantenuta come indicatore di ciò che è progressista e rivoluzionario e di ciò che non lo è. Qualsiasi richiesta non legata all’affermazione e allo sviluppo della Resistenza può solo essere condannata. Il Libano di Gouraud è morto. Resta da costruire il nostro, che si realizza nel suo orizzonte arabo, con la liberazione della Palestina, consolidando e generalizzando la Resistenza che ha avuto la meglio sull’occupazione e messo in scacco l’aggressione sionista del 2006.
Che mille iniziative di solidarietà fioriscano a favore della Palestina e della sua promettente Resistenza!
Solidarietà, ogni solidarietà ai combattenti della resistenza nelle carceri sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia, Filippine e altrove nel mondo!
Solidarietà, ogni solidarietà ai giovani proletari dei quartieri popolari!
Solidarietà, ogni solidarietà ai proletari in lotta!
Onore alle masse popolari yemenite in lotta contro le forze imperialiste!
Abbasso l’imperialismo e i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!
Il capitalismo è solo barbarie, onore a tutti quelli e quelle che vi si oppongono nella diversità delle loro espressioni!
Insieme Compagni, solo insieme vinceremo!
A tutti voi, Compagni/e e Amici/Amiche, i miei più calorosi saluti rivoluzionari.
Il vostro compagno Georges Abdallah
Giugno 2020
Dichiarazione di Georges Abdallah durante la manifestazione del 27 giugno 2020 a Parigi contro l’annessione della Cisgiordania, contro l’occupazione sionista e a sostegno della resistenza del popolo palestinese
Care/i amiche/i e Care/i compagne/i,
Nel mezzo di condizioni particolarmente difficili, le masse popolari palestinesi e le loro avanguardie rivoluzionarie si battono senza sosta dalla fine degli anni ’60. L’emergenza e l’affermazione della rivoluzione palestinese contemporanea, in seguito alla sconfitta della borghesia araba e dei suoi vari regimi nel 1967, hanno certamente suscitato l’entusiasmo delle masse popolari e delle forze vive nel mondo arabo, soprattutto in Mashrek (Paesi a est del Cairo e a nord della penisola arabica, n.d.t.)… Tuttavia, i reazionari di ogni sorta non hanno mai voluto, e non possono volerlo, coabitare con questo focolaio rivoluzionario in tale regione e garantire in qualche modo una vera Resistenza all’entità sionista che, sia detto di sfuggita, non è semplicemente uno strumento fra tanti al servizio dell’imperialismo per il saccheggio e il dominio nella regione. È effettivamente uno sviluppo organico dell’imperialismo occidentale. Ecco perché la lotta del popolo palestinese assume nella regione un compito ben più complicato di qualsiasi altra lotta di liberazione nazionale contro il colonialismo tradizionale.
Sin dai primi anni ’70, la liquidazione della rivoluzione palestinese occupa il programma delle forze imperialiste e loro sicari reazionari regionali. Da allora si susseguono guerre e massacri e le masse popolari li affrontano con mezzi e capacità disponibili … benché la rivoluzione sia stata “tirata per la manica” (e succede anche oggi) fra due poli: l’uno, continuamente alla ricerca di negoziati e concessioni a qualunque costo e l’altro unito alla Resistenza con ogni mezzo e soprattutto la lotta armata. Si è proceduto a innumerevoli battaglie, alcune sono state perse, altre vinte, ma nel complesso e a dispetto delle perdite e degli errori, le masse popolari sono riuscite a consolidare certe conquiste di cui nessuno oggi può contestare la portata strategica.
Il popolo palestinese è sempre presente e la causa palestinese è più che mai viva: un percorso storico i cui contorni sono segnati dal sangue dei/delle rivoluzionari/e palestinesi e dalla dinamica perpetuata da questi Fiori e altri Leoncini della Palestina – sempre luce, fiaccole della libertà, indomabili eroi che resistono, prigionieri nelle carceri sioniste…
In questi giorni tutti ribadiscono il rifiuto dei tristemente celebri accordi di Oslo. Sarebbe forse utile segnalare che queste iniziative, prevedendo qualunque negoziato e a prezzo di concessioni ben lungi da essere trascurabili, intorno al 1974 periodo coincidente con l’apice della lotta palestinese si sono moltiplicate basandosi su un “programma intermedio”, detto “programma su 10 punti”; poi con l’accettazione delle risoluzioni 242 e 338 al trasferimento del Consiglio nazionale nel 1988; e infine con “Oslo” che non è servito né a bloccare la colonizzazione e la confisca della terra palestinese, né a impedire la giudaizzazione sempre più accelerata di Al-Quds (Gerusalemme, n.d.t.) …
Per oltre 27 anni “loro” hanno continuato a nutrire le illusioni rispetto a uno “Stato realmente sovrano” su meno del 22% della Palestina nell’ambito di un progetto di colonizzazione attiva, una colonizzazione di popolamento; le illusioni dei “due Stati” l’uno accanto all’altro come buoni vicini che hanno litigato per un pezzo di terra: le illusioni sulla capacità dell’entità sionista di vivere semplicemente in tempo di pace e a creare altri rapporti con la regione (e non solo con il popolo palestinese) che non si tradurrebbero in interessi di questo “prolungamento organico dell’imperialismo”.
Dal 1993, le masse popolari palestinesi sono state costrette a subire orribili massacri, un assedio genocida e la detenzione di bambini e famiglie intere, per non parlare della demolizione delle case e altri beni, dato che un ceto di compradores ha potuto intravvedervi fiorire i suoi interessi, immaginando la fine del tunnel!!!
Sicuramente non è una faccenda così minima uscire dalle paludi di Oslo, tanto più che gli strumenti repressivi sono essenzialmente legati ai meccanismi della controrivoluzione, al servizio dell’occupante sionista…
Il popolo palestinese e le sue avanguardie combattenti hanno accumulato lungo l’intero loro percorso di lotta esistenziale il necessario per affrontare la sfida e continuare la lotta fino alla vittoria. Le forze della Resistenza nella regione sono talmente potenti che si può dire con fiducia e senza fanfaronate: la vittoria è più che mai attuale. Naturalmente le masse popolari e le loro avanguardie combattenti detenute possono contare sulla vostra solidarietà attiva.
Che mille iniziative solidali fioriscano a favore della Palestina e della sua gloriosa Resistenza!
La solidarietà, tutta la solidarietà a chi resiste nelle prigioni sioniste, e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia, nelle Filippine e altrove nel mondo!
La solidarietà, tutta la solidarietà ai giovani proletari dei quartieri popolari!
Onore ai Martiri e alle masse popolari in lotta!
Abbasso l’imperialismo e i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!
Il capitalismo è solo barbarie, onore a tutti quelli e quelle che vi si oppongono nella diversità delle loro espressioni!
Compagni insieme e solo insieme vinceremo!
A tutti voi, compagni/e e amici/e, i miei più calorosi saluti rivoluzionari.
Il vostro compagno Georges Abdallah
Lannemezan, 27 giugno 2020
Europa e nel mondo: molte iniziative per il rilascio di Georges Abdallah
Nell’ambito di una nuova Settimana internazionale di mobilitazione per il rilascio di Georges Abdallah dal 15 al 22 giugno, molte iniziative di solidarietà hanno avuto luogo in Francia, precisamente a Parigi, Grenoble, Marsiglia, Bordeaux, Tolosa, Lione, Guingamp, Clermond Ferrand, Tolone, Saint-Étienne, Annecy, Tarbes, Grenay, ma anche a Charleroi (Belgio), Ginevra, Seattle, Monaco, Izmir (Turchia) e Tunisi. In particolare, Secours Rouge ha partecipato a una manifestazione a Ginevra contro il piano di annessione della Cisgiordania con uno striscione per chiedere la liberazione di Georges Abdallah e la sua sezione di Tolosa “ha ridecorato” diversi uffici parlamentari in solidarietà con il comunista libanese detenuto in Francia dal 1984. Inoltre messaggi di sostegno a Georges Abdallah sono giunti anche dalla Grecia, Libano e dalla Patagonia Argentina.
Dal sito “secoursrouge.org”
Libano, 10 aprile 2020
A seguito dei recenti annunci della ministra della Giustizia francese, Nicole Belloubet, che Georges Abdallah è escluso da misure di rilascio previste per diverse migliaia di prigionieri dalle carceri francesi al fine di combattere l’epidemia da COVID-19. La Campagna libanese per la liberazione di Georges Abdallah e diverse organizzazioni di solidarietà (in particolare d’Europa, Palestina e Tunisia) chiamano a mobilitarsi venerdì 10 aprile alle 18 (UTC+1) tramite le reti sociali, con hashtag #FreeGeorgesAbdallah, per chiedere il rilascio immediato di uno dei prigionieri politici più di lunga data in Europa.
1 aprile 2020
Messaggio FPLP – Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Le autorità francesi devono liberare immediatamente Georges Abdallah!
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina chiede alle autorità francesi di:
*liberare il compagno Georges Abdallah, ostaggio nella prigione francese di Lannemezan da oltre 35 anni
*applicare la decisione giudiziaria del Tribunale per l’applicazione delle pene che ha emesso parere favorevole per il suo rilascio
*proteggere Georges Abdallah dall’epidemia di coronavirus che va diffondendosi in modo terribile in Francia ed Europa.
Il FPLP considera le autorità francesi responsabili della vita del nostro compagno Georges Abdallah, visto il loro continuo rifiuto a liberarlo, in particolare su pressioni esercitate da sionisti e USA.
Il FPLP denuncia la decisione del ministro della Giustizia d’escluder la liberazione di Georges Abdallah dal numero di prigionieri passibili di esserlo a causa della pandemia da coronavirus: tale decisione equivale a un’esecuzione sommaria del nostro compagno, mentre sta per avere 70 anni.
Il FPLP esorta tutti gli Uomini liberi nel mondo e ogni organizzazione dei Diritti Umani a condurre una campagna, la più ampia possibile, per fare pressione sulle autorità francesi affinché liberino subito Georges Abdallah.
Il FPLP chiama infine a una partecipazione massiccia alla campagna elettronica che inizierà oggi nel mondo alle ore 20 (di Beirut), diretta nei confronti delle autorità francesi e libanesi affinché sia rilasciato il combattente per la libertà Georges Abdallah – dal momento che le autorità francesi hanno già espresso la propria volontà di liberare altri prigionieri per timore della diffusione dell’epidemia da coronavirus.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Centro informazione – 1° aprile 2020
tradotto dall’arabo in francese da CRI Rouge
dal sito: liberonsgeorges.samizdat.net
Marzo 2020
Dichiarazione di Georges Abdallah, in occasione di un’iniziativa in sua solidarietà, organizzata il 28/2/2020 dalla Campagna unitaria Ile de France, presso la sede dell’EDMP (Emancipation par la Diffusion des Médias Progressistes), 8 rue Crozatier, 75012 Parigi.
Cari/e compagni/e, cari/e amici/e,
il vostro raduno questa sera al locale dell’Emancipazione mi conforta e riempie di forza ed entusiasmo.
Sicuramente siete consapevoli che riflettere insieme, Compagni, nella diversità dell’impegno, su iniziative appropriate per cambiare il rapporto di forza a favore della liberazione dei rivoluzionari prigionieri qui in Francia o altrove, assume pieno significato solo nella misura in cui s’inizia a riflettere sulle dinamiche generali della lotta attuale, questa lotta che si vede fiorire ovunque negli ultimi tempi, attraverso movimenti di massa popolari di un’ampiezza senza precedenti.
Le centinaia di migliaia di donne, uomini, giovani e meno giovani sottoposte al peggioramento delle loro precarie condizioni esistenziali, sono al centro dell’attenzione da diversi mesi. Nonostante la repressione bestiale praticata dai vari regimi e malgrado le manovre borghesi, la risolutezza e determinazione delle masse popolari rimangono più che mai irremovibili.
Certamente la crisi del sistema non è un caso. Non lascia molto spazio alle illusioni dei riformisti d’ogni sorta.. La crisi del sistema, e non solo la “malvagità” di un tale presidente o di un tal governo, tende a spazzare via ogni conquista sociale. E allo stesso modo, nutre lo spirito combattivo delle masse popolari e le spinge a difendere alcune conquiste sociali conseguite con grandi lotte e alcune vittorie riportate dai movimenti di liberazione …
Stando così le cose, sia nei centri imperialisti che nelle periferie, la borghesia può solo far pagare alle masse i costi per mantenere il proprio sistema moribondo. Nella sua fase avanzata di putrefazione, nessuna via d’uscita dalla crisi è davvero possibile se non distruggendo questo sistema; in altre parole, andando verso il comunismo attraverso la transizione socialista.
Non dobbiamo perdere di vista il fatto che il capitalismo non è solo un sistema economico; l’alienazione del mercato è essenziale per il suo funzionamento … Questo capitalismo globalizzato oggi è solo distruzione e spreco. Distruzione dell’umanità e spreco di risorse.
I vari movimenti sociali al centro dell’attenzione in questi giorni possono vincere solo nella misura in cui riescono a sbarazzarsi delle scorie della borghesia. Ed è in questo momento, e solo in quel momento, che il “Blocco sociale rivoluzionario” svolge il suo compito di Soggetto della Storia … È nel processo della lotta che si costruisce l’identità della classe e chiarisce il suo ruolo politico.
La causa palestinese, in quanto una delle principali leve della rivoluzione araba, rientra pienamente in questa dinamica. Per contrastare ogni proposta “liquidazionista”, la Resistenza palestinese deve e dovrà affrontare il “Blocco reazionario arabo-sionista” guidato dalle potenze imperialiste.
Naturalmente, le masse popolari palestinesi così come le loro avanguardie combattenti detenute possono contare più che mai sulla vostra solidarietà attiva.
Che mille iniziative di solidarietà fioriscano a favore della Palestina e della sua promettente Resistenza!
Possano mille iniziative di solidarietà prosperare a favore dei Fiori e dei Leoncini palestinesi!
Solidarietà, ogni solidarietà ai combattenti della resistenza nelle carceri sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia, Filippine e altrove nel mondo!
Solidarietà, ogni solidarietà ai proletari in lotta!
Solidarietà, ogni solidarietà alle masse popolari yemenite!
Onore ai martiri e alle masse popolari in lotta!
Abbasso l’imperialismo e i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!
Il capitalismo è solo barbarie, onore a tutti/e coloro che si oppongono nella diversità delle loro espressioni!
Compagni, insieme e solo insieme vinceremo!
A tutti voi compagni, i miei saluti rivoluzionari.
Il vostro compagno Georges Abdallah
20 gennaio 2020
Presidio presso l’ambasciata libanese di Bruxelles
Alcune decine di manifestanti si sono riuniti il 19 gennaio davanti all’ambasciata libanese a Bruxelles, a sostegno delle lotte del popolo libanese e palestinese, per la liberazione di Georges Abdallah e Ahmad Sa’adat. Il raduno è seguito a un appello internazionale lanciato da SRI, Samidoun e Secours Rouge Arabe per il 19 gennaio, nonché all’appello proclamato per una settimana di azioni solidali a favore di Ahmad Sa’adat. Il militante rivoluzionario libanese Georges Abdallah è detenuto da 35 anni in Francia per aver partecipato ad azioni contro il Mossad e la CIA a Parigi. Oggi è considerato tra i simboli della rivolta popolare che scuote il Libano.
15 – 29 Gennaio 2020 – Giornate di mobilitazione internazionale per la liberazione di Ahmad Sa’adat e dei/delle prigionieri/e palestinesi
In questi giorni si sta svolgendo una mobilitazione internazionale, indetta dal 15 al 29 gennaio 2020, a sostegno della liberazione di Ahmad Sa’adat e di tutti i prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, organizzata dalla “Campagna per la liberazione di Ahmad Sa’adat”, Samidoun (Rete di solidarietà a sostegno dei prigionieri palestinesi) e altre organizzazioni. Ahmad Sa’adat, segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), è stato arrestato il 15 gennaio 2002 dalla polizia dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) che rappresenta gli interessi della borghesia palestinese, ed imprigionato sotto la sorveglianza delle autorità USA e britanniche. Successivamente nel 2006 le forze di occupazione israeliane l’hanno rapito e condotto in carcere in Israele per poi condannarlo, il 25 dicembre 2008, a 30 anni di prigione. Per il movimento palestinese Ahmad Sa’adat rappresenta il simbolo della lotta contro il sionismo e l’imperialismo. Per la stessa causa sono attualmente detenuti oltre 5.000 prigionieri palestinesi che continuano a lottare contro le vessazioni subite. Così come Georges Abdallah, militante libanese antimperialista e per la causa palestinese, è prigioniero in Francia dall’ottobre 1984.
Il popolo palestinese in questi anni non ha mai smesso di sostenere Ahmad Sa’adat, Georges Abdallah e tutti i prigionieri, considerandoli parte integrante del movimento di lotta contro l’occupante sionista.
Nell’ambito della mobilitazione indetta dal 15 al 29 gennaio, si stanno svolgendo manifestazioni e iniziative in diverse città del mondo, tra cui Parigi, Bruxelles, Vienna, Tolosa, Berna, Goteborg, Wicklow (Irlanda), Annarbor (USA) e Vancouver. In particolare in Libano, nel corso delle proteste antigovernative tuttora in atto, Georges Abdallah, che ha partecipato nel 1982 alle azioni armate contro alti funzionari della CIA e del Mossad, viene considerato dai manifestanti tra i simboli della rivolta popolare che scuote da mesi il Libano.
Il 25 gennaio 2020 è stata indetta una giornata internazionale di mobilitazione contro la guerra all’ l’Iran, all’insegna della parola d’ordine “USA FUORI DAL MEDIO ORIENTE”, con manifestazioni in moltissime città in tutto il mondo.
Anche in Italia attualmente sono numerosi i rivoluzionari prigionieri che resistono nelle carceri, anche da oltre 30 anni, all’isolamento e alle durissime condizioni carcerarie cui sono sottoposti. Anch’essi sono parte integrante del movimento rivoluzionario e per questo devono essere sostenuti sviluppando una mobilitazione contro i regimi di 41bis e di “Alta Sicurezza” e valorizzando la loro identita politica e il loro percorso rivoluzionario.
Una parte del Movimento in Italia da anni porta avanti la lotta a sostegno del popolo palestinese e ai suoi prigionieri. Tra le varie mobilitazioni, in particolare in occasione della manifestazione del 25 Aprile, a Milano da diversi anni viene contestata la presenza della “brigata ebraica”. A seguito della contestazione del 2018, la magistratura ha indagato 5 compagni con l’accusa di istigazione all’odio razziale e altri reati, fissando la prima udienza del processo il 10/3/2020.
In tal senso è già stato lanciato un appello, a cui noi aderiamo, a mobilitarsi contro questo attacco repressivo, a presenziare fuori e dentro il tribunale in occasione dell’udienza e a partecipare alla contestazione della “brigata ebraica” il prossimo 25 Aprile.
SOLIDARIETA’ AI PRIGIONIERI PALESTINESI E AI RIVOLUZIONARI PRIGIONIERI DI TUTTO IL MONDO!
CONTRO IL SIONISMO E L’IMPERIALISMO!
RESPINGERE L’ATTACCO REPRESSIVO CONTRO IL MOVIMENTO DI SOLIDARIETA’ ALLA LOTTA DEL POPOLO PALESTINESE!
Gennaio 2020
Collettivo contro la repressione per un Soccorso Rosso Internazionale (CCRSRI)
27 dicembre 2019
La Campagna per la liberazione di Ahmad Sa’adat e la rete Samidoun lanciano un appello a livello internazionale per una mobilitazione, dal 15 al 29 gennaio 2020, a sostegno della liberazione di Ahmad Sa’adat e di tutti i/le prigionieri/e impegnati per la causa palestinese, detenuti nelle carceri israeliane. Ahmad Sa’adat, segretario generale del FPLP (Fronte popolare per la liberazione della Palestina, n.d.t.) è imprigionato da 18 anni e mobilitazioni sono regolarmente condotte a favore della sua liberazione. Un simile appello a mobilitarsi è già stato fatto lo scorso anno.
Appello a mobilitarsi. Ahmad Sa’adat e i prigionieri palestinesi tutti/e liberi/e! 15 – 29 gennaio 2020
GIORNATE INTERNAZIONALI DI MOBILITAZIONE | 15-29 GENNAIO 2020
Libertà per Ahmad Sa’adat
Il Segretario Generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina è stato arrestato dall’Autorità Palestinese il 15 gennaio 2002 e imprigionato sotto la sorveglianza delle autorità USA e britanniche. Dopo un violento attacco condotto nel 2006, è stato rapito dalle forze d’occupazione. Ora sta scontando una pena detentiva a 30 anni in un carcere israeliano.
Campagna per la liberazione di Ahmad Sa’adat
La Campagna per la liberazione di Ahmad Sa’adat e Samidoun – Rete di solidarietà a sostegno dei prigionieri palestinesi stanno lanciando un appello internazionale affinché ci si mobiliti dal 15 al 29 gennaio 2020 per liberare Ahmad Sa’adat e tutti i prigionieri palestinesi:
Esortiamo tutti i sostenitori della Palestina e i difensori della libertà del popolo palestinese a unirsi a noi, dal 15 al 29 gennaio 2020 in settimane di mobilitazione per liberare Ahmad Sa’adat e tutti i prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.
Ahmad Sa’adat è il Segretario Generale detenuto del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, un leader e un simbolo del Movimento di liberazione nazionale palestinese e un simbolo della sinistra internazionale e dei movimenti rivoluzionari. Il 25 dicembre 2008, è stato condannato a una pena detentiva di 30 anni nel carcere israeliano, con l’accusa d’aver diretto un’organizzazione vietata e d’ “incitamento”. Il FPLP, come tutti i partiti politici e le organizzazioni di resistenza palestinesi, è bollato come “organizzazione proibita” dalle autorità israeliane d’occupazione.
Invitiamo a mobilitarsi a livello internazionale per la libertà di Sa’adat, dei suoi compagni e di tutti i prigionieri palestinesi, perché la loro detenzione è una questione internazionale. Nel caso di Sa’adat e dei suoi compagni, quest’anno si è al 18° anniversario della loro prigionia da parte dell’Autorità Palestinese (AP) sotto il “coordinamento di sicurezza” con l’occupazione israeliana, pratica che oggi perdura – a scapito degli studenti palestinesi e degli organizzatori della resistenza, imprigionati nelle carceri di AP in una situazione “porta girevole” con l’occupazione israeliana.
Mentre erano detenuti nella prigione di Jericho dell’Autorità Palestinese, Sa’adat e i suoi compagni sono stati sorvegliati da guardie USA e britanniche, chiarendo che questa prigione era tutt’altro che un esercizio di sovranità palestinese. Infatti, alcune delle stesse guardie britanniche sono precedentemente servite a sorvegliare i prigionieri repubblicani irlandesi nell’Irlanda del Nord occupata.
Il 13 marzo 2006 – dopo che le elezioni del Consiglio legislativo palestinese (PLC) avevano portato alla nomina al suo interno dello stesso Sa’adat e i sostenitori del “coordinamento di sicurezza” avevano subito grosse perdite, con il blocco vincente di Change and Reform a impegnarsi per liberare i prigionieri politici dell’AP – le forze d’occupazione israeliane hanno attaccato violentemente la prigione di Gerico. Le guardie USA e britanniche se ne sono andate in anticipo in base a un accordo prefissato con le forze d’occupazione, ma le forze occupanti hanno ucciso due guardie palestinesi.
Ahmad Sa’adat è un simbolo della resistenza palestinese, araba e internazionale a capitalismo, razzismo, apartheid e colonizzazione. Preso di mira per il suo ruolo politico e la chiara percezione, rimane un leader del Movimento dei prigionieri palestinesi e della lotta di liberazione nazionale in prigione, impossibile da far tacere nonostante l’oppressione imposta a lui e ai suoi 5.000 compagni prigionieri politici palestinesi. Esorta i sostenitori della giustizia per la Palestina nel mondo a boicottare Israele.
Il suo caso evidenzia il ruolo svolto dall’imperialismo USA e britannico nel sottomettere il popolo palestinese e nel derubare terre palestinesi, nonché il ruolo servile dell’Autorità Palestinese che continua il “coordinamento di sicurezza” con l’occupazione israeliana che ruba terre e risorse palestinesi e di questo vive quotidianamente. Precisiamo anche che i prigionieri del Movimento di liberazione palestinese sono sempre detenuti anche in carceri internazionali, soprattutto Georges Ibrahim Abdallah, detenuto in Francia da 35 anni pur essendo passibile di rilascio dal 1999 e ci uniamo alla richiesta per la loro liberazione.
L’aggressione al popolo palestinese è in corso e va intensificandosi. Palestinesi a Gaza stanno combattendo per rompere l’assedio, rifugiati palestinesi lottano per il loro diritto al ritorno e tutti i palestinesi affrontano confisca delle terre, criminalizzazione, demolizioni della loro casa, prigione di massa ed esecuzione extragiudiziale. L’impunità israeliana è strombazzata dai politici imperialisti, dall’USA al Canada, dalla Germania alla Francia, all’Australia e oltre.
Ahmad Sa’adat e 5.000 prigionieri politici palestinesi sono tenuti prigionieri nelle carceri israeliane con il pieno sostegno e la complicità di questi governi. Sappiamo che è fondamentale internazionalizzare la lotta per la loro liberazione: lottare per liberare i prigionieri palestinesi, costruire la campagna per boicottare Israele e il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni e porre fine agli aiuti e al sostegno in atto che consentono e rafforzano i crimini che Israele commette contro il popolo palestinese da oltre 70 anni.
Unitevi a noi per la Settimana di mobilitazione! Organizzate insieme un’iniziativa, una protesta, un tavolo o una discussione nel vostro comune, campus, nella vostra città o comunità. Sappiamo che lo Stato sionista vuole isolare questi prigionieri palestinesi e metterli a tacere – noi possiamo contribuire aiutare a rompere questo isolamento.
Campagna per liberare Ahmad Sa’adat
Samidoun – Rete di solidarietà ai prigionieri palestinesi
25 dicembre 2019
AZIONE:
1.Organizzate iniziative, azioni e proteste davanti alle ambasciate e ai consolati israeliani nel mondo per sollecitare la libertà per Ahmad Sa’adat. Protestate nelle piazze e in altri spazi comunitari aperti. Si noti che queste date coincidono anche con l’anniversario del sanguinoso attacco israeliano “Cast Lead” (Piombo fuso, n.d.t.) a Gaza nel 2008-2009 – vi esortiamo a includerli entrambi nelle vostre iniziative, dandocene informazioni! Usate questa forma o mandate email a samidoun@samidoun.net
2.Distribuite questo invito alla mobilitazione e intraprendete azioni mediatiche, come la pubblicazione di foto con manifesti richiedenti la libertà di Ahmad Sa’adat e di altri prigionieri palestinesi. Scriveteci a samidoun@samidoun.net o mandateci un messaggio su Facebook.
3.Includete Ahmad Sa’adat e i prigionieri palestinesi nelle vostre iniziative su solidarietà, antirazzismo, antimperialismo e giustizia sociale in Palestina. Portate volantini e manifesti o condividete una dichiarazione di Sa’adat come parte del vostro programma. Informateci su cosa state realizzando, scrivendo a samidoun@samidoun.net o mandandoci un messaggio su Facebook.
Importanti scritti recenti e interviste di Sa’adat (in lingua inglese):
Ahmad Sa’adat: la Palestina sarà liberata dal popolo, non dalle élite
Ahmad Sa’adat: Prigioni, movimento di liberazione nera e lotta per la Palestina
Lettera di Ahmad Sa’adat a Georges Abdallah: “Per noi sei un simbolo e un modello”
Il leader palestinese Ahmad Sa’adat dal carcere: stiamo lottando per democrazia, liberazione e giustizia per tutti
Appello per la mobilitazione da parte di Ahmad Sa’adat: boicottate Israele!
APPELLO A MOBILITAZIONE
In questo periodo assistiamo a massicci sollevamenti popolari attraverso il mondo. Il denominatore comune di questi sollevamenti è il rigetto delle politiche ispirate e imposte dalle istituzioni imperialiste. Come l’ha scritto il nostro compagno Georges Ibrahim Abdallah (nella sua dichiarazione dal carcere, il 22 giugno 2019): “ Le masse popolari … affermano chiaro e forte che esiste sicuramente un’alternativa per un altro futuro che non la sottomissione ai diktat degli imperialisti e dei loro cani da guardia al potere.”
Il carattere di lotta di classe emerge chiaramente in questi movimenti popolari spontanei, raggiunti da ciò che resta di un ceto medio in via d’estinzione a causa delle crisi economiche successive di questi anni. La crisi del sistema capitalista impatta proprio queste classi popolari che oggi insorgono contro i governanti responsabili dell’impoverimento dei loro popoli, reclamando giustizia sociale e una partecipazione diretta alle decisioni che toccano la propria vita e l’avvenire dei propri figli.
Il movimento di rivolta popolare in Libano ha raggiunto questa stessa dinamica internazionale, caratterizzata dagli stessi obiettivi di cambiamento e libertà, e anche la libertà per i prigionieri politici. Prioritariamente quella per il nostro compagno Georges Ibrahim Abdallah che i nostri compagni del PCL (Partito Comunista Libanese) sostengono con tutte le loro forze, poiché essa s’inscrive nella lotta globale dei popoli contro l’imperialismo, francese nel caso specifico, e i suoi interessi geopolitici ed economici nella regione. Perciò, nel quadro di una giornata di mobilitazione internazionale, facciamo appello a tutte le forze libere a raggiungerci per un raduno unitario per sostenere i nostri compagni in Libano e per esigere, ancora e sempre, la liberazione immediata del nostro compagno ostaggio nelle prigioni francesi da più di 35 anni e questo:
domenica 15 dicembre 2019, alle ore 14, in place de la République à Parigi
Viva la lotta dei popoli per la libertà
Tutto il nostro sostegno ai nostri compagni in rivolta in Libano
Liberate Georges Ibrahim Abdallah
Adesioni:
Soccorso Rosso Arabo
Lobnane Yantafedh (Il Libano si solleva)
Campagna unitaria per la liberazione di Georges Abdallah
Fronte Popolare (Halk Cephesi) – Turchia
Piattaforma Internazionale contro l’isolamento carcerario
Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione della manifestazione del 19 ottobre a Lannemezan
Cari/e amici/amiche, cari/e compagni/e,
anni, anni molto lunghi, ed è sempre la stessa emozione e soprattutto la stessa determinazione che fanno eco alla vostra mobilitazione solidale. Oggi, all’alba di questo 36° anno di detenzione, sicuramente non ignorate quale forza ed entusiasmo la vostra manifestazione m’apporti, qui in questi luoghi sinistri.
Al di là di questo filo spinato e delle torrette d’osservazione che ci separano, eccoci sempre insieme, fermamente ritti ad affrontare questo nuovo anno che s’annuncia già ricco di lotte e speranze.
La vostra solidarietà, la vostra mobilitazione nella diversità del vostro impegno, mi riscaldano il cuore … In effetti, per tutti questi decenni trascorsi, non mi sono mai mancate, compagni. Coloro che hanno scommesso sul respiro corto del vostro slancio di solidarietà ne fanno le spese.
Sapete, non è così facile affrontare la quotidianità mortale dietro le sbarre quando sei stato lì da una “breve” eternità. E se si riesca a reggersi in piedi tutto questo percorso, lo è anche, va sottolineato, grazie a queste varie iniziative di solidarietà che avete sviluppato ovunque in questi decenni …
Compagni, è inimmaginabile poter affrontare per anni la politica d’annientamento cui sono sottoposti i rivoluzionari detenuti, senza la mobilitazione della solidarietà assunta soprattutto sul terreno della lotta anticapitalista/antimperialista. È proprio sul terreno di questa lotta che si può e si deve fornire il sostegno più significativo ai nostri compagni prigionieri. Sempre insieme, nella diversità dell’espressione della solidarietà, che si può e si deve far progredire la mobilitazione, assumendo sempre più il terreno della lotta effettivamente in corso.
È certamente all’interno della dinamica generale della lotta attuale che ogni iniziativa di solidarietà consente ai compagni detenuti di trascendere le loro condizioni detentive e far parte effettivamente del movimento come rivoluzionari che operano nelle condizioni speciali che sono loro.
Al mio fianco, qui, i valorosi compagni baschi continuano a resistere e da tanti anni. L’adeguamento delle pene e la “sospensione della pena per motivi medici” vengono loro sistematicamente rifiutati. In appello, è stata da poco respinta la richiesta di libertà condizionale presentata dal compagno Xistor, dopo oltre 30 anni di prigionia! Papon ha approfittato della sospensione della pena per motivi medici. Al contrario, il compagno Ibon Fernandez è ancora in prigione nonostante il suo stato di salute e l’opinione di diversi medici esperti …
Certamente compagni, non occorre soffermarsi a lungo sui vari cavilli giudiziari per spiegare il rifiuto di liberare un particolare prigioniero; è sempre a livello delle autorità politiche che si decide il luogo e il peso del rituale giudiziario, il momento in cui si tratta di prigionieri politici.
Senza cullarmi con dolci illusioni, Compagni per quanto riguarda la mia situazione, c’è ancora “molto” da fare per avviare un risultato favorevole. Come sapete, non basta che lo Stato del Libano “esiga” o piuttosto “richieda” la mia liberazione, occorre ancora che il rapporto di forza realmente esistente possa far capire ai rappresentanti dell’imperialismo francese che la mia detenzione comincia a pesare più delle possibili minacce inerenti la mia liberazione. È solo in questo caso che l’ordine della mia espulsione in Libano non troverà più opposizione. Ecco perché, cari/e amici/amiche e compagni/e, la solidarietà più appropriata che si possa dare a qualsiasi prigioniero rivoluzionario è quella che si sviluppa sempre di più sul terreno della lotta contro il sistema di sfruttamento e dominio.
Cari/e amici/amiche e compagni/e, la componente principale della borghesia araba, in particolare quella dell’Arabia e del Golfo, si è costantemente schierata nel campo del nemico sionista, sotto la guida dell’imperialismo. La causa palestinese attraversa un momento molto difficile. Le masse popolari palestinesi pagano quotidianamente un pesante tributo di sangue e privazioni di ogni tipo.
Non possiamo essere indifferenti alle masse popolari palestinesi e ai combattenti della Resistenza che s’oppongono coraggiosamente alla barbarie della soldataglia sionista e alle orde di coloni, in condizioni particolarmente complicate.
Non possiamo essere indifferenti ai luoghi dei nostri compagni comunisti e dei nostri compagni curdi che affrontano il regime fascista di Erdogan …
Naturalmente le masse popolari palestinesi e le loro avanguardie combattenti prigioniere possono contare più che mai sulla vostra solidarietà attiva.
Che mille iniziative di solidarietà fioriscano a favore della Palestina e della sua promettente Resistenza!
Solidarietà, ogni solidarietà a coloro che resistono nelle carceri sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia, Filippine e altrove nel mondo!
Solidarietà, ogni solidarietà verso i proletari in lotta!
Onore ai martiri e alle masse popolari in lotta!
Abbasso l’imperialismo e i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!
Il capitalismo è nient’altro che barbarie, onore a tutti/e coloro che s’oppongono, nella diversità delle loro espressioni!
Compagni insieme, e solo insieme vinceremo!
A tutti voi, compagni/e e amici/amiche, i miei più calorosi saluti rivoluzionari.
Il vostro compagno Georges Abdallah
Manifestazione presso il carcere di Lannemezan per la liberazione del compagno Georges Abdallah
Report del corteo svoltosi il 19 ottobre 2019
Nell’ambito del “Mese di mobilitazione internazionale per la liberazione del compagno Georges Abdallah”, detenuto in Francia dal 1984, si è tenuta una manifestazione che ha visto la partecipazione di oltre 5OO tra militanti di diverse organizzazioni e solidali. Il corteo è partito dalla stazione ferroviaria di Lannemezan per raggiungere il carcere. I/le compagni/e di Samidoun (Rete di solidarietà ai prigionieri palestinesi, n.d.t.), del collettivo di Tolosa “Palestine Vaincra” e di una delegazione del Soccorso Rosso Internazionale, (composta da militanti di Bruxelles, Milano e Zurigo) erano alla testa del corteo, seguiti da altri comitati di solidarietà a Georges provenienti da varie città francesi, associazioni solidali con il popolo palestinese e organismi di solidarietà con i prigionieri baschi e catalani. Sono stati scanditi ripetutamente slogan in sostegno di Georges, contro il sionismo e l’imperialismo e per la liberazione della Palestina. Davanti al carcere è stata letta la dichiarazione che Georges ha preparato per l’occasione, che pubblicheremo (tradotta in italiano) appena possibile, e sono stati fatti molti interventi dai gruppi presenti .
Questa manifestazione rappresenta un momento della più ampia mobilitazione internazionale sviluppatasi a ottobre, con cortei, presidi, azioni a Gaza, Beirut, in diverse città francesi come Parigi, Tolosa, Bordeaux, Montpellier, Lille, nonché ad Amburgo, Zurigo, Bruxelles, Ginevra, Goteborg, New York, Tripoli, Montreal, Tunisi, Atene, Milano e in altri Paesi.
La mobilitazione continua!
Solidarietà con Georges Abdallah e tutti i rivoluzionari prigionieri nel mondo!
Contro il sionismo e l’imperialismo!
Rafforzare ed estendere la solidarietà! Abbattere il capitalismo!
OTTOBRE – MESE DI MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE PER LA LIBERAZIONE DI GEORGES ABDALLAH
3 settembre 2019
Nove prigionieri politici palestinesi sono ancora in sciopero della fame, tra loro il 28enne Hothaifa Halabia di Abu Dis, località vicina a Gerusalemme, affetto da cancro, che non si nutre da 64 giorni, per protestare contro la sua detenzione “amministrativa”. L’occupante rifiuta anche di fissare un limite alla sua detenzione senza accusa né processo. Il prigioniero prevede pure di smettere di bere nei prossimi giorni:
Tarek Qadan, 46 anni, di Arraba vicino a Jenin, in sciopero della fame da 32 giorni, ripetutamente incarcerato dall’occupante e pure sottoposto a detenzione “amministrativa”.
Ahmed Ghannam, 42 anni, anch’egli affetto da cancro, arrestato a inizio luglio, in sciopero della fame da 50 giorni per lo stesso motivo.
Soltan Khalof, 38 anni, di Barqin vicino a Jenin, non si nutre da 46 giorni.
Ismail Ali, di Abu Dis, in sciopero della fame da 40 giorni.
Naser Aljadaaa, 30 anni, di Barkin (Jenin), in sciopero della fame da 25 giorni.
Thaer Hamdan, 21 anni, di Ramallah, in sciopero della fame da 21 giorni.
Fadi Alhrob, 27 anni, di Dora (Hebron), in sciopero della fame da 20 giorni.
Hamam Abo Rahma, 28 anni, di Rima (Ramallah), arrestato pochi giorni prima del suo matrimonio, in sciopero della fame da 8 giorni.
Libano
14 luglio 2019
In occasione del 14 luglio, oltre 100 persone si sono radunate davanti alla residenza dell’ambasciatore francese per chiedere l’immediata liberazione di Georges Abdallah. Esercito e polizia libanesi erano presenti in numero ingente e in modo aggressivo nel tentativo d’impedire la mobilitazione. Ma per oltre un’ora militanti hanno scandito slogan per la liberazione del comunista libanese, a sostegno della liberazione della Palestina e contro l’imperialismo francese. Un messaggio audio di Georges Abdallah è stato trasmesso alla fine della manifestazione. Il comunista Anoir Yassine, ex-prigioniero dell’occupazione sionista per 17 anni e liberato a seguito di uno scambio di prigionieri, ha rilasciato una dichiarazione di sostegno.
Report della manifestazione del 22/6/2019 a Parigi per la liberazione del compagno Georges Abdallah e la sua dichiarazione scritta per l’occasione
Georges Abdallah 35 anni di carcere – 35 anni di Resistenza e Lotta
Il 22 giugno si è tenuta a Parigi la manifestazione nazionale per esigere la liberazione del compagno Georges Abdallah, militante comunista, combattente antimperialista e per la causa palestinese, detenuto dal 1984 nelle carceri francesi. Il compagno, in tutti questi anni non ha mai smesso di rivendicare la propria militanza rivoluzionaria e continua a contribuire alla lotta sia in termini di analisi politica con numerosi comunicati, sia nella pratica con scioperi della fame in solidarietà agli altri prigionieri politici rinchiusi nelle carceri imperialiste.
La manifestazione si è svolta per il quarto anno consecutivo ed è stata organizzata da diversi organismi francesi, all’interno della più generale campagna unitaria per la liberazione di Georges Abdallah, che nel corso degli anni si è sempre più sviluppata anche a livello internazionale. Il corteo di sabato 22, che ha visto la partecipazione di circa 400 persone, ha percorso le strade di un quartiere popolare, scandendo slogans di solidarietà a Georges e di sostegno alla lotta del popolo palestinese e contro l’imperialismo, esponendo molte bandiere rosse e striscioni.
Il SRI ha inviato una folta delegazione composta da decine di compagni, da Belgio, Svizzera e Italia (CCRSRI e PT-SRI) ed erano presenti all’interno dello spezzone anche compagni Kurdi, del “Collectif Palestine Vaincra” di Tolosa e del Soccorso Rosso Arabo.
La manifestazione si è conclusa con la lettura del comunicato (di cui alleghiamo la traduzione) che Georges ha inviato per l’occasione e vari interventi degli organismi presenti.
Contro il capitalismo e l’imperialismo la lotta continua!
Solidarietà a Georges Abdallah e a tutti i rivoluzionari prigionieri!
Collettivo contro la repressione per un SRI (CCRSRI)
Proletari Torinesi – per il SRI (PT-SRI)
25/6/2019
Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione della manifestazione del 22 giugno 2019 a Parigi
(Pubblicata il 23 giugno 2019 in liberonsgeorges.samizdat.net)
“Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche,
in tempi recenti, le masse popolari hanno fatto irruzione nella scena politica, affermandosi più che mai con entusiasmo e determinazione.
Da un Paese all’altro, e soprattutto nei Paesi della periferia sud del Mediterraneo, la protesta non smette di diffondersi e tradursi in rivolte quasi insurrezionali di tipo particolare. A ondate, decine di migliaia o addirittura centinaia di migliaia di donne, uomini, giovani e anziani di diverso orientamento scendono in strada e invadono i luoghi pubblici …
Non riuscendo più a restare indifferenti di fronte all’aggravarsi delle loro precarie condizioni esistenziali, escono dal loro torpore come per magia e chiedono conto a coloro che si son creduti intoccabili. E improvvisamente, va formandosi e strutturandosi una nuova epoca sotto i nostri occhi e tante speranze cominciano a profilarsi all’orizzonte.
Certo, le diverse espressioni caratterizzanti la lotta unitaria, così come l’entusiasmo e la determinazione evidenti delle masse popolari, non possono farci dimenticare le vere contraddizioni presenti nel movimento. La stratificazione della classe e la sua debolezza strutturale, la generalizzazione della precarietà esistenziale e soprattutto l’entità del lavoro informale su scala mondiale, specialmente nei Paesi del sud, fanno che la piccola borghesia e le sue varie proposte abbiano un peso considerevole a tutti i livelli e non solo in termini di leadership politica del movimento.
Ciò ci fa supporre che la transizione già in corso, per un tempo più o meno lungo sia sempre basata sulla capacità delle masse e dei soggetti rivoluzionari che lavorano per la riuscita della lotta contro l’egemonia delle proposte borghesi e per il rafforzamento dell’unità del movimento popolare.
Ovviamente, non è un compito facile …
Naturalmente, questa situazione fa parte della prosecuzione e dello sviluppo di tutte queste proteste e di altre rivolte (“Hirak”) che stanno riguardando il mondo arabo da un decennio.
S’inserisce anche e soprattutto in un contesto internazionale dove le contraddizioni interimperialiste sono esacerbate in una situazione di crisi globale del moribondo sistema capitalistico globalizzato. La perdita di egemonia da parte dell’imperialismo USA a livello mondiale spinge quest’ultimo nella sua fuga in avanti verso una maggiore aggressione nei confronti di altri poli imperialisti e in particolare una maggiore ostilità criminale rispetto a Stati indipendenti, che secondo la sua logica sono troppo contestatori.
Ciò che vediamo in questi giorni, sia nel Golfo rispetto all’Iran e al suo ritiro dell’accordo nucleare, sia in Palestina con la colonizzazione sionista, è solo un’espressione di questa perdita d’egemonia da parte di una superpotenza imperialista.
Quest’ultima d’ora in poi è incapace di gestire le mediazioni tra le varie componenti regionali in Medio Oriente. Si afferma, è costretta ad affermarsi come nemico di tutti i popoli di questa regione. Poco importano a questo proposito le sofferenze che possa causare, le masse popolari finiranno per spodestare tutti questi burattini e altri potentati ai suoi ordini nel Golfo e altrove nel mondo arabo.
Compagni, come vedete oggi, le masse sia in Algeria che in Sudan affermano senza esitazione che esiste sicuramente spazio per altri futuri che non la sottomissione ai diktat degli imperialisti e dei loro cani da guardia al potere.
Compagni, non possiamo essere indifferenti rispetto alle masse popolari palestinesi e ai combattenti della Resistenza che si oppongono coraggiosamente alla barbarie delle soldatesche sioniste e delle orde di coloni, in condizioni particolarmente difficili.
Non possiamo essere indifferenti rispetto ai nostri compagni comunisti e ai nostri compagni kurdi che affrontano il regime fascista in Turchia …
Non possiamo essere indifferenti di fronte ai massacri orchestrati dagli imperialisti attraverso i potentati dell’Arabia Saudita e del Golfo, in Yemen …
Solidarietà, tutta la solidarietà all’Algeria e alle sue masse popolari in lotta!
Solidarietà, tutta la solidarietà al Sudan e alle sue masse popolari in lotta!
Solidarietà, tutta la solidarietà ai resistenti nelle carceri sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia, Filippine e altrove nel mondo!
Solidarietà, tutta la solidarietà ai giovani proletari dei quartieri popolari!
Onore ai martiri e alle masse popolari in lotta!
Abbasso l’imperialismo, i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!
Il capitalismo è solo barbarie, onore a tutti/e coloro che si oppongono, nella diversità delle loro espressioni!
Insieme compagni e solo insieme vinceremo!
A tutti voi compagni/e e amici/amiche, i miei più calorosi saluti rivoluzionari.
Il vostro compagno Georges Abdallah”
Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione della Giornata internazionale del prigioniero palestinese
Giornata del 17 aprile 2019
Cari compagni/e, cari amici/amiche,
Le condizioni di detenzione dei/delle resistenti palestinesi non cessano di peggiorare nelle carceri sioniste in questi ultimi tempi.
Dall’inizio anno, Gilda Erdan, ministro israeliano della Sicurezza cerca di imporre “una nuova realtà” ai nostri compagni prigionieri, con l’obiettivo di far arretrare o semplicemente annullare i diritti da loro acquisiti con intense lotte negli anni precedenti. Perquisizioni e altre ispezioni generali stanno intensificandosi nei diversi centri detentivi israeliani. Unità speciali repressive pesantemente armate si abbandonano ai peggiori eccessi durante questi vari interventi. Oltre 120 prigionieri feriti a Ketziot durante la repressione delle proteste da febbraio, così come a Offer, nella prigione di Negev e altrove in altre strutture penitenziarie …
Tutto è buono per intimidire e crescere le difficoltà dei nostri compagni, non essendo in grado di stroncarli: confisca degli effetti personali, isolamento, cancellazione del diritto di visita, trasferimento. E molti compagni sono picchiati a ogni intervento compiuto da queste unità repressive. Non parliamo del “Bosta” (ndr: veicolo israeliano con il quale vengono trasferiti i detenuti palestinesi) e di ogni sofferenza specialmente durante i trasferimenti delle nostre compagne.
Per questa situazione, i nostri compagni hanno annunciato il lancio di uno sciopero della fame collettivo nelle carceri israeliane. Dirigenti chiave del movimento dei prigionieri e del movimento di liberazione nazionale nel loro insieme hanno aderito allo sciopero e centinaia di loro hanno previsto di unirsi allo sciopero nei prossimi giorni. Si prevedeva che lo sciopero si sarebbe intensificato proprio oggi il 17 aprile in Palestina e a livello internazionale, Giornata dei/delle prigionieri/e palestinesi. Solo le autorità sioniste hanno ritenuto utile indietreggiare per ora davanti alle potenzialità del movimento, soprattutto rispetto al recente sviluppo della situazione nel mondo arabo, cioè i movimenti promettenti in Algeria e Sudan. Come vedete Compagni, i rivoluzionari, spesso in circostanze particolarmente difficili, cercano con ogni mezzo di dare scacco alle politiche di distruzione a cui sono sottoposti nelle prigioni nemiche. Tuttavia, il risultato di questo confronto, il risultato di questa dura battaglia, dipende sempre dalla mobilitazione solidale delle masse popolari e del fermo impegno delle avanguardie nel campo della lotta in corso.
Nel 1974, la “Conferenza Nazionale Palestinese” ha dichiarato il 17 aprile “Giornata dei Prigionieri Palestinesi”. Questo non era inteso solo a denunciare in quell’occasione la barbarie dell’occupante sionista, non solo a onorare i resistenti prigionieri ricordando alle masse i loro sacrifici e la loro incrollabile volontà di resistere soldatesca sionista. La celebrazione di questa “Giornata dei prigionieri palestinesi” è intesa soprattutto ad affermare forte e chiaro la determinazione a strappare i nostri compagni dalle grinfie dei loro carcerieri criminali. In realtà ripetutamente le avanguardie della lotta rivoluzionaria palestinese hanno assunto questo compito con molto coraggio e abnegazione obbligando il nemico a liberare migliaia di compagni prigionieri senza avere contropartita.
Oggi, Compagni, eccoci qui nuovamente riuniti, anche in Paesi diversi, per celebrare la “Giornata dei prigionieri palestinesi” e soprattutto esprimere la nostra indistruttibile solidarietà verso i/le resistenti nelle prigioni sioniste e la nostra totale fiducia nella determinazione delle avanguardie rivoluzionarie palestinesi e la loro ferma determinazione a fare quanto necessario per strappare i nostri compagni resistenti dalle grinfie dei carcerieri sionisti.
Che mille iniziative di solidarietà fioriscano a favore dei nostri Fiori e Leoncini detenuti nelle prigioni sioniste!
Che mille iniziative di solidarietà fioriscano a favore dei protagonisti delle iniziative per il diritto al ritorno!
Solidarietà, ogni solidarietà ai resistenti nelle prigioni sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, nelle Filippine e altrove nel mondo!
Solidarietà, ogni solidarietà con i compagni rivoluzionari che resistono nelle carceri in Grecia!
Che mille iniziative di solidarietà fioriscano a favore delle masse algerine, sudanesi e yemenite!
Solidarietà, ogni solidarietà per i giovani proletari dei quartieri popolari!
Il capitalismo è solo barbarie, onore a tutti/e coloro che si oppongono nella diversità delle loro espressioni!
Insieme compagni, e solo insieme vinceremo!
A tutti voi, compagni e amici, i miei più calorosi saluti rivoluzionari.
Il vostro compagno Georges Abdallah.
Pubblicato il 19 aprile 2019
Coi prigionieri politici palestinesi
Fino alla vittoria!
Nelle carceri israeliane, da febbraio, centinaia di prigionieri politici palestinesi sono stati attaccati e feriti dalle guardie carcerarie, in segno di rappresaglia seguita a una rivolta scoppiata durante un trasferimento da una sezione all’altra. Uno dei principali attacchi è avvenuto il 31 marzo con l’impiego di proiettili, granate assordanti e gas lacrimogeni. Circa 90 prigionieri sono stati ammanettati e legati alle loro brande la notte intera.
In risposta a queste irruzioni, oltre 400 prigionieri in varie carceri sono entrati in sciopero della fame a partire dall’8 aprile, rivendicando quanto segue:
– fine dell’isolamento;
– fine delle irruzioni nelle celle;
– miglioramento dell’assistenza medica;
– installazione di telefoni pubblici.
In solidarietà con questa lotta il compagno Georges Abdallah, detenuto in Francia nel carcere di Lannemezan, è entrato in sciopero della fame coinvolgendo oltre 20 prigionieri politici, fra cui una dozzina di baschi.
A sostegno di questa lotta si sono sviluppate mobilitazioni con cortei, presidi, meeting in molti Paesi europei e in Medio Oriente, dimostrando che la solidarietà è internazionale e sempre più forte e non lascia soli i prigionieri politici palestinesi.
Dopo 8 giorni di sciopero della fame, i prigionieri hanno sospeso lo sciopero essendo riusciti a raggiungere alcuni dei loro obiettivi e la revoca di misure repressive imposte loro dall’anno scorso.
I prigionieri politici palestinesi vantano una lunga tradizione di lotta, già in passato si sono battuti strenuamente contro le pesanti condizioni detentive imposte nelle carceri israeliane. Una delle lotte più incisive si è sviluppata nel 2017 e ha visto la partecipazione di oltre 1.500 prigionieri. Anche in quell’occasione Georges Abdallah si è unito alla lotta coinvolgendo numerosi prigionieri politici marocchini, baschi, tunisini fra gli altri.
La lotta dei prigionieri politici palestinesi è parte dell’irriducibile resistenza del popolo palestinese contro il sionismo e l’imperialismo.
Ma le politiche repressive contro chi resiste e combatte l’imperialismo sono praticate dagli Stati imperialisti nel mondo intero. Infatti, sono centinaia i rivoluzionari prigionieri detenuti nelle carceri in Italia, Turchia, Grecia, Europa e India, solo per citare alcuni significativi esempi.
La loro resistenza alle dure condizioni carcerarie va sostenuta in quanto rientra nella lotta più generale del proletariato e dei popoli oppressi contro il capitalismo nella sua fase imperialista.
Costruire e sviluppare la solidarietà di classe internazionale!
Chi dimentica i prigionieri della guerra di classe, dimentica la guerra di classe stessa!
Abbattere il capitalismo!
Collettivo contro la repressione per un Soccorso Rosso Internazionale (CCRSRI)
17 aprile 2019
Francia
da : Collectif PALESTINE VAINCRA
Cari compagni,
Da oltre un secolo la lotta del popolo palestinese non ha mai smesso.
In condizioni particolarmente difficili, le masse popolari palestinesi e le loro avanguardie rivoluzionarie sono riuscite a superare i molteplici tentativi di farla finita non solo con le varie espressioni di questo processo di lotta storica – rivolte e rivoluzioni – ma anche e soprattutto con il popolo palestinese in quanto tale.
In effetti, la creazione dell’entità sionista sulle rovine di città e villaggi palestinesi nel 1948 avrebbe potuto porre fine alla storia della Palestina e del popolo palestinese se non ci fosse stata questa indomita resistenza. Di generazione in generazione il popolo palestinese trasmette la torcia della lotta per la sua liberazione.
Sempre nel contesto di questo lungo processo di lotta gli oppressi e gli sfruttati blocchi sociali si ricreano e si affermano nella realtà conflittuale inerente la crisi del capitalismo globalizzato.
Oggi, la Resistenza palestinese attraverso le sue varie espressioni continua a incarnare la risposta più appropriata di fronte alla portata dei crimini perpetrati dall’entità sionista e dai suoi promotori capitalisti e, allo stesso tempo, consente al popolo palestinese di ricrearsi e al blocco sociale antagonista di costruirsi e collegarsi ai movimenti dei proletari e dei popoli oppressi in tutto il mondo.
Come sapete, compagni, nello sviluppo di diverse vie di lotta, i percorsi imboccati da uomini e donne di orizzonte diverso si intersecano sempre prima o poi, andando a formare questo grande fiume che consente all’umanità di navigare verso la sua liberazione.
Naturalmente, compagni, accolgo con favore la vostra iniziativa di solidarietà e mi unisco con tutte le mie forze nella misura in cui le mie condizioni detentive lo consentano.
Per me è un onore condividere questi momenti di lotta con voi e accetto volentieri la vostra proposta e mi considero membro onorario del vostro collettivo “Palestine Vaincra”. Certamente questo collettivo darà un contributo prezioso alla lotta del popolo palestinese.
I miei saluti rivoluzionari a tutti/tutte voi, compagni/e del collettivo ” Palestine Vaincra “.
Vinceremo.
Georges Abdallah
domenica, 31 marzo 2019
11 aprile 2019
Palestina
7 aprile 2019
Centinaia di prigionieri politici palestinesi sono stati aggrediti e feriti questa settimana nella prigione israeliana del Negev in segno di rappresaglia, dopo una rivolta di prigionieri maltrattati dalle guardie carcerarie durante un trasferimento da una sezione a un’altra di questo vasto accampamento di tende nel deserto. Quindi 90 prigionieri politici nella sezione 3 del Negev sono stati ammanettati e legati ai loro letti tutta la notte, senza coperte o altri oggetti personali.
L’amministrazione di questa prigione che detiene 1.300 prigionieri politici illegalmente – dato che Israele non ha il diritto come potenza occupante di trasferire tutta o parte della popolazione occupata sul suo territorio – ha moltiplicato il numero di incursioni punitive contro detenuti dal 19 febbraio 2019, data in cui i prigionieri hanno protestato contro l’installazione di dispositivi di disturbo intorno alle sezioni di questo campo, impedendo le comunicazioni tra i prigionieri. Domenica 31 marzo, uno di questi raid notturni ha visto il degenerarsi della situazione, con due prigionieri a pugnalare i loro aggressori, ferendoli.
È seguito un assalto selvaggio a colpi di proiettili, bombe assordanti e gas lacrimogeni, che ha ferito molti prigionieri, tra cui una dozzina è stata ricoverata al centro medico più vicino. Tra loro Islam Yusri Wishahi e Udayy Adel Salem sarebbero in condizioni critiche. Le punizioni collettive crescono di numero dopo questo fatto: vanno da multe molto pesanti di oltre 50.000 euro per 74 detenuti del Negev e 96 detenuti a Ketziot. Tutte le visite sono state soppresse, in particolare per le famiglie di Gaza, che solo eccezionalmente hanno permesso di far visita ai loro parenti. E un autobus con 23 abitanti di Gaza, autorizzati a rendere visita ai loro parenti detenuti, ha dovuto tornare indietro. Anche il diritto all’ora d’aria è stato revocato e numerosi prigionieri sono stati sottoposti a completo isolamento.
8 aprile 2019
Oggi 120 prigionieri palestinesi sono entrati in sciopero della fame collettivamente nelle carceri israeliane chiedendo la fine della repressione in atto nelle prigioni. Si prevede che tale sciopero s’intensifichi il 17 aprile in Palestina e su scala internazionale, in occasione della Giornata dei prigionieri palestinesi. I prigionieri sono rappresentati da un gruppo di dirigenti simboleggianti tutte le forze politiche fra cui Ahmad Sa’adat dirigente nazionale palestinese e segretario generale di FPLP (Fronte popolare p er la liberazione della Palestina, n.d.t.), detenuto. Lo sciopero è stato lanciato per rinuncia fatta dal Servizio penitenziario d’Israele degli accordi convenuti al fine di attenuare il livello di repressione imposto ai prigionieri.
Nell’ambito della campagna elettorale è aumentata la repressione sui prigionieri palestinesi, compresi invasioni nelle celle da unità repressive pesantemente armate, perquisizioni e sequestri su larga scala (fra cui molti libri), trasferimento di prigionieri da sezione in sezione, addirittura gas lacrimogeni nei reparti penitenziari. Peraltro, le visite dei famigliari sono state interdette per numerosi prigionieri e sono stati installati nelle prigioni dispositivi come le telecamere di sorveglianza e le cosiddette sorgenti di disturbi elettromagnetici.
Le rivendicazioni dei prigionieri includono: l’installazione di telefoni pubblici nelle prigioni per permettere loro di comunicare con le famiglie, la soppressione dei dispositivi di disturbo, la ripresa alla normalità delle visite dei famigliari e l’abolizione di ogni misura repressiva, sanzione e pena imposta ai prigionieri.
Georges Ibrahim Abdallah, in solidarietà con i prigionieri palestinesi, e come aveva già fatto durante i due movimenti di sciopero della fame del 2014 e 2017, inizierà uno sciopero della fame di tre giorni, a partire dall’11/4/2019. Insieme a lui in questo sciopero anche venti co-detenuti, tra cui una dozzina di compagni baschi.
Resoconto della Settimana di mobilitazione internazionale per la liberazione del rivoluzionario prigioniero Georges Abdallah (rinchiuso da oltre 34 anni nelle prigioni francesi)
Report mobilitazione internazionale per Georges Abdallah – ottobre 2018 –
Nell’ambito della Settimana internazionale di mobilitazione in solidarietà verso Georges Abdallah e tutti i prigionieri palestinesi (17-24 ottobre), il Fronte Palestina-dalla solidarietà alla lotta internazionalista, il Collettivo Contro la Repressione per un Soccorso Rosso Internazionale, il Soccorso Rosso Proletario e il Coordinamento lombardo Palestina, organizzano una giornata di lotta in sostegno dei rivoluzionari prigionieri Georges Abdallah, Ahmad Sa’adat e Raja Eghbarieh.
Sotto il manifesto diffondiamo una dichiarazione del Segretario Generale del FPLP Sa’adat scritta in occasione della Settimana di mobilitazione.
Dichiarazione di Georges Abdallah – 21 ottobre 2018
———————————————————————————–
I prigionieri palestinesi del FPLP sostengono la lotta dei prigionieri nelle carceri USA
da: Secoursrouge.org
7 luglio 2018
In occasione della Festa nazionale francese, 14 luglio, la Campagna per la liberazione di Georges Abdallah a Beirut e il Comitato per la liberazione di Georges Abdallah a Tunisi hanno organizzato una manifestazione davanti le rispettive Ambasciate di Francia.
5 luglio 2018
Oggi il tribunale militare israeliano di Ofer ha prolungato di 4 mesi la detenzione della femminista e parlamentare palestinese membro del FPLP (Fronte popolare per la liberazione della Palestina, n.d.t.), Khalida Jarrar. È sottoposta al regime di detenzione amministrativa, senza accusa né processo, dal 2 luglio 2017.
2 luglio 2018
Il rivoluzionario turco Turgut Kaya è un militante di ATIK (Confederazione dei lavoratori turchi in Europa) ed è prigioniero nelle carceri greche. Lo Stato Turco lo accusa di appartenenza al TKP/ML (Partito Comunista di Turchia/Marxista-Leninista) e ha emesso un mandato d’arresto internazionale. Contro la sua estradizione in Turchia, pronunciata da una corte greca, il compagno ha iniziato 33 giorni fa uno sciopero della fame.
Durante una visita in carcere al Centro penitenziario di Lannemezan, il comunista arabo e combattente per la causa palestinese, Georges Abdallah, ha espresso la sua totale solidarietà a Turgut Kaya.
Georges ha appoggiato questa lotta e più ampiamente quella per la liberazione di tutti i rivoluzionari prigionieri in Grecia, Turchia e altrove.
30 giugno 2018
da: Secoursrouge.org
Oltre 250 organizzazioni si sono unite per chiedere la liberazione immediata di Khalida Jarrar, femminista palestinese, parlamentare di sinistra, detenuta. Fra queste il Soccorso Rosso del Belgio e il Soccorso Rosso Internazionale. Khalida Jarrar è sottoposta a regime di detenzione amministrativa dal 2 luglio 2017. Il 14 giugno 2018 è stata informata del prolungamento della sua detenzione amministrativa di altri 4 mesi, pena che dovrebbe esserle confermata da un tribunale militare israeliano il 2 luglio 2018.
Giornate di mobilitazione sono organizzate dal 30 giugno al 2 luglio 2018, in particolare a New York.
Report manifestazione per Abdallah – Parigi, giugno 2018 –
Dichiarazione di Georges Abdallah – giugno 2018 –
In occasione della manifestazione annuale a sostegno della liberazione di Georges Abdallah, indetta a Parigi per sabato 23 giugno, il SRI vi parteciperà con un delegazione internazionale.
Come lo scorso anno, da Bruxelles il Soccorso Rosso organizza un viaggio per recarsi a Parigi. Non esitate a contattarci per mail o Facebook precisando se disponete di patente o di vettura. Chiediamo pure di contattare le persone impossibilitate a partecipare ma propense a prestare la loro vettura.
Appuntamento a place van Meenen, Saint-Gilles, alle 9:30.
Qui sotto l’Appello della Campagna.
Appello della Campagna Unitaria per la Liberazione di Georges Ibrahim Abdallah – 2018 –
Il compagno Georges Abdallah ha scritto una dichiarazione in occasione dell’iniziativa, tenutasi il 1° marzo 2018 alla Mensa Occupata di Napoli, in solidarietà con i prigionieri palestinesi e con lo stesso Georges. Di seguito il contributo.
Dichiarazione Georges Abdallah – marzo 2018 –
……………………………………………………………………..
Anche quest’anno, in molte parti del mondo, si è svolta la settimana internazionale di solidarietà verso il compagno Georges Abdallah.
In quest’ambito, la Rete di solidarietà per i prigionieri palestinesi Samidoun e il Soccorso Rosso Internazionale hanno indetto una dieci giorni di mobilitazione (dal 14 al 24 ottobre) a sostegno del compagno.
Il 21, intorno al carcere di Lannemezan (dove il compagno è detenuto), si è tenuto un corteo al quale hanno partecipato più di 400 compagni e nel corso del quale è stata letta una dichiarazione di Georges, scritta dal compagno proprio in occasione della mobilitazione.
Di seguito riportiamo la dichiarazione di Georges e un elenco di alcune iniziative che in suo sostegno si sono tenute in diversi Paesi.
————————————————————————————————
Berlino, presidio davanti all’Ambasciata francese, 21 ottobre.
Bruxelles, presidio davanti all’Ambasciata francese con 100 compagni, 20 ottobre.
New York, presidio davanti all’Ufficio di rappresentanza francese dell’ONU, 16 ottobre.
Dublino, presidio, 21 ottobre.
Marsiglia, meeting, 19 ottobre.
Bordeaux, meeting, 13-14 ottobre.
Villeneuve, meeting, 17 ottobre.
Tolosa, meeting con 160 compagni, 20 ottobre.
Libano, conferenza, 7 ottobre..
Beirut, Gaza, Ramallah, Chatila e Tunisi, manifestazioni.
Altre mobilitazioni in molte città francesi e anche ad Amburgo, Manchester e Atene.
Dichiarazione di G. Abdallah del 21 ottobre 2017
14-24 ottobre: mobilitazione internazionale a sostegno del compagno Georges Abdallah!
Nell’ambito di una serie di iniziative internazionali a sostegno del rivoluzionario prigioniero Georges Abdallah, il Soccorso Rosso Internazionale e Samidoun promuovono e organizzano delle giornate di mobilitazione dal 14 al 24 ottobre.
Qui sotto pubblichiamo un appello scritto dal SRI in occasione della mobilitazione, insieme a un elenco di alcune iniziative solidali che si sono tenute e si terranno in sostegno del compagno e che terremo aggiornato.
Berlino, presidio davanti all’Ambasciata francese, 21 ottobre.
Bruxelles, presidio davanti al Consolato francese, 20 ottobre.
New York, presidio davanti all’Ufficio di rappresentanza francese dell’ONU, 16 ottobre.
Lannemezan, manifestazione davanti al carcere in cui Georges è detenuto, 21 ottobre.
Dublino, presidio, 21 ottobre.
Marsiglia, meeting, 19 ottobre.
Bordeaux, meeting, 13-14 ottobre.
Villeneuve, meeting, 17 ottobre.
Tolosa, meeting, 20 ottobre.
Libano, conferenza, 7 ottobre.
In occasione della Festa nazionale francese (14 luglio), manifestazioni si sono svolte davanti alle rappresentanze diplomatiche francesi di alcuni Paesi per chiedere la liberazione di Georges Abdallah (in particolare a Tunisi e Beyrouth).
Sabato 17 giugno, Parigi, ore 15: manifestazione unitaria per la liberazione di Georges Abdallah.
In solidarietà ai prigionieri palestinesi in lotta, diffondiamo un nostro contributo. Più sotto, abbiamo anche riportato l’elenco di Paesi e città dove si svolte e si svolgeranno iniziative solidali dal 14 aprile al 27 maggio, tratto dal sito http://samidoun.net/2017/05/global-schedule-of-events-to-support-palestinian-prisoners-hunger-strike/
A FIANCO DEI PRIGIONIERI PALESTINESI IN LOTTA – maggio 2017 –
Georges Abdallah solidale verso i 10 rivoluzionari prigionieri di ATIK – maggio 2017 –
Lettera di solidarietà da prigionieri anarchici detenuti nella prigione di Korydallos ai prigionieri palestinesi in sciopero della fame – aprile 2017 – da 325nostate.net
Georges Abdallah in sciopero della fame!
Dal 24 aprile, Georges I. Abdallah e’ in sciopero della fame per 3 giorni, in solidarietà con i prigionieri palestinesi. A Georges si sono uniti nello sciopero, nel carcere di Lannemezan, prigionieri marocchini, tunisini, algerini e baschi.
(Samidoun)
La data del 18 marzo fu proclamata dal primo Soccorso Rosso Internazionale (1921-1940) “Giornata Internazionale dei prigionieri politici” e fu scelta in riferimento al giorno di inizio dell’insurrezione della Comune di Parigi.
Dichiarazione di Geoerges Abdallah
Qui sotto pubblichiamo l’audio dell’intervento completo che, come CCRSRI, abbiamo esposto alla conferenza del 25 febbraio su “Implementazione del modello sionista nello Stato italiano” organizzata dal Fronte Palestina.
https://drive.google.com/file/d/0BySVOGSxpuTYblh3bEV3djdSSm8/view?usp=drive_web
Il 25 febbraio alla Villa Pallavicini di Milano, il Fronte Palestina ha tenuto un incontro nazionale su “Implementazione del modello sionista nello Stato italiano”, al quale hanno partecipato circa 70 compagni.
La giornata ha visto la partecipazione anche di Samidoun (network di solidarietà per i prigionieri palestinesi, con sede in Nord America), il cui intervento, tradotto in italiano, è qui sotto pubblicato.
Abbiamo deciso di diffondere questo contributo in quanto in esso vengono affrontate questioni a noi più vicine: non solo la solidarietà ai prigionieri palestinesi, ma anche il sostegno a Georges Abdallah, il carattere internazionale della repressione, l’internazionalismo, etc.
Il 25 febbraio alla Villa Pallavicini di Milano, il Fronte Palestina ha tenuto un incontro nazionale su “Implementazione del modello sionista nello Stato italiano”, al quale hanno partecipato circa 70 compagni.
La giornata ha visto la partecipazione anche di Samidoun (network di solidarietà per i prigionieri palestinesi, con sede in Nord America), il cui intervento, tradotto in italiano, verrà presto pubblicato su questo blog.
Come CCRSRI abbiamo partecipato alla giornata con un nostro intervento, del quale riportiamo qui sotto una sintesi.
Non c’è solidarietà al popolo palestinese e alla sua Resistenza, senza solidarietà ai suoi prigionieri!
Ad oggi, nelle carceri sioniste e in quelle dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), risultano detenuti circa 7.000 palestinesi, molti dei quali sottoposti al regime di detenzione amministrativa.
Da sempre, il popolo palestinese e le Organizzazioni impegnate nella causa di liberazione nazionale rivendicano la solidarietà ai propri prigionieri. Dal punto di vista politico si tratta di un fatto estremamente importante. Nelle carceri d’Israele e in quelle della collaborazionista ANP vengono imprigionati quanti hanno fatto ricorso a pratiche e contenuti oggettivamente di rottura rispetto agli interessi degli oppressori imperialisti e dei loro complici nell’area. Un popolo schierato a difesa dei suoi prigionieri è un popolo schierato a difesa di quelle pratiche e di quei contenuti che, nei fatti, hanno teso ad ostacolare i progetti imperialisti su quelle terre.
Uno degli obiettivi perseguiti dall’imperialismo è il raggiungimento della pacificazione forzata in Palestina, condizione necessaria (anche se certo non sufficiente) per tentare di reimpostare un “ordine” in Medioriente. Contro questi tentativi, la solidarietà del popolo palestinese ai suoi prigionieri continua a imporsi quale spina nel fianco, anche e soprattutto in relazione al carattere di massa e di popolo della repressione sionista e collaborazionista in Palestina.
La Resistenza palestinese, del suo popolo e dei suoi prigionieri, si è sempre caratterizzata in termini antimperialisti. In tal senso, il rivoluzionario prigioniero Georges Abdallah (militante del FPLP prima e delle Frazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi poi, detenuto da più di 30 anni nelle carceri francesi) è una delle figure più rappresentative.
Intorno al compagno, nel corso degli anni, si è andata sviluppando una solidarietà sempre più internazionale, coinvolgendo non solo militanti antagonisti in Europa e negli USA ma anche –e soprattutto- le masse popolari in nord Africa e Medioriente.
In tutti questi anni di prigionia, Abdallah ha espresso solidarietà nei confronti della lotta dei popoli oppressi e dei loro prigionieri: ad esempio, dalla Palestina al Kurdistan fino al Maghreb. Sempre nel segno dell’antimperialismo e dell’internazionalismo, si è schierato a fianco delle lotte dei rivoluzionari prigionieri in tutto il mondo, come dimostra, ad esempio, la sua solidarietà manifestata in sostegno dei compagni turchi detenuti in lotta contro le celle di Tipo F.
Solidarietà nei confronti del popolo palestinese, della sua Resistenza e dei suoi prigionieri è stata espressa anche da parte di diversi rivoluzionari prigionieri in Grecia.
Oltre alla Palestina e ad altre realtà quali i Paesi Baschi, l’Irlanda del Nord, il Kurdistan, etc, anche in altri differenti contesti la solidarietà ai rivoluzionari prigionieri assume un carattere di massa e di popolo: pensiamo, infatti, all’India, alla Turchia e al Perù, Paesi nei quali le Organizzazioni comuniste si fanno carico dell’organizzazione e dello sviluppo della solidarietà verso quanti vengono colpiti dalla repressione per le loro lotte.
In quasi tutti gli Stati del centro imperialista, però, la solidarietà ai rivoluzionari prigionieri deve fare i conti con condizioni molto difficili. Nonostante gli ostacoli, in alcuni di questi Paesi vi sono parti del movimento antagonista che hanno assunto quale parte irrinunciabile della propria lotta anche il sostegno ai propri prigionieri. In tal senso, la Grecia ci offre un importante esempio, dimostrato dalle numerose mobilitazioni durante la lotta contro l’isolamento carcerario (prigioni di tipo C) di qualche anno fa o le manifestazioni e le azioni in queste settimane, in risposta all’arresto del 5 gennaio di 2 militanti dell’Organizzazione Lotta Rivoluzionaria.
Molti palestinesi, baschi, irlandesi, kurdi, indiani, peruviani, etc, detenuti per la loro lotta, sono sottoposti a durissime condizioni di isolamento. Gli Stati ricorrono a questa misura carceraria allo scopo di piegare i prigionieri e annullarne l’identità politica, nel tentativo di utilizzarli per influire in termini controrivoluzionari sullo sviluppo dei processi di liberazione nazionale o di guerra popolare. Ciascuno Stato inserisce la tortura dell’isolamento nel quadro di una strategia più complessiva, che lo vede impegnato nello scontro militare contro le Organizzazioni rivoluzionarie, nella repressione diretta contro i movimenti impegnati nel sostegno ai propri prigionieri e nei tentativi di condizionare alcuni settori delle masse popolari –alternando repressione e riforme- con l’obiettivo di ricondurle a sé o di impedire un loro avvicinamento alle causa di emancipazione.
Anche in altri Paesi del centro imperialista, nel tentativo di contrastare il processo rivoluzionario che si andava sviluppando dalla seconda metà degli anni ’60, gli Stati decisero di ricorrere ad un certo momento alla tortura dell’isolamento, tentando di legittimarla con la logica “dell’emergenza contro il terrorismo” per poi renderla elemento strutturale nella gestione dei più acuti conflitti di classe.
Oltre agli USA, alla Gran Bretagna e alla Germania (per citare solo alcuni dei Paesi nei quali si sono sviluppati regimi di isolamento molto duri), troviamo: in Spagna, i FIES; in Turchia, le prigioni di Tipo F; in Grecia, le celle di Tipo C; etc.
In Italia, superata la fase delle carceri speciali, i vari Governi elaborarono politiche detentive concretizzatesi nell’applicazione dell’art. 90 e, in seguito, nei regimi di Elevato Indice di Vigilanza (EIV) prima e di Alta Sicurezza (AS1-AS2-AS3) poi.
Ad oggi, infatti, sono detenuti in regime di Alta Sicurezza numerosi compagni (Alessandria, Ferrara, Terni, Latina, etc.). Diversi di loro, prigionieri da molti anni, sono militanti di Organizzazioni rivoluzionarie e alcuni, prima di essere posti in AS, sono stati sottoposti all’isolamento previsto dall’art. 90 prima e dall’EIV poi.
A partire dal dicembre del 2002, nel contesto generale della lotta al terrorismo internazionale e in quello specifico della ripresa dell’attività rivoluzionaria in Italia, il 41-bis venne esteso anche ai condannati per terrorismo ed eversione. E’ così che, dal 2005, sono sottoposti continuativamente in regime di 41-bis tre rivoluzionari prigionieri e militanti delle BR-PCC arrestati nel 2003, detenuti a L’Aquila, Spoleto e Opera.
La solidarietà ai rivoluzionari prigionieri di tutto il mondo e ai popoli e alle masse popolari attaccate e represse per le loro lotte è un dovere irrinunciabile per chiunque intenda porsi sul terreno dell’internazionalismo proletario. Per questa ragione, vogliamo ancora una volta ribadire che non può esistere solidarietà al popolo palestinese e alla sua Resistenza senza solidarietà ai suoi prigionieri!
A fianco dei rivoluzionari prigionieri di tutto il mondo!
A fianco dei popoli e delle masse popolari attaccate e represse per le loro lotte!
Per l’internazionalismo proletario!
Messaggio solidale di Nikos Maziotis per Georges Abdallah -ottobre 2016
Dal 15 al 22 ottobre 2016 si svolgerà una settimana di mobilitazione internazionale in solidarietà al rivoluzionario prigioniero Georges Ibrahim Abdallah. Nell’ambito di questa settimana di lotta, il 20 ottobre a Milano, si terrà un’iniziativa all’Università Statale. Qui sotto la locandina.
Il prigioniero palestinese Bilal Kayed, dopo 71 giorni, ha sospeso lo sciopero della fame.
Comunicato Brigate Abu Ali Mustafa, braccio armato del FPLP – agosto 2016 –
Comunicato FPLP – agosto 2016 –
La lotta per il rilascio di Georges Abdallah
Il 19 giugno, in occasione della Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero (GIRP), si è svolta , a Parigi, un’ importante manifestazione di sostegno al compagno prigioniero Georges Ibrahim. Abdallah. Questa manifestazione è parte della ampia mobilitazione internazionale a sostegno del compagno Georges, che da anni vede impegnate numerose organizzazioni, comitati, organismi, tra cui il Soccorso Rosso Internazionale (SRI).
Più di 300 manifestanti hanno sfilato per le vie di Parigi, scandendo slogan di solidarietà a Georges,esigendone la liberazione senza condizioni. Molti slogan sono stati lanciati anche in favore della Palestina, contro il sionismo e l’imperialismo. Al termine del corteo, in Place de la Republique, ci sono stati interventi che hanno sottolineato la coerenza politica e la determinazione di Georges Ibrahim. Abdallah, la necessità di collegare le lotte sociali attuali con la solidarietà ai prigionieri politici ed è stato espresso il sostegno ai 7000 prigionieri palestinesi nelle carceri sioniste.
Una quarantina di militanti appartenenti al SRI (sezioni di Belgio, Italia, Svizzera e Turchia) ha partecipato con striscioni e slogan a questa manifestazione.
In contemporanea con questo corteo, il collettivo francese Coup pour Coup 31, ha visitato in carcere il compagno Georges, che ha salutato con favore la manifestazione di Parigi, considerandola parte del movimento antimperialista e anticapitalista. Ha inteso affermare il proprio sostegno al movimento di lotta contro la “legge sul lavoro”, si è rallegrato della liberazione di Khalida Jarrar e ha dichiarato che la lotta per la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi deve continuare e deve intensificarsi.




Locandina GIA 11 giugno Torino
Pubblichiamo la lettera che il 24 ottobre Georges Ibrahim Abdallah ha scritto a tutti i solidali che nel mondo hanno organizzato e partecipato alle iniziative per la giornata internazionale in suo sostegno.
Dichiarazione di Georges Abdallah – Lannemezan, 24 ottobre 2015 – Ottobre 2015.
Pubblichiamo un nostro resoconto (con alcune foto) sulla mobilitazione che si è svolta a Milano, e su tante altre che si sono tenute nel resto del mondo, in solidarietà al rivoluzionario prigioniero Georges Abdallah.
Georges Ibrahim Abdallah. 31 anni di detenzione – 31 anni di resistenza. Ottobre 2015.
FPLP. Sciopero della fame -agosto 2015-
Dichiarazione di Georges Abdallah letta all’incontro di Marsiglia – 21 marzo 2015 –
Messaggio di Geroges Ibrahim Abdallah sulle lotte popolari in Maghreb – aprile 2011-
Dichiarazione di G.I.A per la Giornata di solidarietà verso i prigionieri palestinesi – marzo 2002 –
Libertà per Georges Ibrahim Abdallah! -COUP POUR COUP 31- ottobre 2014.
Solidarietà al rivoluzionario prigioniero Georges Abdallah! -ottobre 2014-
Dichiarazione di Georges Ibrahim Abdallah al processo del 26 febbraio 1987